Forse è proprio a questo che puntano i regimi del terrore: prima ancora che ai massacri di massa, alle delazioni, all'uso sistematico della tortura. A fare sì che non ci siano più persone capaci di riconoscersi, di emergere dalla massa indistinta. Possono esserci solo ruoli, numeri, divise.
Ed è questa società del terrore attentamente pianificato e regolato che Tom Rob Smith racconta in Child 44 (Sperling & Kupfer) thriller mozzafiato con inusuale ambientazione non in qualche nerissima metropoli americana, ma nell'Unione Sovietica degli ultimi anni di Stalin.
Poi 'è la trama, ovviamente: una serie di bambini uccisi e orrendamente mutilati, un'indagine contro tutto e tutti, un investigatore che mette in gioco la vita perché la verità emerga e il serial killer sia catturato.
E tuttavia Child 44 non sarebbe il romanzo che ha sbancato le classifiche senza quel contesto: quello di un mondo in cui anche il crimine doveva essere sepolto sotto cumuli di bugie, perché semplicemente ammetterne l'esistenza era da classificare come inaccettabile atto di sovversione.
Vicende mozzafiato, qualche eccesso narrativo, curiosità che resta sempre desta: non sarà il capolavoro, ma è il libro che ogni tanto ci vuole.