La costa Baltica, in mare aperto, ha un fascino particolare. Ci sono chilometri di spiaggia completamente deserta anche in un giorno di sole in pieno agosto. Ci siamo venuti con una coppia di amici che ha una casetta da queste parti, non troppo lontana da Ventspils e da Užavas, il luogo dove si produce la miglior birra della Lettonia.
Le dune, così caratteristiche del mare del nord, si allungavano a pochi metri dalla riva sabbiosa. Danzava al vento l'avena fatua che ci cresce sopra.
Il mare era pulitissimo, anche se popolato di meduse.
Abbiamo poi pernottato nella casetta dei nostri amici. Una piccola fattoria costruita intorno agli anni '30 dal nonno del nostro amico, che lavorava come forestale. E infatti la casa si trova in piena foresta, isolata da tutto, senza centri abitati per chilometri, e circondata solo da boschi e poche radure. Ci si arriva dopo un paio di chilometri da percorrere in piena foresta, dove i sentieri fra i pini silvestri e le betulle lasciano a mala pena lo spazio per far passare una macchina.
La sera, mentre eravamo fuori a mangiare, intorno a noi, si alzava un fitta nebbia dai campi e dai boschi intorno. Era l'umidità della sera che con il primo fresco la terra partoriva in una coperta bianca e densa che si stendeva dappertutto.
La tipica casa di campagna, con la cucina a legna, le stufe a muro agli angoli delle stanze, le grezze assi di legno per pavimento, la piccola veranda che si affaccia sulla porta, come bagno una baracca fuori nell'orto con il bugliolo. E appena oltre il melo e i rovi di ribes di fronte a casa, la grande stalla che un tempo serviva per mucche e cavalli.
La vecchia stalla
Passare un paio di giorni qui è un buon test per chiunque voglia mettersi alla prova con la vera vita nella campagna lettone, che più o meno rimane la stessa di quella che vivevano i contadini e i forestali prima della guerra mondiale.
La moglie del nostro amico di mattina presto è andata per il bosco a riempire un cesto enorme di funghi, e dopo la sudata per la foresta, ha fatto una doccia nell'orto con l'acqua fredda del pozzo che suo marito gli versava addosso.
I miei ometti se la sono cavata egregiamente, a piedi nudi per tutto l'orto e la casa, a mangiare cetrioli e mele di campo, i ribes rossi dai rovi, e ad arrampicarsi dovunque. E' nei loro geni, di sua madre nata e cresciuta in un luogo molto simile a questo, nella campagna fuori Riga. E anche per me quella casa di Riga in campagna, dove vissi nei miei primi anni lettoni, è servita per darmi un'educazione lettone a questo tipo di vita.
Il ribes mangiato appena colto dalla pianta ha tutto un altro gusto...
La storia della casa è molto interessante e simbolica per la storia di questo paese. Il nonno del nostro amico negli anni '30, durante il primo periodo di indipendenza lèttone, potè costruire questa casa dentro il bosco che doveva custodire. Lo Stato gli dette il materiale per la costruzione e un paio di mastri operai per tirar su la casa. La casa poteva essere abitata da lui fino alla fine della sua vita, ma poi sarebbe rimasta a disposizione dello Stato, che l'avrebbe potuta dare in uso ad un altro forestale. Nel frattempo dopo la guerra la Lettonia venne annessa all'Unione Sovietica, e questo luogo, sulla costa baltica occidentale, venne qualificata come zona di confine. Vi poteva risiedere solo personale militare. Sulla costa qui vicino è possibile ancora vedere gli scheletri dei bunker posti a difesa della riva.
Questo fino alla fine del potere sovietico. Dopo la nuova indipendenza il nostro amico potè rientrare in possesso della casa di famiglia, dove era nata sua madre, solo perché anch'egli lavora in ambito forestale.
Un tratto di mar Baltico, una giornata di sole in pieno agosto,
chilometri di costa liberi e magicamente deserti
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