Sulla protesta dei forconi, altrimenti detta “Comitato 9 dicembre”, se ne sentono un po’ di tutti i colori, c’è chi pensa siano manipolati, c’è chi è con loro, ma resta a casa.
Ore 14:30
Arrivo a destinazione. Piazza del Popolo è solita ospitare manifestazioni di vario genere, quindi per chi abita a Roma la situazione non è diversa da quella solita in occasioni simili: un piccolo palco montato sulla destra, due ambulanze, Forze dell’Ordine schierate in misura consistente nei vari punti d’accesso alla piazza, gruppi di persone riunite. Le uniche bandiere che si vedono sventolare sono quelle dell’Italia.
Il clima è molto disteso, sono presenti per lo più uomini adulti, ma ci sono anche molte signore ed anziani. Uno di essi mi consegna un volantino che dice: “O creperete di fame o lavorerete per un euro l’ora”, me ne danno anche un altro dove sono elencati numerosi siti sui quali si esorta il lettore a documentarsi sul signoraggio bancario.
Ore 14:45
Non sono i soli a portare cartelli, numerose altre persone infatti mostrano striscioni o slogan personali, quello che mi colpisce di più è appeso al collo del mio vicino e recita: “Sono un imprenditore, ho 67 anni, non sono perseguitato da nessuno, non ho soldi per pagare l’IMU”.
L’atmosfera inizia a farsi partecipe, i presenti iniziano a discutere tra di loro domandandosi pareri reciproci e rispondendo alle domande dei numerosi intervistatori sul luogo, così anche io comincio a girare ponendo domande qua e là.
Scopro così che si tratta quasi esclusivamente di persone che si trovano lì per il primo giorno, nonostante il comitato abbia cominciato a movimentarsi da più di una settimana. Ci sono moltissimi curiosi, per lo più i ragazzi, che si trovano lì senza esserne molto coinvolti.
Ore 15:00
All’orario prestabilito comincia il tutto. Nel frattempo sono arrivati molti altri gruppi, ciascuno accolto da suoni di fischietti e applausi generali, suppongo di benvenuto e solidarietà reciproca.
Sul palco viene annunciato col megafono che da ora cominceranno gli interventi dei coordinatori che si sono prenotati per parlare. Viene ribadito che il carattere della manifestazione è pacifico ed apolitico, si chiede poi un momento di silenzio per ricordare tutti i casi di suicidio di chi è stato succube del nostro sistema e sulla piazza intera cala il silenzio. Poi si comincia.
Le tesi sostenute sono le più disparate. C’è chi sostiene le ipotesi complottiste, c’è chi cita dati e numeri, chi si appella ai politici dicendo di avergli spesso scritto senza mai ricevere risposta, chi semplicemente dice che non ce la fa più e chi si appella ai giovani perché siano più partecipi dei problemi seri.
Quando un oratore fa per la prima volta il nome del Presidente della Repubblica, questo è seguito da fischi e lamentele.
Ore 16:00
Devo andare. Ho parlato con agricoltori, commercianti, studenti e disoccupati, ho visto le immancabili maschere di V per Vendetta, ho osservato gruppetti disinteressati in disparte a farsi le canne o a lanciare fumogeni occasionali. Ho visto cacciare
Ma ho anche conosciuto la vera protesta, quella che non avrei mai capito se non ci fossi stata in mezzo, in mezzo a persone vere, persone diverse fra loro, ma con gli occhi sinceri.
Ho sentito strillare cose che mi hanno fatta ridere o arrabbiare, cose condivisibili o meno, ma che anche a volte mi hanno toccata dentro.
Di questo incontro con i forconi mi resta quindi quello che potrebbe essere il sunto dell’intervento che più ho apprezzato in questo pomeriggio: è importante ricordarsi che i problemi del prossimo valgono tanto quanto i nostri.
Written and video by Francesca Lettieri