Niente di più sbagliato, anche se forse non l’ho capito subito, sicuramente non il giovedì a Brescia o il venerdì mattina nei primi chilometri che ci allontanavano da Ferrara verso quella che è la città d’arrivo della seconda tappa, Roma.
Le 1000 MIGLIA, quelle vere, disputate dal 1927 al 1957 con una pausa di 6 anni dovuta agli eventi bellici che tutti conosciamo, erano una corsa vera, dove vinceva chi riusciva ad essere il più veloce nel raggiungere la città di Brescia, lasciata alle spalle in tutta fretta, passando per la capitale del nostro bel paese, Roma appunto. Tutti questi chilometri, circa 1.600, da cui il nome 1000 MIGLIA, erano coperti in una sola tappa correndo sulle normali strade pubbliche, sia di notte sia di giorno, in un tempo che negli anni è variato dalle 21 ore, 4 minuti e 48 secondi della prima edizione della corsa, vinta da Ferdinando Minoia e Giuseppe Morandi su OM 665 Superba, alle 10 ore, 7 minuti e 48 secondi, record assoluto perpetrato nel 1955 dall’asso inglese Stirling Moss e Dennis Jenkinson con la Mercedes 300 SLR. Oggi, ovviamente la gara non è più di velocità pura, ma di regolarità, ed è quindi suddivisa in tre tappe con due fermate di relativo riposo, la prima a Ferrara, come accennavo prima, e la seconda nella città eterna.
Ora il fatto che l’attuale manifestazione sia divisa in tre tappe e sia una gara di regolarità, potrebbe far pensare ad una nostalgica rievocazione per ricchi appassionati di bella meccanica, ma anche quest’interpretazione è assolutamente sbagliata.
Giordano Mozzi e la moglie Stefania sulla Lancia Astura Sport, pezzo unico al mondo, del museo Nicolis
"Piove, apri la capote...."
Le 1000 MIGLIA sono state, sono e rimangono una vera corsa, seppur con diversi regolamenti, ed è un’emozione immensa avere la fortuna di prendervi parte, seguirle come inviati o ammirarne il passaggio lungo le strade della nostra bell’Italia.
Indescrivibili le emozioni che si provano vivendo l’evento in prima persona, ma le tre cose che rimangono in assoluto impresse nella memoria sono, le due ali di folla che riattraversano sia nei centri storici più grandi ed importanti che nei piccoli
paesini piuttosto che nelle strade più famose della corsa, l’emozione, la gioia e le urla di felicità dei bambini, tutti immancabilmente sventolanti la loro bandierina con la freccia rossa, eccitati per i giorni d’improvvisa festa, e lo sguardo ammirato, velato dai ricordi di gioventù, delle persone più anziane che ogni anno ritornano sulla strada per veder passare la loro corsa, quell’ammirata quando indossavano i calzoni corti, la corsa più bella del mondo.
Vi chiedo scusa 1000 MIGLIA se per un attimo ho dubitato del vostro immenso potere di suggestione, vi garantisco che il 2013 mi vedrà sicuramente di nuovo alla partenza da Viale Venezia in Brescia, per rivivere nuovamente un sogno lungo 1000 MIGLIA.
Flavio Faedi
Photo : -Flavio Faedi
- Chopard