Ben tornati in un nuovo e graditerrimo appuntamento di #MANiCURE la rubrica itinerante del Signor Ponza. Itinerante perché la inizio a scrivere a lavoro e la termino strada facendo mentre torno a casa. Proprio per questo oggi mi sento un po’ gipsy. Ma solo nello spirito, che sia ben chiaro. Questa settimana vi presento ufficialmente uno dei ragazzi più puliti che abbia mai conosciuto. Talmente pulito che credo si lavi ogni sera con l’Amuchina. Ad ogni modo lascio spazio alla mia fantasia nel generare un titolo idoneo e vi lascio al post di questa settimana.
Un ragazzo pulito
Nella peggiore delle ipotesi gli puzza l’alito. Nella migliore è Bono. Riflettevo così mentre attendevo O-Lindo. (Un nome di fantasia naturalmente, vedi sopra). Ci siamo conosciuti via grindr, il mezzo più diffuso tra i gay per prendere le sòle. Quindi il mio dubbio era più che fondato. Ci siamo dati appuntamento per un caffè in una muffineria, il giorno in cui la mia dieta per le intolleranze alimentare gridava libertà. Mentre facevo la ola con lo stomaco per la gioia della location, ecco che O-Lindo mi si palesa. “Ciao… Scusa ho trovato traffico, ma è tanto che aspetti?” dice sorridendo. Tesoro avrei aspettato anche tutta la vita.
O-Lindo è alto, ha delle braccia importanti e gonfie, ha da poco superato i 35 anni e lavora per Poste Italiane. Ha un’idea di pancetta, ma andiamo, perché fossilizzarsi troppo su questo dettaglio. Passiamo la successiva ora e mezza a parlare di noi, del lavoro e per la sua passione per il cricket. Non avevo mai conosciuto uno che avesse questa passione, e mi sentivo anche abbastanza Mary Poppins. Senza alcuna connessione sinaptica a quanto pare, ma è proprio così che mi sentivo.
Io e l’O-Lindo siamo stati davvero tanto bene insieme, che dopo il caffè ed i muffin ci siamo ridati appuntamento il giorno dopo, per un dopo cena. Da lui. (Ghigno soddisfatto). Anche se non ho potuto far a meno di osservare che prima di usare il cucchiaino per girare il caffè lo ha guardato qualcosa come 7877 volte. E che prima di mordere il muffin ha controllato ogni minimo dettaglio. Tanto che gli ho chiesto “E’ tutto ok?” e lui vagamente “Sì, sì. Sai mi piace l’igiene, controllavo che fosse tutto ok!”. Che dolce. Patito per l’igiene, e anche molto meticoloso. Altro che Poste Italiane, dovevi lavorare per la Asl.
Ad ogni modo. Il giorno dopo ci diamo appuntamento a Spagna, facciamo quattro passi, e ci dirigiamo verso casa sua a Lepanto. Continuiamo a parlare di tutto senza un freno, troviamo diversi punti in comune. La musica, i tatuaggi, (anche se lui non potrebbe mai farne uno, ha la fobia degli aghi). In metro mi cede il suo posto, mentre parliamo di libri, si attacca all’asta per sorreggersi ed utilizza un fazzoletto di carta tra la mano e la stessa. Mi chiedo come mai. Anche se in realtà non mi interessa ed ho già voglia di succhiare la sua. Asta.
Arrivati a casa ci accomodiamo. “Scusa ti dispiace se ci laviamo la mani? Sai in metro gira così tanta gente…” che persona a modo penso. Effettivamente anche io mi lavo sempre le mani quando torno a casa. Apre una bottiglia di prosecco (che io non potrei bere, ma vabbè sticcazì) e tira fuori qualche stuzzichino che aveva preparato. Che dolce. Beviamo e chiacchieriamo come se ci conoscessimo da una vita, quando poi arriva quel momento, quello tanto atteso, del bacio. Mi guarda terrorizzato. “Scusa, preferirei che rinfrescassimo entrambi il cavo orale con un collutorio. Ecco c’è n’è uno nuovo anche per te!” dice.
Ok. E’ evidente che O-Lindo ha qualche problema. Ma vedete se devo passarmi il collutorio prima di baciarlo! Ovviamente lo faccio, ci mancherebbe. Totalmente igienizzato mi avvicino. Apro la bocca e avvicino le mie labbra alle sue, cerco di infilare la mia lingua nella sua bocca, ma hey, è chiusa! Merda. Ma che accade? “E’ tutto ok?” dico. “Sì. Solo che io non bacio con la lingua persone che non conosco”. AH. Quindi non essendo fidanzato non baci nessuno. “Ma scusa se non ci metti la lingua come fai?” dico ad alta voce. “EH… Così!”. Mima uno dei baci più brutti che io abbia mai visto. Uno di quei baci che ci si dava alle elementari. “E il collutorio? Che senso ha allora?” metto il dito nella piaga.
“Per un’ulteriore sicurezza!”. MA DI CHE? Cos’è ho l’ebola per caso e non lo sapevo? Decido di soprassedere al bacio con molto dispiacere e metto una mano sul pacco. Insomma potrò permettermi almeno un’intervista. “Aspetta prendo un preservativo” dice di corsa. “Bè, su, sono ancora vestito!” mi affretto a rispondere. “No sai, a me piace utilizzarlo anche nei rapporti orali”. Si alza e va alla ricerca dei preservativi. Miei cari, io non ce l’ho fatta. All’idea di dover fare un pompino ad una guaina di plastica, che mi potrà andare anche bene, ho detto NO. “Ecco ecco!” dice tornando.
“No guarda. Scusa. Ho l’impressione che questa sia più un’esagerazione, che un’eccesso di zelo. Mi dispiace ma credo che me ne andrò a casa. Io uso il preservativo, ma ecco, non vorrai mica vedere il test dell’HIV?” dico. E lui: “Certo che si. Non si sta mai troppo attenti”. Ecco prendo e fuggo via. Per sempre. Non gli consiglio di vedere The Normal Heart ma concludo con: take it easy.E il solito: PIENA. Penso sia molto più esaustiva.
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