Il Governo Letta ha emanato in questi giorni la “Direttiva Ministeriale in merito alla politica militare per l’anno 2013″. Si tratta di un oscuro e burocratico documento con il quale si esplica la politica militare del nostro paese. Niente di straordinario verrebbe da pensare visto che la nostra Costituzione attribuisce alle nostre forze armate una semplice difesa dei confini nazionali oltre che l’espletamento di missioni di pace (o presunte tali) in paesi terzi.
Invece no. Questo oscuro documento assume una valenza – a modo di vedere di zeroconsensus – veramente straodinaria. Infatti a pagina otto, riportiamo testualmente dichiara senza tanti giri di parole quanto segue: “Elemento irrinunciabile della politica nazionale è anche il pieno rispetto degli impegni assunti in sede europea, impegni finalizzati a garantire la stabilità di lungo periodo della moneta comune e, con essa, dell’intero sistema economico comunitario. Tale stabilità deve essere considerata come essenziale per il perseguimento del fine ultimo costituito dalla sicurezza del sistema internazionale e delle relazioni politiche ed economiche che in questo si sviluppano.”
Come si può capire la novità è di estremo interesse: viene postulato (al di fuori di qualunque legalità costituzionale, a modestissimo avviso di chi scrive) l’utilizzo delle forze armate a difesa degli impegni europei in materia economica e dunque per garantire la stabilità della moneta unica europea.
Ma chi vorrebbe/potrebbe minare la stabilità dell’Euro? Le ipotesi che si possono fare a modo di vedere dello scrivente sono due:
1) Un attacco speculativo portato avanti da chi vede nell’euro una moneta artificiale fatta in un’area valutaria non omogenea (così come in passato si sono avuti attacchi speculativi, coronati da successom contro il serpente monetario);
2) Proteste di piazza da parte di chi non accetta i sacrifici necessari per garantire la stabilità dell’Euro.
Ora, pare alquanto improbabile che si decida di usare le nostre cannoniere contro gli gnomi della city di Londra, di Wall Street o di Basilea qualora decidessero di sferrare un’attacco speculativo contro la moneta unica (magari facendo leva sui bond sovrani). Rimane dunque la seconda ipotesi, ovvero quella che il Governo si dichiara pronto anche ad usare la forza militare – ove necessario – per garantire l’ordine costituito se scoppiassero rivolte di piazza contro i futuri (credo terribili) sacrifici che saremo chiamati a pagare.
Qui il link al documento in questione