Prova a farlo nella modalità che rende il suo cinema esportabile oltre il paese Italia, fruibile ad un pubblico europeo perché universale, beneficiando di un processo abbozzato già dai tempi di "Immaturi", ritoccato con il migliore "Immaturi: Il Viaggio" e perfezionato con quest'ultimo "Una Famiglia Perfetta". Non si tratta di processo ultimato, diciamolo subito, di difetti l'ultima creatura di Genovese ne ha moltissimi, e alcuni se li va a pescare addirittura dai precedenti lavori, eppure possiede il gran pregio di non uscire mai fuori dai binari e di mantenere un percorso coerente in grado di intrattenere senza fatica, e spesso divertendo, lo spettatore.
Così come è stato per il seguito di "Immaturi" anche "Una Famiglia Perfetta" non manca dal soffrire delle numerose sottotrame distese a causa del suo cast corale, sottotrame, tra l'altro, mai all'altezza l'una dell'altra. Perché c'è da dire che sebbene lo scenario funzioni benissimo, proprio come il suo immenso protagonista Sergio Castellitto, e il filo principale del racconto conquisti un'attrazione particolare: con il misterioso Leone che affitta, pagandola profumatamente, una compagnia di attori per interpretare la sua famiglia (con tanto di copione alla mano) nel giorno della vigilia e in quello di Natale; i fili più leggeri che lo accompagnano - legati tutti ai rapporti sentimentali - sanno molto di minestra riscaldata e vanno quindi ad annacquare e ad indebolire l'intera amalgama.
Liberamente ispirato a "Familia", film spagnolo datato 1996, "Una Famiglia Perfetta" fa della recitazione e del cast a disposizione il suo maggiore punto di forza. Oltre all'eccellente e già citato Sergio Castellitto, l’ottima conferma comica di Marco Giallini e i saldi supporti di Claudia Gerini, Eugenia Costantini, Ilaria Occhini e Carolina Crescentini. Insomma, se non fosse stato per il colpo di scena ultimo, il quale rende leggermente utopistici i motivi del protagonista di inscenare la farsa, magari le cose sarebbero potute andare anche un pochino meglio ma, al di là di tutto ciò, l’ultimo lavoro di Paolo Genovese resta un buonissimo prodotto per le feste, riservato al grande pubblico e ampiamente passabile persino per i più pretenziosi.
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