Un viaggio in Ucraina al di fuori del calcio

Da Lundici @lundici_it

Il calcio fa il suo gioco: il nome dell’Ucraina, il Paese europeo territorialmente più esteso, oggi capita di sentirlo più spesso del solito. Qualcuno attende di vedere le partite in televisione, qualcuno forse ha in mente di fare un viaggio. Mi chiedo, quanti percepiscono un eventuale viaggio (che sia vero o telematico) nel mondo del calcio come un viaggio anche in Ucraina?

Oleg Rumyantsev ed è un docente universitario di origine ucraina. Oleg oggi vive ad Ancona, è docente universitario di Storia dell’Europa orientale, invece di rispondere alle nostre domande ha preferito scrivere un bell’articolo per farci conoscere un po’ il suo paese

Negli ultimi anni l’Ucraina si è fatta notare per una serie di eventi molto meno attraenti di una partita di calcio. Oggi si presenta come un paese oligarchico, intriso di sporche lotte politiche, conosciuto per il mancato rispetto dei diritti civili,nonché della vita e della natura in generale. La lotta con il passato sovietico è tutt’ora in corso e i risultati lasciano ancora a desiderare: la rivoluzione arancione e le speranze di un avvicinamento rapido al mondo occidentale hanno per ora lasciato spazio a un pantano post-sovietico assai tipico per molti paesi dell’ex-URSS.

Il meraviglioso Monastero delle Grotte (Lavra) - Kyiv

Sembra che in Europa questi cambiamenti non siano passati inosservati. Una recentissima dichiarazione del Parlamento Europeo condanna senza mezzi termini le tendenze totalitarie del governo ucraino in carica. Molti governi hanno già boicottato le recenti iniziative politiche in Ucraina e molti capi di stato non si recheranno nemmeno al Campionato, in segno di protesta. E hanno tutte le ragioni: il doppio gioco del governo ucraino, che a parole promuove le priorità europeiste, ma di fatto assomiglia sempre di più alla dittatura sovietica, non può e non deve essere tollerato, soprattutto perché penalizza gli ucraini stessi e mette in dubbio la democratizzazione del Paese.

Che siano gli affari a dominare il mondo, spesso a spese della giustizia, è un triste dato di fatto: se il brutale massacro della popolazione tibetana non ha fornito pretesti sufficienti per boicottare le olimpiadi di Pechino, il caso ucraino, incommensurabilmente più microscopico, non fermerà i giochi in Ucraina, anche se la speranza che la voce grossa dell’Europa faccia ragionare i neo-dittatori è decisamente più realistica. Inoltre, per chi in Ucraina sta lottando per i propri diritti, è importante rimanere al centro dell’attenzione: il supporto morale e lo sguardo attento dell’Ovest risulta ora un fattore vitale. Poiché in gioco c’è il futuro dell’Ucraina, la terra tra l’Oriente e l’Occidente per eccellenza, che potrebbe consolidarsi sulla strada europea o, opzione più tragica, ricadere in una specie di totalitarismo putiniano.

Se la storia fino ad oggi non aveva dato molte chance all’Ucraina, e nonostante molte possibilità sprecate, ora il Paese vuole liberarsi dalle ombre del passato e pretende di avere un futuro migliore. E a questo punto non può che crescere e svilupparsi, e visitarlo, a prescindere anche dalle vicende calcistiche, davvero vale la pena. In più l’approfondimento della conoscenza tra gli abitanti dell’UE e gli ucraini potrebbe favorire un futuro avvicinamento e darebbe più fondatezza alla speranza che l’Ucraina continuerà la propria strada proprio in direzione europea.

La mappa partite degli Europei-2012 riguarderà i maggiori centri dell’Ucraina lungo tutta la sua estensione. A molti visitatori le diverse parti del Paese, nonché gli ucraini stessi, sembrano spesso del tutto omogenei,ma lo sguardo di un visitatore più attento scorgerà molte differenze tra i diversi angoli di una nazione europea così estesa.

