Ma chi era Glenn Gould? Bizzarro come molti degli artisti più dotati, Gould canticchiava involontariamente mentre suonava, era germofobico e probabilmente soffrì della sindrome di Asperger. Ciononostante rimase famoso per la sua esecuzione delle musiche di Bach, suonate dal vivo e nelle registrazioni radiofoniche, soprattutto dopo il ritiro dalle pubbliche scene nel 1964. Possedeva un inconfondibile timbro cristallino e una manualità rapida e scattante che lo distinguevano da tutti i suoi contemporanei, ancora influenzati dal fascino romantico di un’esecuzione potente ed enfatica. Non è un caso, infatti, che tra le strane routine Gould avesse quella di suonare seduto su una bassa sediola costruitagli dal padre che, mantenendolo ravvicinato alla tastiera, gli rendeva impossibile imprimervi una forza eccessiva e sproporzionata.
Questo artista eccezionale e controverso, già ispiratore del bel Trentadue piccoli film su Glenn Gould di Girard (1993), è stato inoltre scelto per rappresentare l’eccellenza della cultura del pianeta Terra. Sulla navicella Vojager 1 inviata in orbita dalla NASA con i tesori materiali e non del nostro mondo, insieme ai disegni di Leonardo da Vinci, a una Coca Cola e al teorema di Pitagora si trova una registrazione di Bach eseguita proprio dal grande canadese. E chissà che adesso qualche alieno non si stia dilettando nell’ascolto del mitico Gould. Qui sulla Terra, intanto, Monsaingeon ci offre il ritratto di un artista che riusciva a “dire la musica in maniera diretta” e ad utilizzare il pianoforte come una protesi di legno sua mente.