Un popolo di voyeurs

Creato il 22 gennaio 2012 da Vidi

Davanti alle immagini impressionanti della Costa Concordia adagiata su un fianco con la chiglia squarciata io, da brava claustrofobica, riesco solo a sentirmi male, a sentirmi là dentro insieme a quei poveretti che non si sono salvati, intrappolata anche io come loro in un pozzo d'acqua da cui nulla potrà tirarmi fuori.
E non riesco proprio a capire quelli che stanno affollando l'isola del Giglio per andare a vedere e filmare e fotografare il luogo del disastro.
Questo voyeurismo macabro, ormai tristemente diffuso -basti ricordare i torpedoni che hanno affollato Avetrana dopo il ritrovamento del corpo della povera Sarah Scazzi- mi irrita, mi rende intollerante verso questa umanità che spettacolarizza ormai tutto, riducendo alla stregua di una fiction anche autentici drammi umani. 
Quest'Italia fatta da gente che si entusiasma per l''inchino' del gigante del mare, che ci eccita per la perizia del capitano che arriva vicinissimo alla costa, che saluta con la manina quasi che non fosse una vera nave con gente a bordo, quella, ma una scena di 'Love boat' e che, nel momento del disastro, va a scattere le foto oggi non la sopporto. 
Oggi vorrei un popolo che, davanti a fatti tristi come un assassinio o un naufragio  come quello della Concordia sapesse stare discretamente e rispettosamente a casa propria, mandando sul luogo del disastro solo quel che è doveroso mandare: un pensiero alle tante vite perse e, per chi se la sente, una preghiera.


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