Tokyo – e il Giappone – raccontati nell’ebook di Lucia Biagi.
Ho scoperto il suo ebook per caso, quando siamo stati invitati entrambi come ospiti in radio, nella puntata dedicata al Giappone di Senza frontiere (qui si può ascoltare), su Young radio. Io raccontavo il mio ebook Orizzonte Giappone, mentre lei, Lucia Biagi, raccontava il suo Japanize me. Mi è piaciuto il modo in cui parlava del Giappone, con un’attenzione e uno stupore per cose che invece io avevo trovato un po’ meno interessanti: la cultura pop, il kawaii (parola giapponese che significa ‘carino’), le stranezze.
Era come se fosse una visione complementare alla mia. Ma allo stesso modo eravamo stati entrambi affascinati, rapiti da questo Paese. Così l’ho acquistato pochi giorni dopo, scoprendo un modo semplice, ma originale per raccontare un viaggio. Io una guida fatta così non l’avevo mai vista.
E allora ho fatto una chiacchierata con lei.
Japanize me (level one), di Lucia Biagi
Premetto, non sono un esperto di fumetti e graphic novel, e quindi potrei dire sciocchezze. Ne leggo, ma solo occasionalmente. Avevo già incrociato graphic novel di viaggio e soprattutto reportage, anche se non mi sembrano generi così diffusi. Però – nella mia ignoranza – mi sembra che in Japanize me tu abbia trovato un linguaggio originale, tuo per raccontare un viaggio. Cosa ne pensi e come è nato lo stile di Japanize me?
LB: Credo che in generale il formato più classico sia il carnet di viaggio con illustrazioni paesaggistiche create dal vivo, solo negli ultimi anni si è diffuso il così detto graphic journalism che attraverso i fumetti racconta viaggi di vario genere ma è sicuramente più legato all’attualità che a viaggi vacanzieri. Japanize me è un ibrido fra un diario di viaggio e una vera guida turistica, anche se sui generis.
Ho iniziato a creare queste guide turistiche in piccoli albi autoprodotti molti anni fa, quasi per scherzo, pensando che fosse un modo carino per raccontare gli aneddotti delle mie vacanze. Mi sono resa conto poi che avevano anche un utilizzo pratico e ho cominciato a viaggiare sempre con un quaderno per appuntarmi eventi e luoghi visitati in maniera sistematica. Con il Giappone poi funziona bene perché è un paese che alcuni occidentali poco temerari credono di non poter visitare senza un tour organizzato da un agenzia ma io non credo che sia così.
C’è qualcosa, un’esperienza, un’immagine che avresti voluto includere ma che non sei riuscita a disegnare o a realizzare come avresti voluto?
LB: Quello che forse è più difficile da trasmettere sono i suoni, che credo siano una parte importante dell’atmosfera e che sono difficili da trasmettere su carta.
E’ praticamente impossibile spiegare l’effetto dei messaggi audio che ti accompagnano in metropolitana o il frastuono delle cicale in estate.
da Japanize me, di Lucia Biagi
Il libro inizia con una scena che mi ha fatto molto ridere: da piccola dici di aver scoperto lo scopo della tua vita: andare in Giappone! La scena è vera? E che cosa ti affascinava allora del Giappone?
LB: Ero banalmente una ragazzina appassionata di manga, e nel tempo si è trasformato in qualcosa di più ampio. Durante le scuole medie ho iniziato a dire che avrei messo i soldi da parte per andarci, ai tempi sembrava un sogno lontano. Per chiarire quanto ero ossessionata, abitavo a Pisa vicino a Piazza dei Miracoli e quando passavo da lì raccoglievo ogni piccolo foglietto o volantino in giapponese come se fosse un piccolo tesoro. Qundi la spazzatura dei turisti giapponesi è tutt’ora in camera mia a Pisa!
Lucia Biagi
E oggi cosa ti affascina, cosa ti ha fatto andare (e tornare) in Giappone?
LB: Questa è forse la cosa più difficile da spiegare… Non riesco tutt’ora ad averlo chiaro perchè è un mix di cose. Innanzitutto il mondo kawaii, le mascotte, il loro immaginario e le meraviglie a livello grafico che hanno creato. Poi la letteratura e i fumetti, quindi direi la loro produzione culturale di vario genere.
La loro strana etica, educazione e visione del mondo così diversa dalla nostra.Forse faccio prima a dire cosa non mi ha ancora convinto del tutto!
Perché la decisione di fare solo Tokyo e non un volume più corposo con tutto il viaggio? Arriverà il secondo capitolo?
LB: Principalmente per un esigenza di tempo. Ho ancora molto materiale da “sbobinare”, ho fatto più viaggi in Giappone e per adesso ho messo nero su bianco solo una parte minima. Mancano Kyoto, Osaka e Nagoya come minimo e ho ancora molto da dire anche su Tokyo, devo assolutamente fare una seconda parte!
