Titolo originale: Suite française
Autore: Irene Nemirovsky
Editore: Garzanti
Pagine: 416
Prezzo: 4,90€
Data di uscita: 12 marzo 2015
Sinossi: Suite francese, pubblicato postumo nel 2004, è l’ultimo romanzo di Irène Némirovsky. Scritto agli albori del secondo conflitto mondiale a Issy-l’Évêque, in Borgogna, è un affresco spietato, composto quasi in diretta, della disfatta francese e dell’occupazione tedesca, in cui le tragedie della Storia si intrecciano alla vita quotidiana e ai destini individuali. È un caleidoscopio di comportamenti condizionati dalle aberrazioni della guerra, dalla paura, dal sordido egoismo, dalla viltà, dall’indifferenza, dagli istinti di sopravvivenza e di sopraffazione, dall’ordinaria crudeltà, dall’ansia di amore. È il racconto della passione, ambigua e tormentata, che nasce tra una giovane donna il cui marito è disperso al fronte e un ufficiale tedesco. Con lucida indignazione ma anche con pietà, Némirovsky mette a nudo le dinamiche profonde dell’esistenza umana di fronte alle prove estreme e scrive un insperato capolavoro della letteratura del Novecento. Irène Némirovsky nasce nel 1903 a Kiev, in una famiglia dell’alta borghesia ebraica. Emigrata a Parigi nel 1919, frequenta la Sorbona e si appassiona alla lettura di Huysmans, Wilde e Proust. Ai primi racconti segue, nel 1929, il romanzo dell’affermazione, David Golder. Dopo l’invasione tedesca della Francia viene arrestata e deportata ad Auschwitz, dove muore nell’agosto 1942 in poco più di un mese di prigionia.
La mia recensione★★Nonostante agognassi la lettura di questo libro da molto tempo, mi sono decisa a prenderlo in mano soltanto quando l'omonimo film è arrivato nelle nostre sale cinematografiche.
Purtroppo però ne sono rimasta un po' delusa, soprattutto per il fatto che le pubblicità - editoriali e cinematografiche - inerenti a questa storia ci hanno dato falsi indizi e false aspettative.
Della grande storia d'amore - come recita il retro-copertina di questa nuova edizione Garzanti - non si vede nemmeno l'ombra.
Il libro è diviso in due parti: "tempesta di giugno" e "dolce".
Nella prima parte la scrittrice narra la storia di quattro famiglie/personaggi durante l'invasione di Parigi nella seconda guerra mondiale.
Il racconto si basa tutto su quello che queste persone vedono della guerra scappando dalla loro casa e dalla loro città. Pochi sono i dialoghi che renderebbero più scorrevole la lettura. Al contrario, ci viene fornita un'ampia parte discorsiva che, complici anche i vari flashback, rischia di farci perdere il filo della storia.
Personaggi avari si mischiano a persone lagnose fino a creare una massa variopinta di caratteri. Tutte intente a portare a casa la pelle e salvarsi da quella maledetta guerra... ma non sanno però che i loro gesti e le loro azioni - quali che siano - portano sempre a conseguenze e finali anche non rosei.
La seconda parte invece, che nulla ha a che fare con la prima se non il rapido accenno ad un paio di personaggi appartenuti a "tempesta di giugno", è la storia di una bella ragazza francese, il cui marito è prigioniero di guerra, e dell'ufficiale tedesco che si stabilisce in casa sua durante l'occupazione del villaggio in cui vive.
Stando a quello che ci avevano promesso gli editori, la loro sarebbe dovuta essere una grande storia d'amore. Tutt'altro! Lei è devota alla patria e, anzi, agogna il momento in cui l'esercito se ne andrà dal suo paese. Piuttosto è in lui che si vede un piccolo barlume di amore, ma il sentimento è soltanto accennato e mai approfondito.
Gran parte di ciò che è scritto racconta le vicende dei vari personaggi che ruotano attorno alla coppia.
Ad essere sinceri, in parte questo libro mi ha annoiato, soprattutto nella prima parte.
Mi sarei aspettata di più. Peccato.
La recensione di Antonella★★★Suite francese è un’opera letteraria incentrata su due movimenti, come nella musica classica, ma che nelle intenzioni dell’autrice doveva consistere di ben cinque stanze. L’opera - rimasta incompiuta a causa della deportazione della Némirovsky ad Auschwitz, dove morì il 19 agosto del 1942 è stata pubblicata per la prima volta nel 2004 grazie a una delle sue figlie - si compone di sole due parti: Tempesta di giugno e Dolce.
