Vorrei fare una proposta di legge che impedisca a Giovanardi di parlare.
Non tanto di parlare in assoluto ma di sparare minchiate che è poi come impedirgli di parlare poichè ogni volta che apre bocca ne spara una.
Oggi pomeriggio ero a casa di Speradisole e chiaccheravamo amabilmente del più e del meno fino a che le è venuto in mente di farmi leggere un articolo sull’Unità di oggi che dà notizia di una conferenza stampa indetta da Giovanardi per domani a Bologna.
Per parlare di cosa il prode Giovanardi convoca i giornalisti?
Quale strabiliante notizia deve uscire dalla sua rosea boccuccia sì tanto importante?
Deve parlare di Ustica.
Cribbio, direbbe qualcuno di nostra conoscenza, quale importante novità ci sarà mai da comunicare alla popolazione? sapremo finalmente se sono stati gli americani piuttosto che i francesi ad aver tirato il missile che ha abbattuto il DC9 Itavia nei cieli di Ustica 30 anni fa?
Ebbene no, Giovanardi vuol farci sapere che a tirare giù l’I-TIGI è stata una bomba; ci dirà la sua verità, non importa se contraddice tutte le sentenze fin qui emesse; non importa che la presunta bomba di Giovanardi fosse collocata sotto un lavandino, miracolosamente rimasto intatto, della toilette; non importa che la bomba di Giovanardi fosse stata tanto intelligente da tenere conto dell’ora di ritardo sul decollo dell’aereo.
Quella è la verità di Giovanardi e, come tale, da assumere a verità assoluta.
Come scrive il giornalista dell’Unità vorremmo sapere se Giovanardi parla a titolo personale, ed allora è la solita cazzata del nostro prode ed intrepido parlamentare, o se parla a nome del governo, cosa estremamente più preoccupante.
Però se lo fa a titolo personale perchè la conferenza è indetta in luogo statale quale una prefettura?
Io no so se Giovanardi si è letto tutti i fascicoli processuali su Ustica, io l’ho fatto e ci ho impiegato due anni, ma se lo ha fatto di quelle carte non ha capito una cippa; se non lo ha fatto gli consiglio di farlo ottenendo due risultati 1) per due anni sta zitto, 2) potrebbe avere delle sorprese, magari non piacevoli, ma sorprese sì.