Insomma così non va. Dato che le cose qui siamo a farle bene, anche il più superfluo dei resoconti annuali merita una certa attenzione. Perché c’è crisi e non si possono consumare i tasti del computer per nulla. Ecco quindi un inutile ma statisticamente accuratissimo riepilogo del mio 2013, un anno trascorso viaggiando.
Allora, per chi non lo sapesse l’anno scorso vivevo in Nuova Zelanda. Ma poi mi sono rotto un po’ le palle, ho fatto lo zaino e il 26 Gennaio 2013 sono partito per l’Asia, con l’intenzione di tornare in Europa via terra dal Timor Est. Ad oggi mi trovo in questo continente da 337 giorni e sono in India, circa a metà strada. Se uno volesse fare il preciso sono passate 8.088 ore da quando ho lasciato l’appartamento in cui abitavo a Wellington, Nuova Zelanda, oppure 485.280 minuti (grazie timeanddate.com).
Il piano originale di arrivare in Europa senza prendere l’aereo non è andato esattamente come previsto (ma quando mai va così?), e così nel mio viaggio senza volare ho già preso 8 aerei oltre ad aver acquistato almeno un paio di biglietti fasulli per ottenere i visti. Fermarsi al numero di aerei però sarebbe riduttivo. Nel 2013 ho infatti preso 119 autobus, 46 barche, 40 taxi, 19 microlet o bemo, 17 moto o motorini, 44 treni, 51 tuk tuk, 4 passaggi sul retro di camion, 4 risciò a pedali, 3 biciclette, 12 jeep, 1 elefante ed 1 cammello. Il viaggio più lungo è stato quello da Jorhat a Patna, in India, 34 ore di treno, ma quello più scomodo è stato probabilmente quello dall’isola di Timor a quella di Flores su un traghetto notturno di 12 ore, in terza classe. Sul più comodo invece dormivo, quindi non me lo ricordo. Negli ultimi mesi ho sviluppato un’utile capacità a dormire in ogni posizione, ma al sedile di un autobus scassato prefesco ancora i letti. Fino ad adesso mi sono infatti coricato su 116 letti differenti, ai quali si aggiungono due divani e quattro aeroporti, dove si dorme perché è gratis.
In quasi 12 mesi ho visitato 10 paesi, se si conta anche la Nuova Zelanda da dove sono partito. Secondo Google Maps ho percorso 22.118 chilometri, senza contare quelli volati che non valgono (e di cui mi vergogno un po’). Il paese più grande è stato senza dubbio l’India con i suoi 3.287.260 chilometri quadrati, ma anche oltrepassare 10 isole d’Indonesia (1.904.570 chilometri quadrati, grazie Trading Economics) non è stato sempre semplice. Su questi territori ho potuto visitare 17 Patrimoni dell’Umanità UNESCO, dall’isola di Komodo ai lentissimi treni himalayani del nord dell’India. A questi siti e molti altri ho scattato 22.640 foto e qualche video, che occupano solo 174,04 giga di spazio, dato che ho finito per farle tutte in Jpeg.
In un anno ho speso 6.445 €. Se però conto che ho fuso il primo computer a metà strada e ne ho spesi 534 per uno nuovo, e se aggiungo che 107,84 € sono andati solo in spese di bancarie di prelievo, e che potendomelo permettere ad un certo punto ho speso 678 € per fare due regali a due persone care, viene fuori che un intero anno di viaggio costa 5.125,16 €, ossia 15,20 al giorno, che includono ogni pasto, letto, visto, trasporto, biglietto fasullo, fregatura e il resto delle cose che si sono presentate. Il mio budget previsto era di circa 20 € al giorno e sono riuscito quindi a rientrarci senza troppi problemi, anzi, con qualche sforzo avrei potuto risparmiare qualcosa in più. Viaggiando sempre da solo probabilmente avrei speso di più, ma avrei a sua volta tagliato qualche tappa, rientrandoci comunque. Sia la camera più costosa che quella più economica sono state in India, per rispettivamente 28 € a Patna, e 1,80 € a Rishikesh, sempre per due persone.
Durante questo anno in movimento non ho mai smesso di scrivere ed Exploremore ha finalmanete cominciato a portare i suoi frutti. A Giugno ho completato e pubblicato la seconda guida sul Working Holiday in Nuova Zelanda, che insieme a quella sull’Australia mi hanno permesso di allungare l’itinerario a mio piacimento. Durante tutto il corso dell’anno sono riuscito a scrivere regolarmente, pubblicando sempre un post ogni tre giorni senza dover chiedere a nessuno di collaborare in cambio di “visibilità”, editando migliaia di foto e decine di video, rispondendo ad un numero mai visto di mail. Ho cominciato a vedere a questo sito come ad un progetto a lungo termine e se ancora non posso dirmi completamente location independent, potrei mantenermi senza grossi problemi in buona parte del mondo orientale, che è un grande passo. Seppure 20.000 visite al mese non siano ancora molte, raggiungerle senza dover parlare del week-end a Londra è stata una piccola soddisfazione.
Il 2014 continuerà di questo ritmo e non potrei chiedere di meglio. I piani sono ancora vaghi, ma anche se non lo fossero è improbabile che vadano come previsto. Per trarre conclusioni bisognerà aspettare fino al prossimo resoconto.