Japanize me, di Lucia Biagi
Ho visto un tweet – credo – su un…. Canadize me. Era una specie di scherzo, di idea per il futuro o ci stai lavorando davvero?
LB: Ehm, vorrei farlo davvero e non ho ancora avuto tempo, di solito mi prendevo settembre per preparare la guida della vacanza appena passata ma quest’anno non ce l’ho fatta.
Ma il buon proposito rimane, anche se fra poco è di nuovo estate e mi si accumuleranno (spero) altri viaggi, che disastro!
Al di là del Giappone quali sono gli altri Paesi che hai amato particolarmente? (sempre che ce ne siano altri)
LB: Non sono mai stata un tipo da mare, mi piacciono i posti freddi e la montagna. Ho avuto un inaspettato colpo di fulmine per il Belgio tanto che io e il mio fidanzato avevamo pensato di trasferirci laggiù. So che non è un posto particolarmente amato ma forse le persone sottovalutano l’importanza di fumetti, birre e patatine fritte, elementi essenziali per la felicità.
Viaggiare per te cosa significa?
LB: L’esplorazione! La curiosità e la scoperta di nuovi stili di vita o gastronomici è quello che mi fa amare i miei viaggi. Poi, diciamo la verità, non viaggio per lavoro, quindi sfruttare il periodo di ferie per fare un viaggio è anche un modo per rilassarsi e staccarsi dalla routine. E’ bello come il tempo si dilata quando esci dai percorsi già battuti, fa sembrare le vacanze più lunghe e ricostituenti.
da Japanize me, di Lucia Biagi
Ammetto di essermi avvicinato agli ebook solo dopo averne pubblicato uno io e da allora ne ho comprati e apprezzati tanti, anche se ancora adesso ne preferisco la versione cartacea in print on demand. Tu cosa ne pensi? Come ti sei trovata con questo mezzo?
LB: E’ stata una soluzione perfetta per la mia guida perché era composta da troppe poche pagine per farne un vero e proprio libro a fumetti.
Non potevo usare la classica formula dell’autoproduzione perché stampare a colori sarebbe stato troppo oneroso e l’idea di farne un ebook distribuito nazionalmente è capitata a puntino.
Però devo dire la verità, sono ancora molto legata alla carta e non leggo quasi niente in formato digitale, ops.
Fare delle presentazioni con l’ebook è più difficile in genere. Ne hai fatte e come è andata? Qual è la domanda più strana che ti hanno fatto?
LB: Non ho fatto delle vere presentazioni, abbiamo usato delle formule diverse: o accompagnate da una mostra delle tavole o con annesso un piccolo workshop per creare il proprio diario di viaggio a fumetti. Credo che siano andate bene, non ho ricevuto molte domande strane, ma ovviamente mi hanno chiesto: “E quindi la guida in formato cartaceo dove la trovo?” A te non è successo? (sì, ma mi è venuto incontro il print on demand di Amazon! nota mia)
E poi, alla fine, se vuoi puoi aggiungere qualsiasi cosa importante che ci tieni a dire…
LB: Aggiungerei un paio di cose, grazie per l’intervista e il mio sito: www.whenaworld.com, dove potete trovare anche la guida di Seul, se mai vi capita di passare da laggiù…
Nota: L’ebook Japanize me è su Amazon dove si trova anche il mio Orizzonte Giappone. Japanize me si legge meglio a colori ed è ottimizzato per schermi grandi (no smartphone, ideale un tablet o un pc)
Per saperne di più su Lucia Biagi
Il profilo di Lucia Biagi, in arte Whena, tratto da Whenaworld
E se volete saperne qualcosa di più… tempo fa lucia è stata intervistata anche da No Borders Magazine
Lucia Biagi
Bio tratta da WhenaWorld: Lucia Biagi, in arte Whena, nasce a Pisa nel lontano 1980, fumettista, illustratrice e sarta di piccole creazioni all’uncinetto e ricamate. Laureata in Ingegneria Informatica nel 2009 con una tesi sull’elaborazione di immagini, molto interessante ma assolutamente di nessuna utilità al Dipartimento. Nel 2004 frequenta il corso di fumetto “Humpty Dumpty” della Kappa edizioni a Bologna, nel 2009 pubblica con loro il graphic novel “Pets” e nel 2010 si trasferisce col fidanzato a Torino e rileva una libreria di fumetti, Belleville Comics, dove instaura a mo di dittatura il suo laboratorio e studio.
Da sempre innamorata del mondo dell’handmade e dell’autoproduzione a cui si dedica con amore e dedizione. Creatrice di innumerevoli e sconsiderate guide turistiche a fumetti e di Bradi, una serie di successo subito caduta in disgrazia. A Belleville Comics tiene workshop di uncinetto e, in collaborazione con altre realtà, produce albi a fumetti. I suoi lavori sono stati esposti in varie mostre e le sue produzioni sono sparse per negozi in giro per l’Italia.