A quell'epoca Lisbona era nientemeno che la quarta città più grande d'Europa.
La popolazione era però totalmente ignara che, al largo del Portogallo, intricati sistemi di faglie si intersecano in una zona tettonicamente alquanto complessa ed instabile.
Appunto, il 1° novembre del 1755, il giorno della festa di Ognissanti, precisamente tra le 9:30 e le 9:50 di mattina, il movimento improvviso di una faglia a un centinaio di chilometri dalla costa generò un terremoto di magnitudo stimata tra 8,4 e 9 della scala Richter.
La prima micidiale scossa fece oscillare la terra per quasi 3 minuti, comportando il crollo di numerose chiese e palazzi, come si può appurare nella drammatica testimonianza di un chirurgo inglese di nome Richard Wolsall, in una lettera scritta alla Royal Society di Londra:
"...in pochi secondi vennero giù tutte le chiese e i conventi della città, insieme al palazzo del re e al magnifico teatro dell'opera...nessun palazzo si salvò...la visione orripilante dei morti, insieme alle grida di coloro che erano per metà sepolti sotto le macerie eccede ogni mia possibile descrizione...perfino la persona più risoluta non osava stare neppure un momento a rimuovere le pietre dal volto dell'amico più caro, sebbene molti sarebbero potuti essere salvati in questo modo: ma nessuno pensava a null'altro se non alla propria salvezza; raggiungere luoghi all'aperto e in mezzo ad ampie strade era la sicurezza più probabile."
Tra l'altro, essendo il giorno di Ognissanti, all'ora in cui avvenne il sisma le chiese erano gremite di persone.
Se il terremoto fosse avvenuto in un giorno diverso, allora le persone sarebbero state sorprese in casa e forse avrebbero avuto un pizzico di possibilità in più di salvezza.
Questo perché le case sono più piccole delle chiese, le macerie derivanti meno voluminose, più bassi i tetti (anche se, a dir la verità, a Lisbona c'erano pure abitazioni alte).
Per farsi un'idea, questa era la Lisbona prima del catastrofico evento:
Le chiese affollate, invece, con i loro pesanti tetti si trasformano ancor più facilmente in trappole mortali.
Ma il disastro non si concluse qui.
Meno di un'ora più tardi si scatenò una seconda scossa, più breve ma maggiormente intensa.
La gente sopravvissuta fino a quel momento cominciò a pensare che fosse arrivato il giorno del Giudizio, mettendosi dunque disperatamente a pregare.
Molti però si precipitarono sulla riva del mare, come se quello fosse un luogo perfetto dove rimanere al sicuro; purtroppo era l'esatto opposto.
Infatti, quasi un'ora e mezza dopo la scossa principale uno tsunami di altezza stimata tra i 6 e i 15 metri flagellò ancor più la città.
L'onda anomala non colpì solamente Lisbona, ma si abbatté sull'intera costa del Portogallo, sull'Africa nordoccidentale e non solo.
Lo tsunami si diresse infatti anche ad Ovest e praticamente attraversò tutto l’Atlantico.
L’arcipelago di Madera venne raggiunto dalle onde dopo circa un'ora e mezza dal terremoto: Funchal (capoluogo della Regione autonoma di Madera) fu allagata dal mare che dapprima si ritirò e poi entrò sul litorale per alcune centinaia di metri, con onde tra i 2 ed i 4 metri d'altezza, danneggiando porto, barche ed edifici.
Svariate navi vennero distrutte anche alle Azzorre e nel pomeriggio, dopo aver viaggiato per almeno 5-6 ore, le onde colpirono il continente americano.
Le prime terre ad essere aggredite furono le Piccole Antille: Barbados, Antigua, Martinica, Guadalupa, Dominica videro le loro spiagge paradisiache (oggi famose mete turistiche) invase dalle onde che, sia pure di solo 2-3 metri d'altezza, sconvolsero porti e cittadine anche per l’inaspettata novità rappresentata da un fenomeno naturale così devastante ed anomalo.
