Francesco Di Massa in Islanda
Pubblico l’interessante articolo del mio amico Francesco Di Massa.
Parlerò della mia esperienza in Islanda come giornalista volontario, allo scopo di suscitare in voi lettori l’interesse per una terra da pochi conosciuta o presa in considerazione, per il semplice fatto di trovarsi un po’ troppo in alto nel planisfero terrestre e magari non offrire di certo un clima da Hawaii. C’è da dire però che questo Paese merita l’attenzione del turista medio, rappresentando un luogo unico nel suo genere, per una serie di caratteristiche che lo differenziano anche dagli altri tre paesi scandinavi a cui viene di solito accomunato. Sto parlando dell’Islanda.
Prima di tutto, se siete interessati a visitare l’Islanda vi consiglio di volare con “Icelandair“, magari facendo scalo con un volo Ryanair da Londra o da Oslo, ma evitate “Iceland Express”, la compagnia che sarà capace di posticipare il vostro volo anche a due giorni di distanza, facendovi rimanere in aeroporto a girare i pollici. Arrivati all’aeroporto di Keflavik, nella parte sud-ovest dell’Islanda, si annusano subito fumi e gas di vario tipo, emanati dalla moltitudine di vulcani presenti nell’isola, che di fatti è una parte della faglia di S. Andrea che emerge dall’oceano.
In 45 minuti di autobus, attraversando paesaggi privi di alberi e dominati da un suolo di lava nero, è possibile raggiungere la verde Reykjavik. Arrivati in centro, con il suo laghetto che di inverno offre un’ottima pista da pattinaggio, si viene subito avvolti dal tipico fascino della capitale nordica; camminando in Bankastræti, la via principale, non si può fare a meno di notare la moltitudine di negozi di abbigliamento outdoor, ristoranti a base di pesce, pubs, disco-pubs, giochi di luci e ragazze biondo platino. Tappa obbligatoria è la Blue Lagoon, una laguna di acqua di mare riscaldata da energia geotermica, nella quale si può andare a fare il bagno durante tutto l’anno, anche di inverno quando la neve circonda il paesaggio; un’esperienza unica e rinvigorente. Dal tourist center partono inoltre numerosi tours, giornalieri e non, diretti verso le cascate di Gullfoss, il geyser di Strokkur e una serie di ghiacciai situati nel cuore dell’isola. Nel periodo invernale, quando le strade sono completamente ricoperte di neve, è anche possibile affittare la motoslitta e avventurarsi in luoghi altrimenti inaccessibili. Ricordate che 160 corone islandesi sono pari a un euro.
Oltre all’area sud-ovest del Paese, con la capitale e le varie attrazioni naturali, vale veramente la pena fermarsi per alcuni giorni nei fiordi del nord-ovest, la parte dell’isola più vicina alla Groenlandia. Io personalmente sono arrivato lì con un furgone, dato che la mia organizzazione mi sganciava di paese in paese a intervistare la popolazione locale e a fare riprese, ma è possibile raggiungere la zona tramite autobus, auto noleggiata o voli interni (non esistono ferrovie). Unico vero e proprio baluardo della civilizzazione in questa regione remota è il municipio di Isafjordur, a parte una serie di villaggi la cui popolazione vive essenzialmente di pesca. Isafjordur è un paesino situato nel mezzo di un incantevole fiordo, che offre uno scenario unico nel suo genere. É qui possibile recarsi in numerosi ristorantini locali con cucina tipica a base di pesce, in cui si può provare, tra le numerose ricette, l’Hàkarl, un piatto a base di squalo, che va degustato assolutamente tra due cicchetti di brennivin a causa del suo particolare sapore. Và infatti detto, che quando lo squalo viene catturato, viene lasciato a decomporre sotto terra per vari mesi, allo scopo di eliminare liquidi cancerogeni presenti nel suo organismo.
Non lontano da Isafjordur è situato il villaggio vichingo di Thingeyri, in parte ricostruito nel 2006 con l’aiuto economico dell’UNESCO, rispettando fedelmente la sua originaria struttura. Presso il sito si può ammirare la più grande nave vichinga ancora presente in islanda, lunga 24 piedi e costruita con legno estone durante il periodo della migrazione dei vichinghi dalla Norvegia verso l’Islanda nel 950 a.C.. Più informazioni a riguardo possono essere trovate nella Saga di Gisla, scritta da Snorri Sturluson, che parla appunto del grande esodo verso l’America. Furono infatti i vichinghi, non Cristoforo Colombo, a scoprire il Nuovo Mondo. Al giorno d’oggi comunque l’Islanda soffre di alcuni problemi nel valorizzare a pieno il proprio patrimonio storico; servono infatti ingenti somme di denaro per sviluppare e risistemare i siti archeologici, denaro che potrebbe essere ottenuto solo tramite l’accesso nell’Unione Europea; tale processo di integrazione richiederebbe tuttavia l’abolizione della pesca a strascico nel paese (praticata da gran parte dei pescatori locali) e l’apertura delle acque territoriali per i pescherecci di altre nazionalità, sottraendo così il monopolio della risorsa principale all’ Islanda, che tra l’altro già importa gran parte degli altri prodotti dal resto del mondo.
Per quanto riguarda la popolazione locale, gli Islandesi sono ovunque conosciuti per la loro calda ospitalità, in parte dovuta al fatto che la condizione di isolamento in cui vivono soprattutto durante il periodo invernale, li porta ad essere estremamente aperti e curiosi nei confronti dei turisti che giungono durante i mesi estivi. A differenza dei norvegesi e degli svedesi, la cui classe politica di destra si mostra a volte razzista, l’animo islandese è aperto e ben disposto nei confronti di turisti in cerca di avventura o desiderosi di immergersi in nuovi costumi e tradizioni. C’è da dire inoltre che una buona parte della popolazione, soprattutto nei villaggi, non è cristiana, ma crede ancora in una serie di elementi pagani legati all’Ásatrú, l’antica religione nordica, nella quale tra i tanti dei emerge Thor, dio della guerra, rappresentato dal martello. I guerrieri che moriranno in modo impavido inoltre si ritroveranno nel Valhalla, un paradiso in cui ha luogo una eterna lotta. Ogni famiglia islandese in media vive in appartamenti monofamiliari pavimentati con parchè, dotati di caminetto e circondati da un giardino; il mezzo di spostamento più diffuso è la jeep, date le condizioni precarie delle strade, soprattutto nel periodo invernale.
Per concludere, vi consiglio di visitare questo angolo di mondo tra dicembre e febbraio, quando avrete la possibilità di ammirare l’aurora boreale, spettacolo naturale unico nel suo genere che non stò qui a descrivervi; lascio la parola ai vostri occhi.
Purtroppo non ho potuto caricare tutte le foto che mi ha inviato Francesco perché troppo “pesanti”, ma se volete vederle e saperne di più scrivete a : francescodm86@live.it . Grazie ancora Francesco, e in bocca al lupo per il tuo prossimo viaggio.