Si chiude un anno e senza passare dal via siamo, nel 2016, che ci piaccia o no. E si ricomincia con le scadenze, con i compleanni, con il freddo e poi il caldo, e via di seguito.
Questo trascorrere del tempo, senza che noi possiamo davvero averne il controllo, mi ricorda un romanzo di Isabel Allende, dove i ricordi si intrecciano alle riflessioni sulla sua vita, sulla sua opera e sul mondo contemporaneo:
La somma dei giorni
“I giorni prima del dolore.
I giorni dopo il dolore.
I giorni di Paula.
I giorni dopo Paula.
I giorni della vita.
La somma dei giorni.”
Ed è esattamente quello che facciamo quando siamo di fronte a una svolta significativa, quando arrivano i 30 o 40 anni, quando ci sposiamo o quando decidiamo di non farlo, quando dobbiamo fare una scelta importante per la nostra vita e per quella della nostra famiglia. Più semplicemente ci capita anche ogni volta che pensiamo ai buoni propositi per l’anno che verrà.
Ho fatto questa riflessione osservando i miei pensieri e ascoltando quelli delle persone intorno a me durante questo periodo natalizio e mi sono accorta che se ci guardiamo indietro, se ci giriamo a guardare la strada che abbiamo percorso fino a qui, scorgiamo tutti gli ultimi dell’anno, i compleanni, le persone, le esperienze lavorative che ci hanno portati qui oggi.
E adesso, per non ripetere gli errori, o scegliere con più saggezza e consapevolezza, proviamo a osservare tutto quel treno di vita con un atteggiamento curioso e gentile e provare a vedere se c’è un fil rouge che ci guida nelle nostre scelte.
Vi do un indizio: se fate questo esercizio con pazienza troverete una qualche costante che ci portiamo dietro ogni anno, grazie e nonostante i buoni propositi, grazie e nonostante gli ostacoli o le opportunità.
Quella costante è la nostra bussola, un po’ come quella di Jack Sparrow che ci mostra la direzione verso “la cosa che desideriamo di più”. E a cosa serve una bussola? A ritrovare la strada, o a scegliere, in modo consapevole, quella più adatta a noi.
E allora, buon 2016.