Monumento a Brummell in Jermyn Street
Prese poi a curare con particolare attenzione l'igiene intima, con generoso impiego di acqua e sapone, eliminando la parrucca incipriata (ma spesso semplicemente infarinata) che era in pratica un ricettacolo di sporco e pidocchi, arrivando fino al culmine della "bizzarria" di cambiare camicia ogni giorno. Tutto questo senza la leziosità dei cicisbei.( Piccola degressione. I Cicisbei, o cavalier serventi, erano gentiluomini che accompagnavano, nel Settecento, le nobildonne sposate nelle occasioni mondane, feste, ricevimenti, teatri e le assistevano nelle incombenze personali: toletta, corrispondenza, compere, visite. Era in pratica un accessorio indispensabile per una Signora. Infatti il cavalier servente ricopriva un ruolo più che ufficiale: era noto il suo rapporto di “servizio” con la dama, era in buoni rapporti col marito e con la famiglia, era insomma un appoggio che serviva a garantire rispettabilità alla signora oltre che contribuire allo sviluppo della rete di conoscenze e relazioni che la nobiltà utilizzava per affermare e sviluppare il suo potere. L’uso fu infatti ristretto alla sola classe nobiliare e, in rari casi, a quella altoborghese. La società maschile settecentesca era dunque divisa tra i mariti occupati nelle cacce, nei viaggi, negli impegni politici e negli affari, e altri uomini che invece preferivano la compagnia delle signore, i loro divertimenti, il corteggiamento, la galanteria, una società ingentilita che appunto aveva la propria peculiarità nella ‘conversazione’. Sarebbe però un errore considerare questa seconda categoria di uomini come effeminati, sebbene certamente rispetto al ruolo virile del marito, il cicisbeo era considerato un po' lezioso e sdolcinato) Torniamo a noi.
La facciata del Bon Saveur, l'ospizio dove morì Brummell
La passione del gioco rovinò il Beau Brummell: con l'aumentare dei debiti, diminuivano le sue speranze di continuare a far parte del Ton. Dovette ricorrere agli strozzini, e, infine, all'esilio volontario. Oltretutto la sua impertinenza alla corte gli era costata cara: Giorgio IV e il dandy bisticciarono, e l'ultimo andava per Londra minando la rispettabilità del sovrano con frasi del tipo: "Io l'ho creato: posso anche distruggerlo!". L'esilio volontario di Brummell fu un'occasione da parte dello sceriffo per organizzare un'asta con tutti i mobili e suppellettili del Beau (fuggito a Parigi) asta alla quale partecipò tutta la crema della città: d'Aurevilly racconta come un marchese e un barone si arrabattassero l'un l'altro per avere un affatto prezioso ammenicolo, o una marchesa e una contessa si bisticciassero un portasapone appartenuto a colui che regnava nei salotti londinesi più del principe stesso. Brummell morì pazzo, in un albergo, al termine di uno dei frequenti ricevimenti immaginari al quale aveva invitato tutta la nobiltà inglese. Una tale fine per un Tale uomo mi spezza il cuore, ma purtroppo sono arrivata tardi e non posso salvarlo!
Tanto splendidamente aveva vissuto quanto miseramente morì. E con questa malinconica immagine, vi saluto con una lacrimuccia sul viso.
Film sul Beau
- Beau Brummell (1913) di James Young
- Beau Brummell (1924) di Harry Beaumont
- Lord Brummell (Beau Brummell, 1954) di Curtis Bernhardt
Con affetto,Irene