La cattedrale di Santa Sofia a Kyiv

Prendiamo le città del campionato. Kyiv, una delle più verdi capitali d’Europa, è anche la città più grande del Paese. Lo Stadio Olimpico di Kyiv ha già ospitato grandi eventi: nel 1980 qui sono state giocate otto partite delle olimpiadi. Ricostruito e riaperto nel 2011, sarà la meta principale dei turisti nei prossimi giorni. Ma non è l’attrattiva più grande di Kyiv: secondo l’UNESCO, i monumenti più importanti della capitale sono il complesso del Monastero delle Grotte, più noto come Lavra, e la Cattedrale di Santa Sofia. Assedi e distruzioni sono stati numerosi a Kyiv, e talvolta sembra strano che la città riesca tutt’ora a conservare qualcosa di antico, ma la Porta d’Oro, ad esempio, è testimone di ciò che è restato dopo l’invasione mongola del 1240, e le cupole dorate della Cattedrale di San Michele, di recente ricostruzione, simboleggiano che la città è sopravvissuta anche ai bolscevichi.

Osservando Kyiv, vi accorgerete che anche i suoi abitanti sembrano apprezzare la propria città: i posti più centrali come il corso Khreschatyk, la Discesa di S.Andrea e il quartiere antico di Podil non sono mai deserti. E se visitate il museo di architettura popolare a cielo aperto Pyrohovo, dove sembrerà davvero di trovarsi in altri luoghi e in altri tempi, anche lì troverete qualche kyiviano che visita le antiche costruzioni non per la prima volta.

Gli ucraini sono un bel dilemma: talvolta possono sembrare più moderni e disinvolti di molti europei, e talvolta sono lì, a contemplare il passato visibile e non, che li lega alla loro terra e li fa sprofondare nel pozzo dei ricordi. Il carattere nazionale rispecchia molto l’essenza del Paese tra Oriente e Occidente: basta pensare ai cosacchi, guerrieri della steppa orientaleggiante, nomadi e briganti, che hanno basato la loro civiltà su valori occidentali, quali democrazia e libertà individuale come valore supremo. Forse gli ucraini odierni non sono molto diversi dai loro antenati, nel bene e nel male.

C’è da dire che qualche anno fa una visita di un turista europeo in Ucraina, soprattutto quella più remota, era piuttosto un’utopia, mentre oggi il contatto sempre più frequente con chi viene dall’UE e la preparazione agli Europei di calcio hanno avvicinato gli ucraini all’idea di ospitalità su larga scala. Per ora questo non significa che l’inglese degli ucraini sia diventato fluente e gli alberghi periferici meno fatiscenti, ma vuol dire che alla tradizionale ospitalità ucraina si è aggiunta la disponibilità a farlo e la necessaria apertura mentale.E non è poco.

Piazza Rynok a Leopol

Le differenze tra l’Oriente e l’Occidente ucraino difficilmente passeranno inosservate. Leopoli o Lviv, la città principale dell’Ucraina Occidentale, nonché una delle mete calcistiche di questo campionato, forse è la parte più europea della Nazione:essendo stata parte dei possedimenti austriaci fino al XX secolo, richiama molto lo stile asburgico già nell’architettura del centro storico. Questa parte del Paese si distingue per la fede greco-cattolica ucraina, a differenza del Centro e dell’Oriente ortodossi, per essere custode della lingua ucraina e dei suoi variopinti dialetti, che nel resto del Paese tutt’ora convive con il russo, nonché per lo spirito nazionalista, grazie al quale è nota tra gli storici come il Piemonte ucraino.

I piani quinquiennali hanno lasciato un'architettura dal fascino un po' grigio

L’Est del Paese, al contrario, è molto più industrializzato e sovietizzato: dopo 20 anni di indipendenza, la rinascita nazionale qui è più lenta rispetto alle altre parti dell’Ucraina. La carestia degli anni 1932-33, nota come Holodomor (il genocidio staliniano degli ucraini), portò via milioni di vite soprattutto in questa regione; così la vita tradizionale legata alla terra scomparve, mentre la popolazione fu prontamente rimpiazzata dagli immigrati di altre parti dell’URSS e dalla relativa cultura sovietica. Kharkiv, un’altra meta del campionato e seconda città ucraina per numero di abitanti, fu la prima capitale della Repubblica Ucraina Sovietica negli anni 1919-1934. Non si distingue molto da tante altre città dell’ex-impero, costruite con lo spirito della collettivizzazione e senza tanti criteri estetici. L’enorme piazza principale, tra le più grandi d’Europa, è circondata da edifici di architettura sovietica. Anche Donetsk è una città moderna, sviluppatasi già nel XX secolo, senza particolari punti di interesse architettonico, ma con in cambio una sviluppata industria dei divertimenti e con la fama di essere una delle città più verdi del mondo. Si trova letteralmente su enormi giacimenti di carbone, così la favorevole situazione finanziaria ha permesso di realizzare per gli Europei-2012 uno stadio ai massimi livelli proprio qui, nell’estremo oriente del Paese.

