Una famiglia normale per una storia orribile

Creato il 24 ottobre 2010 da Dallomoantonella

Mi sono abbastanza stupita   che l’evento  di cui in questi giorni da settimane ormai  parlano praticamente sempre e ovunque  tutti i programmi televisivi  delle reti, a qualunque ora e  su qualunque  titolo,   non sia stato invece oggetto di una particolare attenzione  da parte dei  social network  in generale.

Forse la cosa è dipesa  dal fatto che si sta parlando di un delitto e dunque di indagini e sviluppi assolutamente ancora in corso e passibili di modifiche e di smentite in ogni momento…; o forse perché  non è facile parlare di un fatto di cronaca nera come  questo, a botta calda,  senza cadere nel banale e nel già ripetuto o già ascoltato.

Io ho voluto parlarne,  invece, perché mi ha colpito  l’evento in sé per le sue  molteplici  significanze.

Significanze che vorrei un attimo riprendere e precisare  in questo nuovo piccolo post.

Riprendo in breve gli eventi  anche se sono ormai  tristemente  notissimi e purtroppo anche abusati: l’adolescente Sarah  Scazzi  è morta,  e ci siamo già fatti più o meno l’idea di come possa essere stata uccisa;  sembra che ci sia stata la compartecipazione della  cugina con lo zio.

All’inizio  si era addossata tutta la responsabilità  solo il  padre di Sabrina,  che sarebbe invece  la seconda responsabile entrata in scena,  devo dire per quel che mi riguarda,  senza nessuna meraviglia…

Questo volto così duro,  così distaccato, così  aggressivo nel modo di porsi e di relazionarsi,  non mi aveva convinto,  contrapposto poi all’immagine  più sottomessa, docile e  se si vuole,  rispettosa  del prossimo,  del sig.  Michele.

Si sta profilando l’identikid   di una giovane  che era gelosa della piccola  cuginetta,  molto più bella, molto più  femminile, molto più dolce ed amorevole;  haime,  purtroppo molto più ingenua,  meno pratica della vita e delle cattiverie  del mondo,  molto meno capace di difendersi da sola e con la sola colpa  di non essersi  confidata  in tempo  con la famiglia,  se non con la famiglia,  con qualcuno che avrebbe  potuto  allarmare, preventivare…

Del resto, come si potrebbe preventivare  qualcosa di così mostruoso?  Ma nemmeno  nell’area più delinquenziale  di una metropoli  al limite, dove non esiste nessuna legge se non quella del branco. E  qui siamo ad Avetrana, un paesino anonimo, per bene,  tranquillo, immerso nella  normalità più assoluta della   campagna…

Non  conta sottolineare  l’errore  spregevole del padre di Sabrina,  quello di avere  allungato le mani  sulla giovanissima nipote  che da quel momento ha rappresentato un pericolo  per la salvaguardia dell’onore di famiglia,  e forse tutto parte proprio da qui,  da questo  problema   che  sarebbe stato  possibile gestire  in maniera  razionale  e controllata  se ci fossimo  trovati di fronte  ad una realtà  familiare  più  equilibrata  di quella  che evidentemente riguarda   la famiglia Misseri.

Chi è allora la famiglia Misseri?  Per quel che ci riguarda una famiglia assolutamente normale, come ce ne sono  moltissime in giro nelle nostre regioni, ma non solo nelle nostre campagne, anche nelle nostre città,  non è la campagna che ha creato il mostro, non è la campagna  che imbruttisce e che isola le persone nelle loro ossessioni e nelle loro  possibili  perversioni  fobiche  o attrazioni fatali…

La cosa che per il momento rimane  sostanzialmente oscura  è quella che originariamente aveva colpito in assoluto l’opinione pubblica,   ossia il fatto che il sig. Michele si fosse denunciato di  un successivo  stupro  sul  cadavere  ( qui si aggiungerebbe il fatto necrofilo  con riferimenti   a dir poco inquietanti),  ma  siccome questo evento non può essere dimostrato  dalla scientifica,  forse per questo l’imputato  ha pensato bene di ritrattarlo.

Lasciamo perdere questo particolare agghiacciante e delicatissimo, facciamo finta che non ci sia, diamo il tempo alla giustizia  di fare il suo corso in merito,  e concentriamoci invece  sul semplice delitto, l’atto dello strangolamento  di questa possiamo   dire,  bambina che si affacciava alla vita.

Allora cerchiamo di capire le problematiche aldilà degli eventi: qui stiamo parlando

  • Di un delitto che accade nelle pareti  domestiche  (purtroppo molti delitti accadono all’interno della famiglia)
  • Di un delitto  assurdo perché colpisce una bambina
  • Di un delitto terribile perché operato da un’altra giovanissima su una giovanissima
  • Di un delitto che getta in maniera  drammatica   i riflettori  su come  l’apparire non corrisponde affatto all’essere delle cose e delle persone
  • Di un delitto che coinvolge  una realtà in apparenza normale, ordinaria, non a rischio, non considerabile   pericolosa  o da monitorare
  • Infine di un delitto che il caso vuole venga comunicato in diretta alla stessa madre, presente in quel momento a un programma televisivo che aveva lo scopo di portare luce  su questa scomparsa  ancora  senza  soluzione

