Una cerimonia per Konstantin Staniukovich. Lo scrittore russo che amava Napoli

Creato il 10 febbraio 2015 da Vesuviolive

Oggi, martedì 10 febbraio, si terrà alle ore 12.00 nel cimitero di Poggioreale una cerimonia in ricordo di Konstantin Staniukovich, scrittore russo che morì a Napoli nel 1903. Le sue spoglie sono conservate nella sezione russa di sepolture del cimitero napoletano risalenti al periodo fra fine del XIX e la metà del ХХ secolo. A riferirlo è l’Ufficio Comunicazione, Promozione della città e Marketing del Comune di Napoli.

Nel maggio del 2013 si rese necessario il riordinamento delle sepolture poiché versavano in un grave stato di abbandono, tra queste anche quella dello scrittore russo, dove dalla pietra sepolcrale sparirono la croce e la sua immagine, ma grazie anche al sostegno economico del Gruppo “Bosco di Ciliegi” si è provveduto a restaurarla. Parteciperanno alla cerimonia l’Assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele, il Ministro Consigliere dell’Ambasciata di Russia Dmitry Shtodin, il superiore della chiesa del Santo Apostolo Andrea Primo Chiamato a Napoli, Igor Vyzhanov, e una rappresentanza dei cittadini russi residenti in Italia.

Konstantin Staniukovich nacque nel 1843 a Sebastopoli in una famiglia nobile dalla lunga tradizione navale. Figlio di un ammiraglio, fu ufficiale della Flotta dell’Impero Russo, ma si dedicò anima e corpo alla letteratura e alla ricerca umanistica. Dopo aver partecipato alla Guerra di Crimea (1853-1856), ricevette la medaglia “Per la difesa di Sebastopoli” e nel 1864 si ritirò dalla marina col grado di tenente e iniziò ad insegnare in un remoto villaggio russo. Nel 1902 a causa di gravi problemi di salute Konsantin Staniukovich si trasferì a Napoli, dove morì un anno dopo. 

Staniukovich rappresenta uno dei capisaldi della storia e della letteratura russa, infatti le sue opere affrontano la superiorità democratica, criticando la società terriera borghese. Molto popolari sono le novelle sulla vita marinara, scritte tra il 1886 e il 1903, le quali mostrano tutto il talento dell’autore: realismo, spirito democratico, fermezza interiore e un forte coraggio civico. Nel 1901 vinse il Premio Pushkin con le sue “Storie di mare”, tradotte in molte lingue straniere e nazionali dell’URSS.

Era un atto quasi doveroso quello di restaurare la sepoltura di un illustre personaggio che amava Napoli e che la scelse, per trascorrere il suo ultimo anno di vita e per deporre le sue spoglie mortali.


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