Un referendum che fa paura

Creato il 06 settembre 2012 da Patuasia

Riceviamo dal Comitato del SI’ e volentieri pubblichiamo.

La lettera a firma congiunta del Presidente e dell’Assessore all’Ambiente della Regione Valle d’Aosta rivolta al Ministro Clini non avrebbe bisogno di commenti, tuttavia occorre una riflessione, perché le tematiche affrontate si riferiscono a temi diversi rispetto alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti nella nostra regione. Gli amministratori regionali non chiedono al Ministro un parere per gestire al meglio i rifiuti in Valle d’Aosta, ma invocano “un incontro urgente al fine di valutare congiuntamente le possibili precauzioni da intraprendere” di fronte alla scadenza di un referendum propositivo legittimamente convocato. Ci chiediamo, come cittadini valdostani, quali siano queste “azioni da intraprendere” in quanto le iniziative intraprese da Valle Virtuosa e dal Comitato del Sì al referendum sono sempre state nel pieno rispetto della legge, nella lettera si ammette, infatti, che il referendum regionale è stato “peraltro ritenuto ammissibile dalla apposita commissione referendaria regionale sul presupposto che la ratio principale della proposta di legge in questione sia la tutela della salute.” L’intento è dunque di impedire il diritto dei valdostani, sancito dallo Statuto Speciale della Valle d’Aosta, di poter esprimere il loro parere su un piano di gestione di rifiuti inadatto, costoso e  superfluo  che durerà un quarto di secolo. Le motivazioni, ci pare, non sono legate alla convinzione che la scelta del pirogassificatore sia la più adatta. Il timore degli amministratori regionali è “che se il referendum dovesse avere esito positivo per i proponenti, si affermerebbe il principio che a livello regionale su iniziativa referendaria si può arrivare a bandire una modalità di trattamento rifiuti rispetto ad altre, con un effetto domino le cui conseguenze nazionali sicuramente non Le sfuggiranno.” La questione è radicalmente diversa. I criteri di scelta fra diversi sistemi disponibili non possono essere che quelli relativi alla salvaguardia della salute e agli aspetti socioeconomici della gestione dei rifiuti sui quali i cittadini sono legittimati a scegliere con giudizio e buonsenso. La questione in Valle d’Aosta è precisamente questa. Si evince, quindi, che il senso della richiesta della Giunta regionale al Ministro è quello di un appoggio “politico” alle scelte fatte, scelte che, lungi dall’ avere una legittimazione scientifica o normativa sono opinabili e quindi sottoponibili al giudizio dei cittadini. Alla luce di questa lettera, la risposta della segreteria tecnica del Ministero assume una connotazione ben diversa rispetto a quella propagandata: il Ministro Clini non ritiene di rispondere e “gira la pratica” alla segreteria tecnica che  si limita a ricordare quale sia la gerarchia di gestione dei rifiuti prevista dalla legge,  peraltro non rispettata in Valle d’Aosta.

Il Comitato del Sì chiede, nel caso in cui l’incontro con il Ministro Clini abbia luogo, di poter partecipare per sostenere la nostra proposta di gestione dei rifiuti in Valle d’Aosta e difendere il diritto di libera espressione dei valdostani su una questione così importante.