Un sabato d’arte tra l’ironia concettuale di Claudio Destito, l’artista che non ama gli obiettivi dei fotografi, e il cantante Gene Guglielmi:

Creato il 10 ottobre 2010 da Milemary

In occasione della “Giornata del contemporaneo” promossa da AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani), sabato è stata inaugurata The Blank, letteralmente uno spazio bianco da riempire, l’associazione senza fine di lucro che vuol promuovere e diffondere la cultura dell’arte moderna e contemporanea esistente nella città di Bergamo, favorendo la conoscenza e ampliando l'offerta degli eventi in atto nella città, proponendosi come network d'incontro e di aggregazione nel nome di interessi culturali comuni.

Per l’occasione tante gallerie d’arti della città hanno organizzato momenti d’incontro con Artista moderni.

Da Paola, della Galleria Marelia, Claudio Destito era presente per inaugurare la sua personale intitolata SENO E COSENO. Titolo che riprende una sua opera (vedi foto sopra) e che simboleggia il suo linguaggio espressivo che sfrutta la rappresentazione di oggetti banali e d'uso quotidiano rapportandoli all’ironia dei giochi di parole e dei doppi sensi, grazie anche ai titoli delle opere che ne forniscono la chiave di lettura quali questo

Prete à porter che Paola ammira con devota ammirazione:

o ancora questo Urbi et orbi:

E siccome, Claudio sfugge gli obiettivi di giornalisti e fotografi, ho dovuto chiedere a Davide, il più giovane fotografo di BergamoUp (12 anni) :

di rubargli l'anima:

Come sempre da Paola, la serata è stata un piacevole momento d’incontro con “sconosciuti” illustri quali Eugenio Guglielmi, conosciuto nel mondo della musica come Gene Guglielmi:

cantante beat della prima ora, ricordato anche perché autore di un vero e proprio manifesto del beat italiano "I capelli lunghi":

« Se la gente riderà di me / rida pure, io male non ne faccio, / che mi credono magari un pazzo / che cammina per la città / perché porto i capelli lunghi, / perché indosso i calzoni stretti, / perché metto gli stivaletti, / cittadino di questo mondo. »

Oltre a Milena e soprattutto "E voi, e voi, e voi", versione italiana di "Et moi, et moi, et moi" del cantautore beat della mia patria, Jacques Dutronc, (evidentemente tradotta con qualche libertà), il brano mitico (perché introvabile su disco) è "Preghiera beat".

Da quello che ho capito, ha interrotto di sua volontà una brillante carriera per non sottostare ai compromessi richiesti dalle case discografiche, dopo la fine del momento d'oro del beat. Se volete saperne di più, lo trovate su Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Gene_Guglielmi e se volete incontrarlo, sabato prossimo sarà alle 15 al Castello di San Vigilio all’inaugurazione della mostra fotografica RADIKALDESIGN frutto della collaborazione tra il Master di San Vigilio e il Corso di Disegno industriale della Facoltà di Architettura di Firenze per mettere in luce giovani artisti e ricercatori nell'ambito della progettazione, delle arti visive e del recupero ambientale, occupando gli spazi storici ora sede del Master internazionale. E tra i giovani artisti non macherà Sara Scaranna (la giovane donna vicina a lui sulla foto. Dimenticavo, la donna che indossa uno scialle bianca è un'altra Paola, preziosa collaboratrice di BergamoUp)

P.S.: quest'uomo dalla braccia conserte, è Manuel:

colui che con pazienza supporta che gli rubi la moglie (Paola dallo scialle bianco) e il figlio (Davide) sempre più spesso! Grazie Manuel!


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