Digiuno? Sì, ma tre cappuccini al giorno. Sciopero della sete? Sì, ma la pipì sterilizzata in frigo. Diciamo che il metodo radicale è quanto mai lontano da ciò che il termine esprime nell’accezione di drastico, estremo, pieno, totale, ecc. Meglio così, sennò il rischio sarebbe davvero grosso. D’altronde basta la rappresentazione, in fondo si tratta di una liturgia. Procede a questo modo anche cogli annunciati quattro giorni di silenzio che Pannella ha imposto a sé e ai suoi.Radio Radicale doveva onorare il suo impegno di trasmettere le dirette dal Parlamento e non poteva spegnere del tutto i suoi microfoni. Dovendoli tenere aperti, come resistere alla tentazione di strepitare il suo silenzio? Sei minuti e mezzo mercoledì 18, otto minuti e mezzo giovedì 19 e oggi, venerdì 20 (ma siamo solo alle 13.00), altri sei minuti di Pannella. Poca roba, giusto il necessario per ribadire perché ha deciso di tacere per quattro giorni.Meglio così, però, perché a star zitto – ma proprio zitto – il rischio sarebbe ancor più grosso della fame e dell’arsura: Pannella parla per dar aria ai polmoni, sarebbe apnea, andrebbe in cianosi, dovremmo portarcelo sulla coscienza. E allora sì che non ce ne libereremmo più.
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