Una donna come sindaco, a Catanzaro (1).

Da Suddegenere

Franca Fortunato, sul Quotidiano della Calabria dell’otto gennaio, ha lanciato un “appello” alle donne di Catanzaro, in vista delle prossime amministrative.

“DONNE DI CATANZARO ABBIATE PIU’ CORAGGIO

Con l’arrivo del Commissario si conclude la squallida vicenda di un’Amministrazione comunale che, prima, non ha saputo convincere il suo sindaco a restare al suo posto e, poi, ha cercato di mettersi di traverso per impedire l’arrivo del Commissario. Il comportamento dell’ormai ex sindaco si qualifica da sé e non serve spendere altre parole. In questi ultimi mesi, appena si è sentito odore di nuove elezioni, in tutti i partiti è iniziata la corsa al toto sindaco. Ora, mi chiedo, e chiedo a tutte la donne di questa città, come è possibile accettare una politica che da parte del centrodestra, si dichiara, per bocca del suo sindaco, incapace a governare nell’interesse della collettività, e da parte del centrosinistra si ri – conferma nella litigiosità, autoreferenzialità e incapacità a parlare alla città. Saremo , ancora una volta, costrette a scegliere solo e soltanto un sindaco, un uomo, di destra o di sinistra che sia? Eppure la vicenda di Michele Traversa ha detto molto sul fallimento di una concezione maschile della politica, chiusa nella conquista e gestione del potere e nel mantenimento del consenso popolare. L’interesse prioritario di Traversa, e di chi l’ha sostenuto, era vincere, non governare la città. Ed ha vinto, anche grazie al sostengo e al voto di tantissime donne, che hanno creduto in lui. Può essere che in questa città le donne debbano essere costrette a scegliere sempre e comunque un uomo come sindaco? Eppure la vicenda politica della presidente della Provincia, Wanda Ferro, al di là di ogni considerazione, dovrebbe dimostrare come questa città è pronta, da tempo, ad eleggere anche una sindaca, capace e competente, solo se ne desse l’occasione. Perché allora non provarci? Perché le donne non devono avere la possibilità di votare per una propria simile? Catanzaro è piena di forza e ricchezza femminile. Perché non provare a spenderla anche per governare la città? Perché dobbiamo accettare, per lasciare spazio al lamento, un Consiglio comunale di uomini con qualche donna? Perché non provare ad invertire le cose e vedere l’effetto che fa? Molte, come gli uomini, diranno che non ci sono donne che vogliono cimentarsi nel governo della città. Dove cercarle? Quale esperienza di governo hanno? Quali competenze? Quali programmi? Alla prima domanda è facile rispondere. Le donne sono ovunque decidono di stare, per scelta o per necessità, basta saperle e volerle vedere. Questa città è piena di donne che lavorano e si impegnano con passione, professionalità e creatività. Fanno volontariato, si prendono cura dei corpi e delle menti di donne e uomini, crescono i loro figli, leggono, scrivono, insegnano, vanno a teatro, al cinema, conoscono i bisogni dei loro cari e sanno come soddisfarli. Non cercatele nei partiti, anche se lì ce n’è qualcuna di valore. Non cercatele nel posto sbagliato. Alla seconda domanda rispondo, tutte le donne hanno un’esperienza in più da portare nel pubblico, una competenza millenaria nel lavoro di cura e di governo della casa. Davvero c’è chi pensa che la gestione della comunità familiare, dal punto di vista economico, emozionale, relazionale, sia meno difficile del governo di una comunità cittadina? All’ultima domanda rispondo, il programma di una donna sta nella sua vita, nei suoi bisogni, nella capacità di saper scegliere le priorità, di saper discernere nelle situazioni di ristrettezza come in quelle di prosperità. Una donna per esperienza, non per natura, ha da mettere a disposizione della città il suo amore per le relazioni più che per il decisionismo o il “detto fatto”, per la fiducia più che per le regole, per l’autorità più che per il potere. Sono tantissime le donne che in questa città hanno un di più, di amore, di passione, di idee, di creatività, di responsabilità, di relazionalità, di competenze. Non credo proprio che, se al posto di Michele Traversa ci fosse stata una donna, sarebbe uscita di scena allo stesso modo. La vicesindaco, Mariagrazia Caporale, e l’assessora alla Pubblica Istruzione, Stefania Logiudice, me ne hanno dato una conferma. Più dei programmi, dei contenuti, delle cose da fare, importante è il come le si voglia fare. E le donne, non c’è alcun dubbio, le sanno fare meglio degli uomini. A tutte le donne di questa città dico, abbiate più coraggio, osate di più, abbiate più fiducia nelle vostre simili. Non accontentatevi di sostenere o votare uomini, anche se bravi e buoni, ma mettetevi in gioco per voi stesse e per le altre donne. Si lavori tutte, dunque, al di là dei partiti e degli schieramenti, per una candidata a sindaca, scelta dalle donne, che vada a governare non da sola, o perché voluta e sostenuta dagli uomini, ma insieme ad altre, nel riconoscimento e nella relazione con le donne di questa città. Gli uomini,da parte loro, facciano un passo indietro e diano la loro fiducia alle donne. Mi viene da dire, donne se non ora quando?

Franca Fortunato”

Qui la risposta di Carla Rotundo.

La mia risposta domani, sebbene il discorso sulla “cura”  meriti un discorso a parte.

Una cosa però vorrei chiederla a F.Fortunato. “Non credo proprio che, se al posto di Michele Traversa ci fosse stata una donna, sarebbe uscita di scena allo stesso modo. La vicesindaco, Mariagrazia Caporale, e l’assessora alla Pubblica Istruzione, Stefania Logiudice, me ne hanno dato una conferma” scrive. Le chiederei sinceramente: come?


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