Un saluto dal tatami

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 28 marzo 2014  Autore: BudoFriends

Oggi un articolo speciale su BudoBlog, scritto da un “amico” che mi è sempre stato vicino in questi 20 anni di pratica e che negli ultimi mesi mi è sinceramente un po’ mancato: il mio amico Tatami!

Un post atipico, che riporta una breve riflessione in cui si condensano pensieri ed emozioni, vissute con gli occhi di chi, con molta umiltà, si lascia in genere calpestare, spostare, montare e smontare, senza mai lamentarsi. Il Budo ci mette spesso alla prova, è faticoso e a volte ci sembra di non arrivare da nessuna parte…. ma se solo per una volta provassimo a metterci nei  panni di ciò che sta sotto i nostri piedi (spesso sudati), penseremo meno alle difficoltà per concentrarci sull’essere semplicemente lì, sul tatami.

Non entriamo nel dojo solo per mostrare di aver imparato qualcosa: siamo nel dojo perché facciamo parte di qualcosa, di veramente speciale… come ogni momento passato insieme ai compagni di pratica.

Vivere appieno ogni singolo tai-sabaki, scoprire quanta meraviglia si può esprimere con una ukemi che armoniosamente e silenziosamente porta il nostro corpo a terra (per la gioia dello stesso tatami!), calarsi umilmente nei panni di ciò che diamo per scontato come semplici materassine colorate… che in realtà sono utilissime per vivere senza paura l’arte che tanto amiamo praticare! Io ci ho provato:

“Un martedì sera come tanti ero lì, impilato in un angolo in attesa che qualcuno avesse bisogno di me, e con molto entusiasmo vedo arrivare i primi aikidoka pronti a sistemarmi sul freddo parquet del dojo…

Le mani veloci dei praticanti mi prendono e mi spostano di qua e di là, mi posizionano con cura incastrando ogni singolo pezzo con il successivo, fino a completare un monotono puzzle tramite gesti automatici, ripetuti chissà quante volte. Mentre loro parlano, ridono poi si concentrano per l’imminente lezione, io me ne sto lì buono buono, attendendo semplicemente che il primo passo venga fatto sopra di me.

Dopo un breve cerimoniale dedicato al saluto rivolto al fondatore, hanno inizio le danze. Corpi che cercano di fluttuare nell’aria mentre io sento solo il fruscio di piedi e gonnelle, qualche risata e pallidi respiri.

Per più di un’ora e mezza ascolto il gradevole alternarsi di cadute e rialzate, saltelli e risate, movimenti lenti e veloci, che bellezza far parte di questo gruppo di amici! Persone che hanno bisogno di me come io di loro, altrimenti sarei solo un qualcosa rimasto in disparte, in un angolo, in attesa di poter essere utile a qualcuno…

Un caro saluto amici miei, attendo con la consueta pazienza la prossima lezione, semplicemente per essere lì con voi… e per voi.”

 Tatami, Yours BudoFriend

E tu, carissimo Aikidoka, che importanza dai ai tatami? Hai mai pensato alla loro utilità, ti è mancato quest’amico? Scrivi le tue esperienze e considerazioni in merito qui sotto. Grazie.

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