UN tempo lontano accadevano nella mia vita situazioni definibili come al limite della stranezza. Niente di trascendente, coincidenze le chiamiamo. Posso presumere che essendo una mente analitica ed avendo una spiccata propensione all'osservazione delle persone e dei fatti io sia più portata, statisticamente, a notare le coincidenze di altri. Cosa strana inizia a diventare quando sono gli altri a notare le coincidenze della mia vita. A questo punto la statistica va a farsi benedire ed entrano in scena fattori che per comodità definiamo casuali. Da qualche mese a questa parte, dopo anni di coma farmacologico, sono rientrate in scena la coincidenze, prendendo da subito un ruolo da co-protagonosti nella mia vita: incontri particolari in situazioni fuori dall'ordinario. Legami inaspettati con persone mai prese in considerazione, insomma un pot-pourry di profumi esotici posti sulla tavola di una casa ordinaria. Ed ora questo viaggio, proposto peraltro non so perché. Essere spesati per guidare un auto. Spesati di tutto per stare due giorni a far nulla al mare aspettando di guidare per quei 400 km e basta. Una decisione presa all'ultimo secondo. Un incontro avvenuto al primo secondo. Guardare qualcuno e sapere che questa persona influenzerà la tua vita. Non importa come, per quanto tempo, ma senti, sai che da questo momento in poi le cose saranno diverse. Poi lentamente scoprire le coincidenze, le particolarità che hanno portato queste due persone a conoscersi in una situazione tanto strana, vedere la ruota del destino che ti prende per il culo perché ripropone esteriormente le stesse caratteristiche che ti ha già proposto in passato. Ed ora le devi giostrare meglio, gestire. Fare tutti gli errori del mondo, ma dio mi scampi dal ripetere quelli appena commessi. Relazione e lavoro? S-e-p-a-r-a-t-i. Relazione e dipendenza? I-n-a-c-c-e-t-t-a-b-i-l-e! Sembra poca cosa, ma se dovessi disegnare un quadro queste due espressioni le raffigurerei come due torri sulle quali poggia il mio mondo interno ed esterno. Due torri da cui sono dipesi tre quarti delle mie esperienze dei vita. Farò casino probabilmente, ogni emozione intensa porta a comportarsi prima o poi come degli adolescenti cretini, e anche se sono ancora in una fase in cui non mi pongo domande ma vivo e basta, so che se dovessi lasciar scorrere emozioni per un domani farei scemate come tutti. Ma questa volta da una relazione voglio di più di quello che chiesi dall'ultima. Una relazione deve arricchire la vita, e non inaridirla togliendole tutto il grano e l'acqua. E questo voglio diventi, un di più, non un esclusiva. Ho creato qualcosa per me in questi mesi: non voglio rinunciarvi. Mi da qualcosa questa donna: desidero aggiungerla alla mia vita, farla entrare nella mia ed entrare nella sua. Non voglio esclusive, non voglio regole o restrizioni. Voglio la libertà di vivere, provare, sentire, negare o fuggire. La libertà di essere vera. Hehe... alla faccia della sfida! ;-)
UN tempo lontano accadevano nella mia vita situazioni definibili come al limite della stranezza. Niente di trascendente, coincidenze le chiamiamo. Posso presumere che essendo una mente analitica ed avendo una spiccata propensione all'osservazione delle persone e dei fatti io sia più portata, statisticamente, a notare le coincidenze di altri. Cosa strana inizia a diventare quando sono gli altri a notare le coincidenze della mia vita. A questo punto la statistica va a farsi benedire ed entrano in scena fattori che per comodità definiamo casuali. Da qualche mese a questa parte, dopo anni di coma farmacologico, sono rientrate in scena la coincidenze, prendendo da subito un ruolo da co-protagonosti nella mia vita: incontri particolari in situazioni fuori dall'ordinario. Legami inaspettati con persone mai prese in considerazione, insomma un pot-pourry di profumi esotici posti sulla tavola di una casa ordinaria. Ed ora questo viaggio, proposto peraltro non so perché. Essere spesati per guidare un auto. Spesati di tutto per stare due giorni a far nulla al mare aspettando di guidare per quei 400 km e basta. Una decisione presa all'ultimo secondo. Un incontro avvenuto al primo secondo. Guardare qualcuno e sapere che questa persona influenzerà la tua vita. Non importa come, per quanto tempo, ma senti, sai che da questo momento in poi le cose saranno diverse. Poi lentamente scoprire le coincidenze, le particolarità che hanno portato queste due persone a conoscersi in una situazione tanto strana, vedere la ruota del destino che ti prende per il culo perché ripropone esteriormente le stesse caratteristiche che ti ha già proposto in passato. Ed ora le devi giostrare meglio, gestire. Fare tutti gli errori del mondo, ma dio mi scampi dal ripetere quelli appena commessi. Relazione e lavoro? S-e-p-a-r-a-t-i. Relazione e dipendenza? I-n-a-c-c-e-t-t-a-b-i-l-e! Sembra poca cosa, ma se dovessi disegnare un quadro queste due espressioni le raffigurerei come due torri sulle quali poggia il mio mondo interno ed esterno. Due torri da cui sono dipesi tre quarti delle mie esperienze dei vita. Farò casino probabilmente, ogni emozione intensa porta a comportarsi prima o poi come degli adolescenti cretini, e anche se sono ancora in una fase in cui non mi pongo domande ma vivo e basta, so che se dovessi lasciar scorrere emozioni per un domani farei scemate come tutti. Ma questa volta da una relazione voglio di più di quello che chiesi dall'ultima. Una relazione deve arricchire la vita, e non inaridirla togliendole tutto il grano e l'acqua. E questo voglio diventi, un di più, non un esclusiva. Ho creato qualcosa per me in questi mesi: non voglio rinunciarvi. Mi da qualcosa questa donna: desidero aggiungerla alla mia vita, farla entrare nella mia ed entrare nella sua. Non voglio esclusive, non voglio regole o restrizioni. Voglio la libertà di vivere, provare, sentire, negare o fuggire. La libertà di essere vera. Hehe... alla faccia della sfida! ;-)
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