Un posto nel mondo

Creato il 30 maggio 2011 da Fabiovolofrasi @fabiovolofrasi

Immobile. Avevo l’abitudine, quando osservavo qualcuno, di farmi tutto il film in testa: su cosa stesse pensando, cosa stesse vivendo, ma soprattutto cercavo di capire se fosse felice. Se questa famosa felicità esisteva veramente nella vita di qualcuno.

(Pag. 33, Un posto nel mondo)


A volte i minuti non sono solo minuti, sono reincarnazioni di vite. Nell’attesa sono già rinato mille volte.

(Pag. 43, Un posto nel mondo)


Io non capivo niente, totalmente rincoglionito dalla bellezza della vita. Stavo vivendo una di quelle situazioni in cui tutto scorre liscio come l’olio e sembra di essere in una favola.

(Pag. 45, Un posto nel mondo)


La sua presenza, la sua serenità e gioia diventavano come uno specchio in cui vedevo riflessa la mediocrità della mia vita.

(Pag. 54, Un posto nel mondo)


Comunque la felicità non è che sia fare sempre quello che si vuole, semmai è volere sempre quello che si fa…

(Pag. 55, Un posto nel mondo)


“Tu fai vedere al tuo sogno che veramente ci tieni a incontrarlo, senza pretendere che lui faccia tutta la strada da solo per arrivare a te, poi le cose accadono. I sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi”.

(Pag. 71, Un posto nel mondo)


L’altra metà da trovare non è una donna: sei sempre tu. E’ l’altra metà di te, la parte sconosciuta alla quale devi dare vita, per poterti finalmente incontrare. Per sempre. Questa è la vera unione in grado di liberarci da quel sentimento di solitudine che avvertiamo anche quando stiamo con qualcuno.

(Pag. 89, Un posto nel mondo)


E’ la totalità che esalta.

(Pag. 89, Un posto nel mondo)


Chiunque non libera quella metà di sé, chiunque non la trova, vive come prigioniero, e le storie d’amore non sono altro che l’ora d’aria del carcerato.

(Pag. 90, Un posto nel mondo)


Troppo debole. La debolezza non è altro che disarmonia interiore. Infatti ero totalmente disarmonico verso la vita.

(Pag. 92, Un posto nel mondo)


Pensavo alla morte che ancora una volta mi sfiorava, che entrava nella mia vita e mi lasciava con un nuovo dolore da gestire. Io non sono mai stato in grado di accettare e vivere l’irrevocabilità.

(Pag. 104, Un posto nel mondo)


La morte non era mai arrivata così vicino. Sapevo che si può morire a qualsiasi età, ma fino a quel giorno non mi era così chiaro. Sembrava che potesse succedere solo agli altri, lontano da me, lontano da noi.

(Pag. 105, Un posto nel mondo)


Mio padre è un uomo infelice. Lo è sempre stato. Mi sono anche chiesto se nella vita mi abbia condizionato di più la sua infelicità o la morte di mia madre.

(Pag. 114, Un posto nel mondo)


Ma non ho mai pensato che andandomene se ne sarebbe andato anche il mio dolore. Anzi, sapevo che era la mia ombra e che mi avrebbe seguito ovunque finchè non lo avessi metabolizzato, elaborato e trasformato, ma soprattutto affrontato.

(Pag. 148, Un posto nel mondo)


Una vita a misura del mio respiro e un respiro a misura della mia vita. Le cose non si vedono per ciò che sono ma per ciò che sei. Tutto era vivo, tutto vibrava e si muoveva, eppure tutto sembrava così fermo, immobile, statico anche se in realtà era pervaso dalla sinfonia della vita.

(Pag. 165, Un posto nel mondo)


La creatività è il respiro della personalità e ti rivela il tuo mondo.

(Pag. 166, Un posto nel mondo)


La felicità non è fare tutto ciò che si vuole, ma è volere tutto ciò che si fa. Infatti ero felice perchè tutto ciò che facevo era quello che volevo fare. E i miei giorni erano sempre diversi.

(Pag. 167, Un posto nel mondo)


Ti amo papà. Ti amo da togliere il respiro quando ci penso. Ma per riuscire ad amarti così ho dovuto ucciderti, ho dovuto attribuirti le tue responsabilità, ho dovuto vederti per quello che sei. Meraviglioso. E doloroso.

(Pag. 174, Un posto nel mondo)


Ogni cammino è personale e si deve fare da soli: in due è una scampagnata.

(Pag. 220, Un posto nel mondo)


E’ il problema che ho sempre avuto con la mia famiglia. Ho preteso che sentissero la musica senza averne gli strumenti e, invece di capire questo, continuavo ad alzare il volume, ma era inutile…

(Pag. 226, Un posto nel mondo)


Le mie lacrime contenevano tutto. Ho pianto per quanto sono stato bene e per quanto sono stato male in tutta questa vita. Questa vita che per fortuna ho avuto il coraggio di amare. Questa vita che mi sono preso e che ho voluto vivere fino a farla stancare, al punto di desiderare un po’ di riposo.

(Pag. 246, Un posto nel mondo)