Esco, in due minuti sono in via Carlo Bossi 33. A. aveva sbagliato con l'Umberto. Ritelefono. - Pronto A.? Ho chiamato un'oretta fa. Sei libera ora?- Sì tesoro.- Posso salire?- Sì, n 33. Sul campanello c'è scritto Lupi. Primo piano.
Salgo le scale buie. A mi apre con una vestaglia aperta davanti alla primavera. Il mio cuore decolla.- Ciao tesoro.- Ciao - e tocco subito i suoi fianchi.- Calma tesoro, prima dinero.
Pago, e riprendo a toccare, a maneggiare con cura, a porre labbra secche e screpolate su una pelle morbida al sapore di coloniali. Avevo voglia, avevo tempo, avevo soldi.Lei mi apre la camicia. Mi slaccia cintura. Mi mette una mano nel vuoto.
- Tesoro, che strano non c'è niente qui.- Come, niente...-
Controllo. Niente. Zero. No, non c'entra nulla con l'erezione. Magari fosse quel problema. È proprio vero, ha ragione A. non c'è niente. Ma niente niente di niente. Zero, nemmeno il pelo. E io non me ne ero neanche accorto. Avevo persino voglia. La mente inganna. Ma io dovevo saperlo, dovevo accorgermene, dovevo prevederlo, dovevo curarmi, andare in una clinica all'estero subito, ai primi sintomi.Berlusconi mi ha rotto il cazzo, frantumato, e io l'ho perso senza rendermene conto.
A. è seria, quasi intimorita. Chissà, forse si aspetta una mia reazione. Invece sono stranamente e calmo. Mi ricompongo. La saluto con una carezza ed esco. Ripercorro a ritroso l'isolato e suono alla signora di prima.
- Signora, mi scusi, sono io, quel signore di prima. Devo aver "perso" qualcosa a casa sua.- Salga pure... Entri. Mi dica, cosa le sembra di aver perduto? A me non pare di aver notato niente di suo.- Mi scusi ancora signora. Sono vittima di una suggestione, spero. Berlusconi mi ha rotto il cazzo e mi sembra di averlo smarrito da lei.- Ah, non ne dubito. Succedeva anche al mio povero marito. Sapesse, gliel'ho raccolto tante volte di terra a quel poveruomo. A volte anche con le palle annesse. Poverine. Le ricordo ancora com'erano battute in terra, spiattellate, come per fare delle fettine di petto di pollo in padella. Venga che guardiamo sotto il divano.
Quando l'ha signora mi ha raccolto da sotto il divano quello che restava dal mio cazzo mi sono messo a piangere. Ma lei, prontamente, mi ha portato un bicchiere di Soluzione Schoun pura per coadiuvare i possibili stati spastici e dolorosi delle vie urinarie. Che donna. Non vedo l'ora di scriverle una mail con tutti gli indirizzi dei blog che seguo. C'è uno in particolare, tanto coglione. Pare si faccia chiamare Lucas.
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