Una delle cose più misteriose della politica è capire perché i partiti, spesso, si scontrano aspramente per arrivare a governare Amministrazioni pubbliche che, quasi sempre, si trovano in situazioni economiche pre-fallimentari e totalmente disastrate dal punto di vista organizzativo.
E’ un concetto che avevo già espresso, ad esempio, prima delle elezioni regionali in Sicilia, ma che può essere tranquillamente riproposto per quanto riguarda le prossime elezioni comunali in diverse città d’Italia ed a Roma in particolare.
Se viene trasmesso alla televisione un servizio giornalistico nel quale si documentano situazioni che travalicano i limiti dell’assurdo, come ad esempio quella di un cittadino che per le strade della Capitale fa notare ad una pattuglia della Polizia Municipale (quelli che una volta chiamavamo Vigili urbani), un fatto delittuoso che si sta svolgendo in quel momento davanti ai loro occhi e si sente rispondere da questi Tutori dell’ordine “Ma perché non ti fai i cazzi tuoi”, è evidente che sorge spontaneo porsi una domanda:
“Ma cosa c’è da salvare?”
“Da dove bisogna cominciare se ormai siamo arrivati a questo punto?”
Ed ancora … “Perché scannarsi per governare una situazione chiaramente ingovernabile?”
L’amara risposta potrebbe essere: perché “l’azienda” Roma ha 25.000 dipendenti diretti, ed altri 32.000 indiretti (cioè in società partecipate), quindi un totale di 57.000 persone, ma i calcoli non sono facili per cui secondo alcuni sarebbero 62.000 ed altri arrivano a stimare addirittura 65.000 persone che “dipendono” dal Comune di Roma.
Quindi chi “governa” questo pachiderma ha certamente un grosso potere, ma sappiamo che è anche un pachiderma dai piedi d’argilla. E’ noto infatti che il disavanzo strutturale di Roma Capitale (certificato da Ernst & Young) è pari a 1,2 miliardi di euro l’anno!!!
Solo per citare un paio di dati: l’Atac (trasporti) ha accumulato perdite negli ultimi dieci anni per 1,6 miliardi di euro e l’Ama (rifiuti) è indebitata con le Banche per 670 milioni di euro.
A questo punto non dovrebbe destare stupore vedere che le principali forze politiche che si “scontrano” per le prossime elezioni comunali nella Capitale facciano di tutto “per perderle”, stare all’opposizione a Roma fa guadagnare voti a livello nazionale.
E temiamo che per il Movimento 5 Stelle arrivare a governare la Città Eterna anziché essere un’opportunità, una specie di prova di maturità, si rivelerà invece una “trappola”.
Come si può pensare di attraversare un campo completamente infangato pensando di uscirne con le scarpe pulite?
Il “metodo Quarto” potrebbe essere così riproposto, elevato all’ennesima potenza, con Roma. Perché da sempre l’obiettivo ultimo dei disonesti è uno solo: infondere sfiducia e portare la popolazione a chiedere la resa, pronunciando la fatidica frase, tanto … “sono tutti uguali”.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro