Andrzej Żuławski
È morto lo scorso mercoledì, 17 febbraio, a Varsavia, il regista, sceneggiatore cinematografico e scrittore polacco Andrzej Żuławski (Leopoli, 1940), autore di un cinema dallo stile fortemente personale, intriso di visionarietà e volto a visualizzare le varie pulsioni umane, con titoli rappresentativi di diversi generi cinematografici che lo hanno reso inviso tanto al potere quanto, a volte, alla critica. Figlio dello scrittore e diplomatico Mirosław, Żuławski fin da bambino seguì spesso il padre nei suoi spostamenti tra Praga e Parigi, città quest’ultima dove sul finire degli anni ’50 frequentò i corsi dell’ IDHEC (Institut des hautes études cinématographiques). Il suo debutto nel mondo del cinema lo vide assistente alla regia per Andrzej Wajda (Samson, 1961; l’episodio Warszawa del film collettivo L’amour à vingt ans, 1962, L’amore a vent’anni; Popioły,1965, Ceneri sulla grande armata) e dopo un’attività di poeta, romanziere e critico cinematografico esordì come regista con due cortometraggi televisivi, Pieśń triumfującej miłości (1967, Canzone dell’amore trionfante) e Pavoncello (1967), per poi dar vita, dopo un periodo di lavoro come sceneggiatore in Francia, al suo primo lungometraggio, Trzecia część nocy (1972, La terza parte della notte), tratto dal romanzo del padre e ambientato durante l’invasione nazista della Polonia.
Fra i titoli del controverso ma geniale regista si possono poi ricordare Mes nuits sont plus belles que vos jours (1989, Le mie notti sono più belle dei vostri giorni, dal romanzo di R. Billetdoux), La fidélité (2000, adattamento in chiave moderna de La princesse de Clèves di Madame de La Fayette) e l’ultima sua realizzazione, Cosmos, Pardo per la Miglior Regia al 68mo Festival del Film Locarno.