Il mare come spettatore silenzioso, che non viene percepito fin quando la tragicità di un evento, esplicitato ma non accettato, restituisce al lettore l'immagine di un personaggio, il mare appunto, che dona e toglie, che aggiunge e, talvolta, sottrae. "Nell'estate del 1963 io mi innamorai e mio padre morì annegato" è l'incipit di un piccolo capolavoro di Charles Simmons, Acqua di mare (Rizzoli, 2007). "Le onde dal lato dell'oceano lanciavano spruzzi. Credo di avere pianto. Lacrime e acqua di mare hanno lo stesso sapore". Agli inizi degli anni Sessanta a Bone Point si incontreranno, e trascorreranno insieme le vacanze, la famiglia di Michael (una madre che resta nell'ombra della sua depressione e un padre affascinante e dedito al figlio con il quale trascorre le sue giornate) con madame de Volange e la figlia Zina. Quest'ultima è giovane bella e viziata e si innamora del padre di Michael, un amore che verrà da subito ricambiato scatenando l'ira del figlio che, invece, cercava di far breccia nel cuore della ragazza.
Al di là di soliti cliché, il rapporto tra padre e figlio è il cuore di un romanzo poetico e nostalgico, che guarda all'adolescenza di Michael come un momento di passaggio verso l'età adulta. Un libro calibrato da un lirismo narrativo e da una struttura che procede per ricordi, evocazioni, quasi una riscoperta, attraverso gli occhi di Michael, del proprio padre, del legame indissolubile che li unirà anche oltre il tempo e la morte.
L'edizione del 2007 contiene anche un'intervista all'autore, un modo, a mio avviso, di conoscere meglio Charles Simmons. Lo scrittore per anni ha lavorato come editor di una tra le riviste letterarie americane più importanti, "The New York Book Review". In trentaquattro anni Charles Simmons ha pubblicato cinque libri, Acqua di mare è l'unico tradotto in italiano. Leggendo l'intervista si percepiscono i retroscena culturali di questo romanzo e l'importanza che ha avuto nella vita di Charles a partire dal fatto che Acqua di mare "ha richiesto molte riscritture". Nell'intervista viene dato ampio spazio a Primo Amore di Ivan Turgenev sulla base del quale Charles Simmons ha costruito l'impianto del suo romanzo. "Un storia già pronta", come lui stesso l'ha definita, per essere rimodellata e impastata di un humus nuovo. Reinventata. Che poi, come ha affermato Charles Simmons, è proprio la parte più difficile per uno scrittore.