Una Ballerina sulle rive della Senna

Creato il 13 dicembre 2010 da Fugadeitalenti

In Italia gli artisti sono ancora considerati come dei “saltimbanchi”, dei bohèmiens romantici e senza voglia di lavorare. Io stessa, prima di partire definitivamente, mi sono iscritta all’università e mi sono laureata, un po’ con l’intenzione di preparare il mio futuro… “Quando comincerò a lavorare seriamente, quando diventerò grande”, come mi hanno detto un giorno. Per poter infine rispondere a coloro che mi chiedono: “tu che lavoro fai?” E io rispondo: “la ballerina”. Segue: “Ah… sì, ma di lavoro?“”

Parola di Elena Ciavarella, 33enne ballerina espatriata in Francia per trovare lì quei riconoscimenti professionali che in Italia le sono venuti a mancare. Elena coltiva la passione per la danza classica e moderna fin da piccola, nella sua città natale di Massa Carrara. A 19 anni prende la decisione di trasferirsi una prima volta a Parigi, avviando un rapporto con la capitale francese destinato a cambiarle la vita. Nella città transalpina studia danza contemporanea al conservatorio di Boulogne, prima di rientrare in Italia e iscriversi all’Università di Pisa, per studiare Lettere Moderne e Discipline dello Spettacolo. In contemporanea, comincia a insegnare danza, continuando a formarsi, con stage sia in Italia che in Francia. Avvia presto la carriera di ballerina nel Belpaese: poi però, dopo la laurea, opta per tornare a Parigi. E’ il 2003:  da quell’anno non farà più ritorno al di qua delle Alpi.

A Parigi Elena lavora come freelance per diverse compagnie: lei stessa ha fondato una sua compagnia due anni fa, con la quale ha cominciato a realizzare i propri progetti. “Appena arrivata in Francia mi ha sorpreso l’abbondanza e la ricchezza della vita culturale“, racconta lei. Oltralpe esiste pure il sistema della “intermittance du spectacle”, una rete di sussidi che copre gli artisti, permettendo loro di affrontare periodi di disoccupazione e mancanza di lavoro senza ricorrere ad altri impieghi.

Elena qualche piccolo tentativo di rientro, quantomeno professionale, l’ha fatto: “un anno fa ho scritto un progetto e ho cominciato a proporlo in Italia. Purtroppo i miei tentativi non hanno dato alcun risultato. La cosa che mi scoraggia di più, quando torno, è la mentalità provincialista e il nostro modo di agire, con una superficialità disarmante“, confessa scoraggiata.

Ospite della puntata è Mauro Bigonzetti, coreografo principale di Aterballetto, una delle realtà più affermate nel panorama della danza italiana. Con lui discutiamo delle opportunità professionali offerte ai giovani artisti, in Italia. E del perché così tanti di loro lasciano il Belpaese.

Nella rubrica “Spazio Emigranti” ospitiamo Saul Caia, fondatore del progetto Italoemigranti, un sito web nato per raccogliere le testimonianze video dei nostri giovani espatriati. Una specie di “You Tube” del giovane emigrante.

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La discussione lanciata in trasmissione: “Un eccesso di mentalità provinciale sta portando a una forte superficialità di giudizio, e ad una mancanza di professionalità in Italia? Ciò può rappresentare un ostacolo per i giovani di talento, che intendono proporre progetti artistici o di altra natura, basandosi solo sulla loro qualità e carica innovativa? Come risolvere questo problema?”

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Alla prossima puntata: sabato 18 dicembre, dalle 15 alle 15.30 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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