Dopo circa un’ora ancora, lo tsunami, con altezze comunque intorno al metro, giunse anche in Brasile e sulle coste del nord-America dove però non si registrarono danni particolari.
Tempi di propagazione dello tsunami. I numeri indicano le ore trascorse
Ecco come descrisse l'inquietante scena un mercante inglese:
"Dovevo ora attraversare una via lunga e stretta fiancheggiata su entrambi i lati da case alte 4 o 5 piani, tutte molto vecchie, la maggior parte crollate, alcune pericolanti che minacciavano i passanti con morte sicura a ogni passo; molti erano già morti e giacevano a terra di fronte a me; alcuni, cosa che io trovavo ancora peggiore, erano feriti così gravemente che non riuscivano ad alzarsi...All'improvviso udii un grido diffondersi tra la folla. Il mare sta venendo verso di noi, moriremo tutti. In quel momento mi girai a guardare verso il fiume che in quel punto è largo 4 miglia e mi accorsi che si stava innalzando e ingrossando in modo incomprensibile, dato che non c'era vento che lo potesse agitare. In un attimo apparve poco distante una grande massa d'acqua che si innalzava come una montagna, si avvicinava schiumando e con un profondo fragore, si abbatté sulla riva con tanto impeto che anche se noi tutti fuggimmo per metterci in salvo il più velocemente possibile, molti furono spazzati via."
Inoltre, nelle città colpite (e specialmente a Lisbona) le candele accese per la festa religiosa causarono svariati incendi che molti commentatori considerarono persino come una benedizione contro un'epidemia!
In realtà, gli incendi completarono l'opera di distruzione tanto che alla fine solo circa un quarto degli edifici rimase ancora in piedi (ci vollero ben 5 giorni per spegnerli tutti).
E non è ancora finita!
Sopraggiunse una terza scossa, questa volta con epicentro non al largo del Portogallo, bensì in Marocco.
Gli abitanti di Fez subirono immediatamente la medesima sorte toccata ai portoghesi.
Pure Algeri e Tangeri vennero colpite seriamente dalla calamità naturale.
Centinaia di scosse di assestamento colpirono Lisbona per circa 6 mesi, scosse che furono avvertite in tutto il Portogallo, la Spagna e l'Africa nordoccidentale.
Il bilancio dei morti è drammatico: tra i 60.000 e i 90.000 (a seconda delle fonti) su una popolazione (quella di Lisbona) stimata in 275.000 abitanti, a cui si devono aggiungere le 10.000 vittime in Marocco.
Le notizie del cataclisma si diffusero in tutto il mondo per mezzo di corrieri a cavallo e in barca.
Il disastro diventò un evento mediatico, ma si distingueva dagli altri che ebbero luogo dopo l'invenzione del telegrafo per un particolare: gli eventi impiegarono parecchie settimane per divenire notizie.
Occorsero infatti 7-10 giorni affinché la notizia fosse diffusa in Spagna e nell'area mediterranea, e ci vollero ben 4 settimane perché raggiungesse Amburgo.
Nelle colonie britanniche in America la notizia arrivò addirittura l'8 dicembre, giorno in cui le tragiche news pervennero pure in Scandinavia.
Bisogna poi specificare che questo non fu il primo grande terremoto che flagellò Lisbona.
Infatti, un sisma nel 1531 determinò la stessa quantità di danni alla città, ma non abbiamo informazioni sul numero di morti.
La ricostruzione dopo la catastrofe del 1531 costò così tanto che il Portogallo fu obbligato ad abbandonare numerose colonie nel Nord Africa.
Ma mentre il sisma del 1531 comportò, come ogni violenta scossa, soltanto danni e morti, quello del 1755 fu in un qualche modo "rivoluzionario".
Per quale motivo?
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