Un po’ di chiarezza su Ruben, il bambino con due mamme

Creato il 07 novembre 2015 da Vesuviolive

Il caso di Ruben sta sollevando sempre più polemiche e battaglie legali fra il Comune di Napoli, il Prefetto e gli organi giudiziari. Il bambino è nato il 3 agosto in Spagna, dove il matrimonio omosessuale è previsto dalla legge, da due donne italiane: Daniela Conte, napoletana e madre biologica, e Marta Loi, di origini sarde. Per quanto la Spagna abbia riconosciuto, come diritto, la genitorialità delle due coniugi, non ha potuto fornire alcun documento al piccolo Ruben poichè, essendo figlio di italiane, spettava allo stato italiano farlo.

Come sappiamo, però, l’Italia non riconosce le unioni fra due persone dello stesso sesso e da qui la lunga epopea delle due donne per ottenere il riconoscimento della nascita del loro figlio. A venire incontro all’esigenza è stato il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris: Il 30 settembre 2015 l’Ufficio di Stato Civile del Comune di Napoli ha registrato l’atto di nascita di Ruben Conte Loi, primo bambino italiano nato a Barcellona da due madri legittimamente sposate secondo le leggi spagnole. Tuttavia il gesto ha trovato l’opposizione del Prefetto Gerarda Maria Pantalone. Sulla base di una recentissima sentenza del Consiglio di Stato che ha ribadito che le nozze omosessuali celebrate all’estero non hanno valore in Italia, il Prefetto ha studiato il caso e inviato una lettera a De Magistris in cui ha chiesto “l’annullamento parziale dell’atto di nascita di Ruben”.

All’atto si contestano due errori fondamentali: il primo è l’aver dato il doppio cognome al bambino, mentre in Italia è consentito trasmettere il cognome di un solo genitore; il secondo, il più rilevante, è quello di aver riconosciuto Marta Loi “padre” del bambino. Nel nostro paese, come afferma la Pantalone, solo un individuo di sesso maschile può essere riconosciuto padre e, non essendo accettata una famiglia omosessuale, Ruben dovrebbe essere considerato figlio solo di Daniela, madre biologica e recepire solo il suo cognome. Dopo un lungo braccio di ferro fra Sindaco e Prefetto, l’atto di nascita è stato annullato e le due donne sono ancora a Barcellona aspettando che il loro bambino possa essere riconosciuto dal mondo.

De Magistris, intanto, ha fatto ricorso al Tar Campania per invalidare l’atto del Prefetto. “Se noi non fossimo intervenuti, – commenta amareggiato il Sindaco sul Corriere del Mezzogiorno – questo bambino non avrebbe avuto libertà di circolazione nella civilissima Europa né la possibilità di avere assistenza sanitaria. Tutto questo sembra non importi e prevale una forma di diritto oscurantista, pervicace, opprimente. Io credo che il diritto debba aiutare i processi di riconoscimento di diritti a chi non li ha. Questo bambino è nato per amore e per un fatto un po’ di bigottismo, un po’ di pressappochismo e un po’ di legalitarismo incostituzionale non gli si riconosce un diritto. Noi abbiamo colmato una lacuna – conclude – e abbiamo la coscienza a posto perché abbiamo fatto un atto giusto”.