Ciao Giulia, me lo fai un orzetto macchiato? Sì, è parecchio che non passo e non vedevo l’ora di rilassarmi un po’. Sai che ti dico? Dammi pure una fetta di crostata e crepi l’avarizia. Mi voglio gratificare. Esco fresca fresca da una discussione sulle scuole di scrittura creativa. Perché io non riesco a capirne l’utilità e prima che qualcun altro mi dia addosso, passo a spiegare: sono convinta che a scrivere non si impari. Puoi migliorare quello che già hai, non assimilare ex novo la capacità di trasmettere emozioni. Perché, correggimi se sbaglio, la scrittura questo è: trasmettere emozioni. Dice la mia amica Amneris Di Cesare: “in troppi pensano di aver un capolavoro nel cassetto, e forti del fatto che l’amico lettore o lo zio professore di lettere hanno gridato al capolavoro credono di essere i nuovi Zafon o Troisi. Ecco allora che un corso di scrittura creativa o anche solo una chiacchierata sulla scrittura come fanno gratis i bravissimi Bassini o Mozzi, possono servire a chi veramente ci vuol provare a rendersi conto che scrivere è prima di tutto fatica, lacrime e sangue.” Sacrosanto, chi dice il contrario? Però non sempre è così e porto l’esempio concreto di Francesca, mia collega in Rai. Aveva già pubblicato un romanzo (senza pagare un centesimo, ci tengo a chiarirlo) e aveva ottenuto ottime recensioni e buon successo di pubblico. Mille copie e tu mi insegni che per un’esordiente assoluta (e non solo) è un risultato fuori dal comune. Lo lessi quel romanzo e lo trovai bello, denso, colorato, permeato da un realismo magico di stampo sudamericano. Francesca era proprio brava. Però non aveva fiducia in se stessa. Così decise di frequentare un corso di scrittura creativa interno all’azienda. Ora io posso accettare che uno che ha già una buona scrittura vada a seguire i corsi di Baricco, più per sfangare il contatto editoriale giusto che altro. Ma non che si metta la propria scrittura in mano a persone autoelette insegnanti, con all’attivo un paio di romanzi che nessuno ha mai sentito nominare. Non ci crederai, ma è finita che Francesca ha sviluppato tanti e tali dubbi sul proprio stile, troppo peculiare per quelli che pretendevano di insegnarle, che non ha più scritto nulla. E forse, in un paese dove se dici che scrivi vieni additato al pubblico ludibrio perché siamo in troppi, era questo lo scopo: eliminare la concorrenza. A proposito, la crostata è deliziosa. L’hai fatta tu? E come risponderesti se qualcuno ti proponesse un corso di cucina? Appunto.
Laura Costantini
giornalista, scrittrice, amante delle parole www.lauracostantini.it www.lauracostantini.eu http://lauraetlory.blogspot.com http://it.linkedin.com/pub/laura-costantini/28/345/558 laura.costantini@facebook.com