Una domenica a casa di..

Da Sciusciu

Buongiorno carissimi!

Come mi siete mancati!
Questi giorni non sono riuscita a collegrami perchè sono stata fuori e non avevo ne pc e ne chiavetta!
Quindi anche il nostro appuntamento domenicale è slittato!
Ma oggi siamo sempre in tempo per leggere il racconto di una cara amica che vive nelle vicinanze di Roma, una donna simpaticissima, ma soprattutto come la chiamo spesso io, una super mamma!
Mumonboard l'ho conosciuta perchè avevamo un' amica blogger in comune, e condividevamo la passione per la cucina e il buon cibo. Ho cominciato poi a leggere il suo blog, dove racconta le sue esperienze con i figli, presenta tante iniziative dedicate ai bambini, ma anche tante difficoltà e problemi che si incontrano vita facendo...
Lei non è romana d'origini, e dentro di se conserva vecchi ricordi di felici giornate trascorse nel suo amato Salento ma leggiamo insieme:

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Il pranzo della domenica Il pranzo della domenica è una tradizione che mi riporta a casa mia, inSalento,  nella mia casa d’infanzia, quando era viva la mia nonna.Che era domenica, si capiva da subito, da quando appena sveglia, correvo incucina da lei e sul tavolo, trovavo la sua tavola di legno, quella che usavaper preparare la pasta all’uovo, tutta sporca di farina, mentre dall’altro latoc’erano tutti i suoi vassoi, infarinati anche loro, pronti per essereriempiti.E poi il suo mattarello e la famosa Imperia, la macchina per stendere lasfoglia, quando preparava le tagliatelle, che da noi, si chiamano “Sagne”normali oppure ritorte o ‘ncannulate, cioè arrotolate su loro stesse,rendendole ancora più adatte ad accogliere il condimento e trattenerlo. 
 Se invece mancava la Imperia, allora era chiaro che il menù del giornoprevedeva le orecchiette e i “minchiareddhi” (il nome dice già tutto!), che inalcuni posti ho visto rinominati come “fusilli” o “fusilli pugliesi”. Nonfatevi prendere in giro, il vero nome, l’unico e originale è: minchiareddhi!Le orecchiete, ormai si sa, si preparano dando la forma al pezzetto di pastaaiutandosi con le mani e un coltello, meglio se liscio e senza seghetto.Ben diverso, è il procedimento per preparare i minchiareddhi, per ottenere iquali, invece, la pasta va modellata usando un filo di ferro, attorno al qualesi mette la pasta e poi si ruota col palmo della mano, sulla tavola,  fino aquando la pasta non si è completamente distesa.Solo a quel punto, si sfila lentamente il filo, per ottenere il famoso buco alcentro. Non è una cosa semplice, ma giuro che da piccola ci riuscivo! 
I condimenti per questi tipi di pasta possono essere i più vari, da noi siusava il ragù di carne, oppure un semplice sugo fatto con le conserve che mianonna preparava in estate con l’aiuto di noi bambini e di mia madre. O ancora,un sugo col polpo, che lei adorava preparare.Altrove, ho mangiato orecchiette e minchiareddhi  anche con i frutti di mare,una volta addirittura con cozze e fagioli e ancora mi ricordo quanto fosserobuoni.Fino a quando avevo solo una bambina da gestire, ogni tanto mi sono cimentataanche io a preparare le sagne, usando anche io la mia bella Imperia,rigorosamente a mano, ma adesso è un po’ di tempo che non ci riesco più.La mia nonna è mancata ad aprile dello scorso anno,  non ho fatto in tempo  asalutarla  e questa cosa mi logora ancora oggi. Mi consola il fatto di averlaresa bisnonna e di averle dato la gioia di preparare i suoi manicaretti per lemie bambine, che seppur molto piccole, le hanno sempre dato moltasoddisfazione.Mi manchi nonna, questo post è dedicato a te… Link a una ricetta fotografica per preparare le orecchiette:http://www.cucinaitaliana.info/ricettepag/basi/orecchiette/orecchiette.htm Link per avere più informazioni sulla cucina salentina:http://www.salento.it/servizi/ricette-salentine  

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