Quindi, se visiterete le quattro città del campionato, potrete osservare paesaggi e caratteri e sentire lingue diverse. La cosa risulta tipica anche per le altre nazioni: un paese industrializzato a metà, con un’altra metà ricca di cultura e tradizioni, può ricordare anche la situazione italiana (divisione del tutto stereotipa, ovviamente).Come l’Italia, l’Ucraina ha un suo Garibaldi, il cosacco Bohdan Khmelnystkyj, e come gran parte delle culture ha un suo Robin Hood, il brigante Oleksa Dovbush. E così via, tra eroi, antieroi e differenze regionali: i partigiani nazionalisti della Seconda guerra mondiale vengono rifiutati in Oriente, mentre i partigiani comunisti sono nemici dall’altra parte. Come altrove, la multiculturalità e il mosaico di subetnie e di diversi approcci alla storia costituiscono sia la ricchezza che un potenziale pericolo: come in Italia e altrove, in Ucraina non manca chi in momento di crisi è pronto ad abbracciare la causa separatista: ciò che in Italia è presentato, ed esempio, dal Nord-Est o dalla Sardegna, in Ucraina corrisponde in linee generali al caso della Crimea, o a quello della Transcarpazia. Tuttavia, come in Italia e altrove, il desiderio di stare insieme rimane forte e aiuta a trovare sempre più somiglianze che differenze.

Ovviamente, l’Ucraina non finisce con le quattro città nominate. Se avrete l’occasione di esplorare le altre parti del Paese, vi accorgerete che le diversità culturali e paesaggistiche sono assai più numerose. Ad esempio, l’Est non si distingue solo per le sue industrie e i suoi giacimenti, ma anche per molti parchi naturali, tra cui spicca la steppa integrale della riserva Askania-Nova, mai toccata da un aratro. Qui ci sono le terre dei cosacchi, i cui stanziamenti una volta si trovavano nelle difficilmente raggiungibili rapide del Dniprò. E poi, se cerchiamo i posti più belli dell’Ucraina, è di dovere, ad esempio, tornare al suo Centro e visitare il più bel parco ucraino di Uman. E Odessa con la scalinata Potemkin? E il monastero di Pochajiv nell’Ucraina Occidentale? E la fortezza genovese a Sudak, in Crimea?..

Le attrattive davvero non mancano. La cosa più bella però è il fatto che visitando l’Ucraina  si visita un posto che anche le migliori guide turistiche stentano a descrivere in modo adeguato e completo. È una terra da scoprire da soli, con pazienza e senza pregiudizi, con curiosità e senza pretese, con prudenza e senza paura. Forse proprio adesso, nel periodo delle incertezze del futuro che gravano sull’Ucraina, sarebbe il momento migliore per visitarla da ignota e sconosciuta.

Il Monumento dedicato al grande poeta Shevchenko. A Leopoli

Del resto, quando vedrete le partite, ricordate, cheShevchenko è un cognome sacro in Ucraina… Ma non per il meritevole calciatore Andrij, che è solo l’omonimo del geniale Taras, poeta che ha cantato la bellezza e la storia dell’Ucraina nelle sue poesie. Questo per dire che se il calcio sarà davvero quella finestra attraverso la quale il mondo conoscerà l’Ucraina, allora c’è da sperare che gli sguardi dei curiosi non si fermeranno sulle tribune degli stadi, fatti per riempire le tasche di chi oggi non rappresenta l’Ucraina nel migliore dei modi, ma spazieranno ben oltre per raggiungere ciò e chi questa terra di confine può presentarla per merito e nel modo migliore.

Buon viaggio.


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