Mi hanno detto che bisogna scrivere forte e chiaro su ciò che fa male.
E complice questa giornata un po’ uggiosa, di un inizio settembre che strizza ancora l’occhio all’estate, eccomi qui.
Recentemente – a dire il vero in occasione del mio compleanno – una mia carissima amica – quasi sorella, oserei affermare – è riuscita a stupirmi dicendomi “io ti invidio”.
Mi ha lasciata basita: non tanto per la frase in sé, quanto piuttosto perché questa persona mi conosce da sempre e benissimo. E conoscendomi da sempre e benissimo sa esattamente tutto quello che ho passato, e passo ogni giorno, le battaglie quotidiane verso un equilibrio precario sempre minato dalla mia mancanza di sicurezza, dalle mie paranoie e da fatti e avvenimenti esterni che ci sono stati – e per carità, sempre ci saranno, perchè è la vita è l’importante è imparare a danzare sotto la pioggia – come Pinterest ci ricorda ogni volta che lo si apre.
E’ facile trarre conclusioni: lavoro bello, fidanzato bello, blog bello, abiti belli. Così sulla carta tutto sembra perfetto. Invece bisognerebbe soffermarsi di più a pensare che ciascuno ha le proprie battaglie da combattere. grandi o piccole. Dolorose o meno dolorose. Ma ci sono sempre. Il tutto sta nella capacità di affrontarle, e più di tutto di guardare in prospettiva, oltre la risoluzione stessa del problema.
Non solo: bisogna soffermarsi a contare le benedizioni che abbiamo, sono quelle che fanno da scudo alle male lingue e agli invidiosi.
Vogliamo andare nel dettaglio? Potrei raccontare di quanto ho sofferto e soffro quotidianamente per mia madre. O quanto mi senta sempre inadeguata rispetto a quello che devo affrontare, e il più delle volte, inconsciamente, mi ci butto a capofitto, ad alta velocità, così che non sento più la paura. O ancora: a quanto mi manca da sempre una famiglia da chiamare veramente mia, al mio sogno di diventare madre, alla mia necessità di essere sempre ricoperta di quelle famose coccole. E come è troppo facile per me non fidarmi delle persone e quanto questo mi torturi, quanto per questo mi colpevolizzi, quanto questo mi porti a costruire scenari che grazie a iddio non si realizzeranno mai.
O di nuovo: quando ho dovuto affrontare pretenziosi avvocati di quel ramo del lago di Como che nascondendosi dietro commenti anonimi si arrogavano il diritto di insultare per far crollare castelli e relazioni- e il dramma è che ci sono anche riusciti – e per mancare di rispetto alla mia famiglia, lanciando anatemi assurdi e senza senso in nome di chissà quale ridicola crociata stava avvenendo nel loro minuscolo cervello.
Eppure.
Eppure forse si, invidiami perché riesco a vedere sempre il lato positivo, nonostante tutto. Perché la mia pazzia ha una fantasia più vasta di tutte queste negatività di cui a volte siamo circondati.
Perché la fenice è il simbolo di noi Gemelli: ed è un po’ così.
Rinasciamo sempre dalle nostre ceneri.
Il mio cuore è stato rotto, spezzato, strapazzato miliardi di volte: da amori, amici, colleghi e persino famigliari. Ma bisogna sempre accettare ciò che stiamo attraversando e quasi avvolgerlo, come se fosse la migliore lezione di vita che ci potesse capitare. Non bisogna lasciarsi consumare, ma solo ritrovare l’equilibrio in mezzo a tutte queste voci. Centrarci.Bilanciarci. Accogliere con delicatezza tutta la gentilezza che nel mondo c’è ancora, perchè è tanta ed esiste. Anche se a volte ci chiediamo dove sia finita.
Bisogna ancorarsi a chi amiamo. Con tutte noi stesse. E con tutto il coraggio scegliere noi, con i miliardi di difetti che abbiamo, con le nostre incongruenze e con i nostri capricci. noi, che amiamo così tanto, ma ci rispettiamo troppo poco a volte, in nome di “quell’altro” che ha sempre la priorità sulle nostre necessità: perchè quando amiamo vogliamo dare tutto. Tempo, amore, energia, soldi, tutto. Cher questo è il nostro modo di amare. Totale.
E allora va bene. ma basta solo ricordarci di destinare un po’ di tutto questo amore ai nostri pensieri più intimi e alla nostra essenza.
E poi siamo fortunate. perché nella nostra strada incontriamo persone speciali che ci anno vivere momenti di grande ricchezza per l’anima.
Una di queste persone che ho avuto l’onore di incontrare è lo chef Norbert Niederkofler. Un visionario, un innovatore amante delle tradizioni, una persona speciale, una bell’anima che mi ha commosso e insegnato molto, durante questa intervista.
Un’autorità, eppure così semplice, così cool, così alla mano.
Pieno di cose da dire, eppure schietto e semplice nell’articolare le risposte.
Siamo andati a trovarlo nel favoloso hotel dove lavora, nella sua cucina con vista sui boschi.
Mi sono innamorata della sua cucina, dei suoi piatti, del suo staff e dei sapori che in un attimo è riuscito a creare ed esaltare.
E’ sempre stato durante il weekend in Alta Badia, dove mi vedrete anche alle prese con una bicilettata e soprattutto con un picnic ad alta quota, dove tra fiori antichi e panorami da elevare l’anima, abbiamo pranzato in maniera divina stesi sull’erba.
Sempre il quel weekend abbiamo mangiato lo strudel da un mastro pasticcere, così delizioso nel porsi verso di noi, che i suoi dolci rispecchiavano questo suo moto dell’anima,
Siamo state catapultate in uno scenario incredibile, tipo la Fabbrica del cioccolato: una visita in questa cantina, dove i pavimenti danzavano, le bottiglie ci parlavano e il vino cantava. Da non perdere.
Sono salita in cima, su una casa sull’albero e ho così sfatato le mie vertigini. Ho mangiato formaggio delizioso. Ho riso. E soprattutto ho baciato il terreno quando abbiamo riconsegnato le biciclette volanti con cui abbiamo attraversato le montagne.
Un po’ di indirizzi per scoprire questi luoghi magici:
I migliori strudel e le migliori colazioni: http://www.idolcidiricky.it/
I rifugi e i masi da non perdere :
http://www.jimmyhuette.com/
http://www.masorunch.it/dev/index_IT.php
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http://www.fornata.it/rifugio/il-rifugio-uetia-de-bioch.htm
Hotel:
http://www.hotel-laperla.it/it/hotel-corvara/1-0.html
http://www.rosalpina.it/
Per tutte le altre informazioni:
http://www.altabadia.org/it-it/homepage_alta_badia