In un tempo in cui il coraggio è merce rara e la fede è insidiata da un mare di nuove superstizioni, c’è una donna che ha entrambi: fede e coraggio. Si chiama Meriam Yeilah Ibrahim, 27anni, una laurea in medicina e una condanna morte. Già, perché a breve, salvo imprevisti, Miriam a breve sarà impiccata. Per quale ragione? Perché ha scelto. Ha scelto – lei, figlia di un musulmano – di sposare un cristiano. Ed ha così scelto di innamorarsi due volte: di suo marito, sfidando la sharia (reintrodotta in Sudan nel 1983), e di Gesù Cristo, sfidando se stessa e quello in cui aveva creduto prima.
Per questo è stata arrestata nell’agosto dello scorso anno e successivamente, lo scorso febbraio, incriminata per apostasia rispetto all’Islam. Ora è mamma di un bimbo di 20 mesi, da otto mesi è incinta di un secondo figlio ma questo non le ha fatto cambiare idea sulla propria doppia scelta, d’amore e di fede. Così il giudice, chiamandola Adraf Al-Hadi Mohammed Abdullah – il suo nome musulmano – l’ha convocata e le ha intimato di ritornare all’Islam dandole tre giorni per rinnegare la sua nuova vita. Ma lei, scaduto il termine, non ha rinnegato nulla e per questo, fra non molto, potrebbe essere giustiziata.
In un tempo in cui molti laici arrivano ad odiare i cristiani e non pochi cristiani sembrano imitarli – magari qualcuno giudicherà il suo esempio “inespressivo” o troppo plateale per una fede che andrebbe testimoniata solo nel silenzio e nell’isolamento, quasi fosse una vergogna -, questa donna sudanese ha dunque scelto due volte: per l’amore della sua famiglia e per Gesù Cristo. La notizia della sua storia sta facendo il giro del mondo e c’è da sperare che serva ad impedirne sacrificio. In ogni caso, Meriam lo ha fatto capire: rimarrà com’é. Non vuole compromessi, né cerca sconti; quello che davvero vale, anche se prigioniera, lo ha già. E non intende perderlo.