Però purtroppo in questa storia c'entra lui e quindi ne devo necessariamente parlare.
Ora, non che volessi tediarvi a tutti i costi, ma a grande richiesta ecco finalmente la storia della foto che mi ha regalato la vittoria del giveaway organizzato da Cècile de L'armadio del Delitto, un blog delizioso, a cui dovete dare assolutamente un'occhiata se non lo conoscete o non ci siete mai stati..ne approfitto ancora una volta per dire: grazie Cècile!!!^_^Ho vinto l'ultimissimo mascara di Lancòme, sto aspettando con ansia che arrivi dritto dritto a casa mia!!
Ma torniamo a noi.Cècile per l'appunto ha trovato simpatica la mia idea di raccontare la storia della foto che ci aveva chiesto di pubblicare, in più qualche tempo fa avevo postato qualche verso che aveva suscitato la curiosità di molti.
Quindi facciamo un passo indietro.
Quei cubi di cemento erano diventati un paio di Converse rosse.
Le Converse rosse un gelato.
Il gelato un bacio.Il bacio un aperitivo.L'aperitivo...
Morale della favola, c'erano stati un secondo,un terzo appuntamento, un quarto...o forse era il terzo quello?Godendoci la nostra condizione di universitari, soprattutto io, nel pieno fancazzismo dei miei 22 anni, eravamo soliti andare a prendere il gelato in fondo alla strada dove per l'appunto c'era un giardino, il giardino dell'Orticultura, dove, stravaccati sul prato del medesimo, amavamo passare pomeriggi interi a raccontarci incantevoli storie di vita vissuta con lo scopo di approfondire la nostra conoscenza, con tanto di contorno musicale direttamente dalle cuffie del mio Ipod, che dividevamo beati come nelle migliori storie d'amore di Federico Moccia (Beh, se lui era alla soglia dei Trenta, io ero ancora maledettamente vicina ai Venti, da qui questi spasmi adolescenziali).
Quel pomeriggio, causa un tamponamento avvenuto qualche giorno prima proprio davanti al suddetto giardino, avevo in borsa la mia compattina Sony presa con i punti dell'Esselunga per immortalare ben benino il luogo dell'increscioso fatto.
Ovviamente sapevo che il giovanotto a cui mi accompagnavo faceva di passione e virtù il fotografo e oltretutto in quel periodo la mia immagine tipo da ragazza-my-space era una foto triste e buia in cui avevo gli occhi abbastanza pesti e cerchiati da spesse occhiaie, ma che mi ostinavo a ritenere decente.
Quindi mi ricordai della compattina di cui sopra e gliela porsi " Che non si sa mai che vengo bene, sai non sono fotogenica per niente", cinguettai, gli occhioni che sbattevano e facevano flap, flap. Credo gli si siano spettinati i capelli.
Lui si lasciò ammaliare.
Magnanima ricambiai con un ben più scarso risultato, considerando le mie allora pressochè nulle nozioni di fotografia.
Non ho mai saputo però a chi rivendicarne la paternità.
Se a lui, che fisicamente scattò quelle foto e ne aggiustò i colori in quel modo che solo lui sa rendere speciale, o a me, da cui partì l'iniziativa e a cui creativamente detti il mio contributo, forte dell'aver da poco scoperto il magico mondo di Photoshop e che dopotutto avevo la macchina fotografica dietro.
xoxo