Corte Casalbergo è una raccolta di stratificazioni. Con il passare del tempo si sono sovrapposte l’una all’altra le vicende, i caratteri storici e tipologici che hanno reso questo complesso architettonico protagonista della storia agricola di Isola della Scala. La connotazione che caratterizza la corte è stata esaltata dal lavoro di recupero svolto negli ultimi anni da un eclettico proprietario ed un coraggioso progettista, impegnati in un opera che assume a tratti i contorni di un’avventura.
La corte è stata per lungo tempo punto di riferimento nella storia del luogo ed eredita il proprio nome dalla località in cui è insediata. Alcuni documenti fanno risalire le origini dell’edificato attorno al 1400; con certezza, alla fine del XV secolo le prime porzioni che lo costituiscono erano già presenti. L’aspetto multiforme di questo complesso è subito percepibile nella sua morfologia: ad occhio nudo, può essere letto, attraverso i resti degli elementi che lo compongono, lo sviluppo storico di cui è stato protagonista. L’aggregato è collocato nella zona della media pianura e fu pensato e costruito come corte agricola per la coltivazione del riso.Raggiunse il suo maggior sviluppotra ‘800 e ‘900, quando l’evoluzione produttiva della pianura Veronese si concentrò sulla lavorazione del tabacco. Corte Casalbergo ha raccolto nel momento di massimo apice circa 500 braccianti, diventando a inizio novecento un vero e proprio luogo accentratore di vita, lavoro e socialità.
Il lungo excursus storico che l’ha vista protagonista è leggibile nelle molteplicità tipologiche degli elementi che la compongono, in particolare negli edifici ancora non inseriti nel progetto di restauro. I fabbricati si giustappongono l’uno all’altro, denotando un evoluzione nell’impostazione architettonica: nel passaggio dalle stalle, alle abitazioni dei lavoratori, occhieggiano le prime forme di architettura industriale negli edifici destinati all’essicazione del tabacco.
Il restauro di Corte Casalbergo, iniziato nel 2008, ha recentemente visto concludersi i lavori relativi all’edificio principale, adibito a casa padronale e di alcuni fabbricati accessori in cui sono collocati gli uffici dell’azienda agricola, la rivendita del Riso Vialone Nano IGP e la collezione delle attrezzature storiche per il lavoro dei campi. Questo intervento, in un ottica più ampia, vuole essere il primo passo verso un integrale recupero di tutto il complesso, nell’aspirazione futura di destinare i restanti spazi a locali espositivi.
La casa padronale (sec. XV – XX) si presenta con uno sviluppo prevalentemente longitudinale. Il progetto di recupero serba l’impianto originario adattandolo a nuovi scopi residenziali e ricettivi. L’edificio, tendendo a conservare l’indole multidisciplinare da cui è caratterizzato, accoglie più funzioni: è residenza, agriturismo, bed & breakfast e nelle due porzioni di testa, blocco tecnologico destinato al controllo di alcune apparecchiature dell’azienda agricola e degli impianti, tutti protesi a logiche sostenibili e di utilizzo delle energie rinnovabili. A sottolineare le differenti destinazioni d’uso, sono i percorsi e i collegamenti fra le vare quote, distinti a seconda delle funzioni da collegare e dei diversi livelli di penetrazione.
Lo spazio che colpisce maggiormente il visitatore e che caratterizza in maniera preponderante l’edificio, è l’atrio d’ingresso. Esso, originariamente utilizzato come porticato aperto, assumeva la funzione di officina, luogo di ricovero per gli attrezzi e spazio di lavoro. Nella nuova soluzione, viene chiuso da grandi vetrate e mantiene l’indole multiforme proponendosi contemporaneamente come vuoto scenico, locale congressuale e grazie all’esposizione di alcuni pezzi della collezione personale del proprietario, spazio espositivo. L’attenzione è catturata dagli elementi che lo qualificano: copertura con travi a vista in acciaio e legno, pavimento realizzato in terrazzo alla veneziana, superfici vetrate da un lato e pareti intonacate dall’altro; a dominare il tutto sono grandi cavalletti in acciaio utilizzati allo scopo di imbrigliare la facciata.All’occhio del visitatore attento si palesa l’importanza di questo locale che nella sua immagine di spazio vuoto racchiude in se tutto il senso del progetto: concorrere a un recupero dei fabbricati, che possa in un contesto contemporaneo, mantenere un legame tra l’ambito rurale produttivo e quello culturale associato a nuove forme di residenzialità.
Anche il lavoro portato avanti in corrispondenza degli spazi esterni tende a conservare l’impronta originaria. Spalancando all’occorrenza le grandi superfici vetrate che tamponano gli archi del porticato d’ingresso, si va a ricreare l’unicum fra interno ed esterno, che da sempre caratterizza le corti agricole. Gli spazi originariamente dedicati ai braccianti, vengono reinterpretati conservando alcune tracce della storia: l’acqua, generalmente utilizzata nelle aie per il trasporto del riso, diventa spazio di sosta e impronta della tradizione. Negli spazi prospicenti il fronte principale dell’edificio è stato riportato alla luce l’antico brolo. In questa porzione verde, prima del restauro, il terreno era completamente coltivato. Il recupero filologico della corte ha richiesto di sacrificare uno spazio potenzialmente remunerativo allo scopo di restituire al complesso la propria logica originaria.
La corte agricola non è l’unico elemento che attraverso il suo recupero cerca di riconsegnare identità al luogo. A rafforzare l’immagine complessiva di Casalbergo come frazione di Isola della Scala, vi è il recupero del vicino Oratorio di Sant’Antonio.Questo edificio, satellite della corte nel periodo di massimo apice, fino al 2004 era completamente distrutto. Il lavoro di ripristino è stato portato avanti attraverso una minuziosa ricerca che ha assunto a tratti contorni quasi artigianali. Innanzitutto è stata ricostruita la pianta attraverso l’impronta rimasta a terra dopo i crolli e le devastazioni vandaliche. In un secondo momento, attraverso fotografie di repertorio è stata restituita l’immagine quasi originaria dell’alzato e dello sviluppo dell’edificio. Infine il recupero dei materiali originali, è stato operato per quanto possibile, attraverso una ricerca in loco degli elementi rimasti a disposizione.
L’intero recupero di Corte Casalbergo in parte è ancora solo un idea nella testa del proprietario, e in sinergia con i lavori già conclusi, testimonia a suo modo come, sotto la coltre di nebbia che nell’immaginario collettivo ricopre la Pianura Veronese, si può scoprire molto di più che qualche campo coltivato a riso e tabacco. Il valore aggiunto di progetti come questo sta nella forte ricerca identitaria del significato storico e antropologico che l’edificio assume. La ricca collezione di viaggio del proprietario, che troverà luogo negli spazi della corte di cui è previsto il recupero futuro, è il punto di partenza per un nuovo tipo di valorizzazione del territorio che va oltre la tradizione agricola e contadina, aprendosi alla ricerca delle radici ancestrali del rapporto fra terra e uomo.