Nella prima parte l’autrice descrive attraverso una carrellata di personaggi tutti diversissimi tra loro, quello che fu l’esodo dei Parigini durante l’occupazione nazista del 1940. In essa si alternano protagonisti come I Péricand, famiglia benestante con molti figli che tra perdite e ritrovamenti, riesce a tornare sana e salva agli agi della propria vita domestica; lo scrittore Gabriel Corte che con la sua amante dovrà mischiarsi, trascinando con sé anche i suoi preziosi manoscritti, nella plebaglia in fuga e sopravvivere ai bombardamenti e al sudiciume che cambieranno almeno all’apparenza la sua prospettiva di vita; i Michaud, una coppia di modesti impiegati il cui figlio è arruolato e di cui non hanno più notizie; Charles Langelet, un ricco scapolo sessantenne che vorrebbe salvare la sua collezione di porcellane più della propria pelle.
Attraverso questa rosa di personaggi, la Némorovsky ci mostra la confusione della fuga in quei giorni di panico e l’attaccamento delle persone non soltanto alle proprie abitudini, ma anche agli oggetti stessi della propria quotidianità.
Giunti a “Dolce”, la seconda e conclusiva parte, il lettore può immergersi in una lettura che perde la frenesia della fuga, ma che si adagia in una strana quiete dove serpeggia la tensione dovuta alla convivenza tra l’esercito tedesco occupante e i francesi vinti. Questa seconda parte è ambientata in una piccola città della campagna della francese, a Bussy, nei primi mesi dell’occupazione tedesca. Qui le protagoniste sono la vedova Angellier e la nuora Lucile, che come tutte devono ospitare un tedesco in casa loro e nello specifico l’ufficiale Bruno von Frank. Nasce una tenerezza tra l’uomo e la giovane donna tiranneggiata dalla suocera che l’accusa di non amare il marito prigioniero in Germania. In questo paesino alle porte di Parigi ritroviamo anche Madeleine, una ragazza che in Tempesta di giugno aveva curato Jean- Marie, il figlio soldato dei Michaud, allora gravemente ferito. Madeleine è una contadina che ha sposato Beinot, un francese rozzo che ben presto si metterà nei guai a causa della gelosia verso Kurt Bonnet, il giovane ufficiale tedesco che vive a casa sua e che corteggia la moglie.
È bello notare come, per donne come Lucile, i tedeschi a un certo punto smettono di apparire come i cattivi invasori, come il nemico, ed esse riescano a scorgere in loro niente più che il ragazzo e l’uomo sotto la divisa.
Lo stile della Némirovsky è leggero e curato; indugia su alcune descrizioni paesaggistiche e dei vari caratteri senza però essere pesante. L’opera è incompiuta, le emozioni non sono fortissime sebbene si legga con una certa rapidità. Per il lettore romantico potrebbe rappresentare una delusione dato che l’amore non è il centro di questo romanzo, l’autrice lo sfiora ma non lo coglie.
Nel complesso ho trovato Suite francese interessante per gli eventi storici narrati e vissuti dall’autrice stessa, come se fosse una sorta di diario camuffato da romanzo, ma non ho riscontrato quel di più che poteva fargli avere un posto di riguardo nelle mie preferenze letterarie.
Novel Teas - le citazioni su una bustina da tèLe Novel Teas sono citazioni tratte dal romanzo e "impresse" per l'occasione sopra ad una bustina di tè, un modo "diverso" di trascorrere il tea time, ossia leggendo qualcosa.
«Tutto questo non ci riguarda, non è colpa nostra. Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna esiste una sorta di Eden dove non ci sono né morte né guerre, dove bestie feroci e cerbiatti giocano pacificamente insieme. Dobbiamo solo ritrovare quel Paradiso, chiudere gli occhi davanti a tutto il resto. Siamo un uomo e una donna. E ci amiamo».
«Un romanzo deve somigliare a una strada affollata di sconosciuti, nella quale si trovano a passare due o tre creature, non di più, che conosciamo a fondo».
«Odiava la guerra, molto più che una minaccia alla sua vita o alla sua tranquillità: distruggeva in ogni istante il suo universo creativo, l'unico in cui si sentisse felice, come il suono di una tromba stonata e terribile che facesse crollare le fragili pareti di cristallo erette con tanta fatica fra sé e il mondo esterno».
Un tè per il libro
Esso stesso (il tradizionale Ceylon) è menzionato all'interno del romanzo.