Bene,  quello che m’ interessa riflettere e su cui vorrei portare a riflessione chi mi legge,  spero siano dei giovani o dei giovanissimi,  perché sono loro i protagonisti  di questa vicenda,  è soprattutto  questo:

  1. il fatto  che  la cerchia di amicizie  di cui Sarah era circondata  non è stata capace, nonostante forse qualcosa avesse percepito,  di prevedere ed impedire  la sciagura
  2. il fatto  che  la paura  di quello che potrà “dire la gente”  (oltre la già citata gelosia)  è stato il motore principale  di questo delitto
  3. il fatto  che se questo delitto è accaduto in questa famiglia,  moltissime altre famiglie   potrebbero diventare, se  ne avessero l’occasione,  teatro di delitti simili (e non credo affatto di stare esagerando)
  4. il fatto che stiamo assistendo ad un processo mediatico  che abbrevierà enormemente i tempi reali  processuali  ma  che espone i singoli cittadini  a dinamiche  persecutorie  a volte molto pericolose  e che il cittadino è chiamato  ormai  ad   imparare  a   gestire e ad imparare a denunciare  egli stesso
  5. il  fatto  che una quantità enorme di imbecilli  si sia in questi giorni  recata sul luogo della disgrazia, persino con bambini al seguito,  per potere fotografare la casa di qui, la casa di là, ed il pozzo di su e via discorrendo…

Per   quanto riguarda il primo punto   mi asterrei da qualunque giudizio;  eventi simili sono per l’appunto imponderabili,  tuttavia,  con il senno di poi,  forse  i genitori di Sarah  si sarebbero potuti  preventivamente allarmare…chissà  ( nel senso che chi sapeva (ammesso che qualcuno sapesse)   poteva allarmare la famiglia totalmente ignara, perché in questi   casi  i familiari stretti   vengono informati   purtroppo  sempre per ultimo…)

Per il secondo punto  direi  che siamo  in generale vittime  dell’opinione altrui, del pregiudizio sociale, ma  in questo caso specifico, del sentimento di vergogna  che si prova  a sapere di avere qualcosa di sporco e di  indegno   da nascondere. Quindi  pur di nascondere la vergogna si elimina il problema alla fonte, chiaro no?

E’ una millenaria  paura della verità che ci affligge; le verità scomode fanno male dunque occorre negarle, e ci si dimentica che proprio quello che cerchi di seppellire  cerca in altri modi  di essere portato alla luce,  perché è una legge di natura, i pesi  capaci di galleggiare  vengono  a galla,  e la verità  è tra questi.

Per il terzo punto  direi  che  siamo veramente dentro una gran bella società;  nulla è come appare, oggi più di ieri e ieri più di l’altro ieri, nulla può essere dato per scontato,  nessuno è fuori pericolo e tutti siamo dei potenziali  assassini  se ci dovessimo trovare in situazioni  che ci stringono,  che ci mettono all’angolo.  Argomento questo  delicatissimo,  pesante,  doloroso, complesso,  ma le verità vanno dette, affrontate   (vedasi il punto sopra) prima che siano le verità stesse a travolgerci.

Per il quarto   direi  che   non serve molto fare l’ennesimo processo all’utilizzo  forsennato e sciagurato  dei mezzi di comunicazione;  i giornalisti  sono per lo più degli sciacalli che farebbero di tutto pur di far vendere il loro giornale, lo sappiamo,  ma è anche vero che   se non ci fosse una libera comunicazione  avremmo problemi  ancora maggiori e più pericolosi.

Qui è il singolo, è il privato, è il comune cittadino che deve imparare  a  sapere destreggiarsi  qualora  dovesse cadere per caso o non per caso  in un circuito di questo genere. Purtroppo la nostra società sempre più tecnologica lo impone.

Chi continua a ignorare ostinatamente questi  aspetti del reale,  è solo uno sprovveduto avulso dalla realtà.

E’ come quando  sappiamo  di dovere andare in montagna  per scalare una cima:  saremmo folli  a partire  senza l’adeguato equipaggiamento,  non credete?  Noi di pari passo  sappiamo  perché  dobbiamo sapere   di stare in un mondo   dove  si può rimanere vittima  di questi  meccanismi; di conseguenza bisogna imparare a conoscerli per poterli neutralizzare o quantomeno  controllare. Bisogna comunque   anche chiedere leggi  che pongano  dei limiti allo strapotere delle televisioni  che devono essere chiamate  alle loro responsabilità dirette.

Per il quinto e ultimo punto di questa riflessione non ci sono giudizi particolari   da aggiungere  ma ne avrei;  siamo un popolo di imbecilli,  incivili, stolti,   deliranti,  ignoranti,  pettegoli,  venduti , pavidi  e schifosi   per cui abbiamo bisogno di  aspettare la domenica  per portare la propria  famiglia  a vedere  lo spettacolo  dell’ultima altrui  famiglia  di turno  caduta in disgrazia.

E per fortuna che adesso il Sindaco di Avetrana   si è dissociato da questo scenario  ed  è corso   finalmente   ai ripari (proibendo da oggi l’ingresso dei pullman del turismo dell’orrore   nel paese…)  

Scusaci Sarah  infinitamente   di tutta questa nostra  miserabile  miseria…

Antonella dall’omo

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