L’ incipit è piuttosto semplice però permette un buono e scorrevole svolgimento:
Noboru, un uomo sulla trentina, torna alla sua città d’origine per tenere una conferenza nella sua vecchia scuola: è infatti diventato un noto scrittore e il suo sensei ha deciso di invitarlo e renderlo esempio per gli studenti. Proprio mentre si dirige verso l’istituto incontra Testuko, una sua vecchia compagna di scuola. I due iniziano a chiacchierare del più e del meno e riscoprono i vari tasselli del loro passato da liceali.
Siamo catapultati a quindici anni prima, dove lo scrittore Noboru non è altro che un semplice e anonimo studente che conduce la sua esistenza come fosse un gdr: ognuno deve salire di livello per ottenere ciò che più ardentemente vuole, un oggetto o una ragazza. Tra i vari trofei ambiti dagli studenti dell’istituto c’è l’amore della bella e popolare Testuko fidanzata però con Miyazaki, un importante amico d’infanzia del protagonista.
cosa significhi amare.
Non voglio raccontarvi molto altro della trama per lasciarvi la possibilità di assaporarvi il film - passo dunque a presentarvi gli aspetti che più mi hanno colpito.
Momose e Noboru sono due dei personaggi più belli che il cinema abbia mai concepito, paladini di un primo amore fresco, giovane e innocente, morale e non fisico, che oggi giorno sembra essere irrimediabilmente perso. Quello narrato è un tipo di sentimento terribilmente bello e doloroso da vivere, quello che crediamo sarà per sempre unico e inimitabile. Momose, è sicuramente una eroina dal gusto romantico, pronta a sopportare qualsiasi condizione la sorte le imporrà pur di ottenere l’amore del suo caro senpai. Proprio lei, in neanche metà pellicola, cambierà l’opinione di uno scettico e decisamente impreparato Noboru, che scoprirà che la “pazzia” della sua finta fidanzata non è altro che una comune conseguenza a quello che tutti paurosamente o con un po’ di emozione dicono sia l’innamorarsi. Magicamente si riscoprono le piccole cose, la bellezza della semplicità di certi gesti che diventano di colpo essenziali per continuare a vivere: una telefonata, un portachiavi, una chiacchierata sul tetto o un pranzo. Insieme al primo amore arriva però anche il non essere corrisposti, quella sconfitta celata o resa palese, quel peso che ci portiamo dentro fino a scoppiare e ad ammalarci. Interessante anche quella semi rivalità accennata verso la fine, quel voler superare il proprio livello e sconfiggere definitivamente il mostro.My Pretend Girlfriend è quel tipo di film che giustamente può essere chiamato romantico - soprattutto perché presenta una visione ormai perduta del vero amore. Il film non risulta essere troppo melenso (grazie soprattutto a quella visione, in qualche modo diversa dalla nostra, che i giapponesi possono proporre di un tale sentimento) e sicuramente riesce a colpire sul finale.
VOTO FINALE: