Una cometa coperta di polvere

Creato il 01 agosto 2014 da Media Inaf

Una immagine della cometa realizzata dalla camera OSIRIS dalla distanza di 1950 km dalla cometa, il 29 Luglio. Credits: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA

In attesa dell’arrivo nella sua orbita finale, previsto in grande stile e sotto gli occhi dei riflettori internazionali per il 6 agosto, Rosetta continua il suo viaggio di avvicinamento alla cometa. Mentre le immagini della camera OSIRIS si fanno sempre più dettagliate, VIRTIS, il Visible Infrared and Thermal Imaging Spectrometer (progettato dall’INAF-IAPS di Roma) ha iniziato a raccogliere i suoi primi dati, con risultati sorprendenti: la superficie di 67P/C-G sembra essere troppo calda per essere completamente costituita da ghiaccio esposto, e sembra invece in gran parte ricoperta di un materiale scuro e polveroso.

Le osservazioni sono state realizzate tra il 13 e il 21 di Luglio, quando Rosetta si trovava a circa 10.000 Km dalla cometa. A questa distanza ancora elevata, il nucleo copriva solo pochi pixels nel campo di vista di VIRTIS e per questo non era possibile determinare le temperature di singole zone. Ma raccogliendo la luce proveniente da tutta la superficie del corpo, il team scientifico ha determinato una temperatura media di circa -70ºC. Una temperatura che, a prima vista, potrebbe sembrare molto fredda se confrontata con le normali condizioni terrestri, ma che in realtà risulta di almeno 20 o 30 gradi più alta di quella che dovrebbe avere una cometa con una superficie formata esclusivamente da ghiaccio.

«Questo risultato è molto interessante perché ci fornisce i primi indizi sulla composizione e sulle caratteristiche fisiche della superficie» dichiara Fabrizio Capaccioni, dello INAF-IAPS, principal investigator di VIRTIS. Già dalla osservazioni fatte da Terra, la cometa 67P/C-G era nota per avere una bassa riflettanza, escludendo così l’eventualità di una superficie simile a una pista di pattinaggio, ghiacciata e completamente pulita. Questo nuovo risultato ottenuto da distanza sempre più ravvicinata suggerisce che la superficie dovrebbe essere coperta per la maggior parte da un materiale scuro e polveroso, che possa essere scaldato più facilmente dalla luce del sole. «Questo non esclude la presenza di zone ghiacciate e relativamente pulite e molto presto, VIRTIS sarà in grado di generare delle mappe di temperature il cui dettaglio potrà evidenziare queste variazioni locali» aggiunge Capaccioni.

Le prime misure della temperatura media della cometa 67P/C–G, realizzate da VIRTIS tra il 13 e il 21 Luglio, quando Rosetta si è avvicinata da 14 000 km a 5000 km dalla cometa, rivelano una temperatura media di circa –70ºC e indicano una superficie ricoperta da polvere scura, non costituita completamente da ghiaccio. Credits: ESA

VIRTIS studierà anche la variazione giornaliera della temperatura superficiale di zone specifiche della cometa, per comprendere quanto velocemente la superficie si scaldi con l’illuminazione solare, proprietà strettamente legata a conduttività, densità e porosità degli strati più superficiali (dell’ordine di qualche decina di centimetri). Queste proprietà saranno molto importanti per determinare il luogo di atterraggio del lander Philae. Ma anche per misurare i cambiamenti di temperatura e di comportamento mentre la cometa seguirà la sua orbita, avvicinandosi al Sole rispetto alle distanze atttuali. Matt Taylor, project scientist dell’ESA di Rosetta, conclude dicendo che «VIRTIS combinando i suoi dati con le misure degli altri strumenti dell’orbiter, fornirà una descrizione dettagliata delle proprietà fisiche della superficie e dei gas del coma, verificando come queste condizioni cambino tra il giorno e la notte e mentre la cometa compie il suo viaggio di avvicinamento al Sole».

«67/C-G si sta rivelando già da oggi una vera sorpresa» dichiara il coordinatore scientifico dell’ASI Enrico Flamini. «Che le comete fossero oggetti particolari, sia dal punto di vista dinamico che chimico-fisico, il cui studio è fondamentale per comprendere l’origine del sistema solare, non è cosa nuova anzi era proprio il motivo principale su cui si basa la missione Rosetta. Penso che ci saranno altre sorprese nelle prossime settimane, quando arriveremo ad appena 100Km dalla cometa. Gli strumenti che abbiamo realizzato, come lo spettrometro VIRTIS o GIADA, il Grain Impact Analyser and Dust Accumulator, sono stati pensati per  questi scenari ed i risultati di oggi ce lo stanno dimostrando!».

VIRTIS è stato realizzato da un consorzio italo-franco-tedesco sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’INAF, IT, che guida anche le fasi operative. Il consorzio include Laboratoire d’études spatiales et d’instrumentation en astrophysique dell’Obervatoire de Paris, FR, e l’ Institut für Planetenforschung DLR, DE. La produzione dello strumento e la fornitura ad ESA è stata gestita dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), IT, integrando i contributi realizzati con finanziamenti del Centre National dEtudes Spatiales (CNES), FR, e del Deutsches Zentrum fr Luft- und Raumfahrt (DLR), DE.  Si ringraziano il Rosetta Science Operations Centre ed il Mission Operation Center dell’ESA per il supporto nelle fasi operative. I dati calibrati dello strumento VIRTIS saranno disponibili attraverso il Planetary Science Archive (PSA) dell’ESA sul sito web www.rssd.esa.int/index.php?project=PSA&page=index

Rosetta è una missione dell’ESA con contributi dei suoi stati membri e della NASA. Il lander Philae è stato sviluppato da un consorzio internazionale a guida di DLR, MPS, CNES e ASI. La partecipazione italiana alla missione consiste in tre strumenti scientifici a bordo dell’orbiter: VIRTIS (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer) sotto la responsabilità scientifica dell’INAF-IAPS, GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) sotto la responsabilità scientifica dell’Università Parthenope di Napoli, e la WAC (Wide Angle Camera) di OSIRIS (Optical Spectroscopic and Infrared Remote Imaging System) sotto la responsabilità scientifica dell’Università di Padova. A bordo del lander, è italiano il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni SD2 (Sampler Drill & Distribution), sotto la responsabilità scientifica del Politecnico di Milano, e il sottosistema dei pannelli solari.

Leggi la Press Release originale ESA  http://www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/Rosetta/Rosetta_takes_comet_s_temperature
Per maggiori informazioni su Rosetta, visitate la pagina: solarsystem.iaps.inaf.it/rosetta

Fonte: Media INAF | Scritto da Livia Giacomini


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