Le fate amano i fiori e se me prendono cura sorvegliandone il ciclo vitale; quando andate alla ricerca dei luoghi di ritrovi fatati, ricordatevi che ogni prato, ogni striscia di terra su cui fioriscono fiori e profumi selvatici lì vi è la sicura presenza delle fate. Non a caso di dice che il profumo lasciato dalle genti fatate sia quello spiccato del muschio bagnato.
Per loro che hanno un fine olfatto, i profumi e le fragranze sono gelosamente custoditi come a dire che dentro questo inebriante mondo fatto di colori e odori vi è tutta quella fantasia capace di trasformare la realtà in magia.
Per noi quanto per loro la bellezza spesso è effimera quanto quella di un fiore di un prato: pochi giorni di meraviglia è poi via. Sta qui il segreto della bellezza: può durare per poco tempo, ma il suo ricordo valere per una vita.
Allora, tanto vale che quanti calpestano un prato fiorito si accorgano di ciò che sta alla base dei suoi piedi. Facciano attenzione a non strappare fiori inutilmente: un fiore reciso vive a lungo nel suo ambiente, mentre avvizzisce non appena lo avrete portato a casa. La natura offre bellezza a chi la sa rispettare, anche a scapito di saper rinunciare ad un mazzetto di fiori che, nel prato diventeranno semi, piante, frutti e fantasia.
Un giorno, sentendosi particolarmente triste e sola, si mise a camminare per i boschi e vide una bellissima farfalla imprigionata in un rovo. Più la farfalla si dibatteva per conquistare la libertà e più le spine si conficcavano nel suo fragile corpo. La giovane orfanella con delicatezza riuscì a liberarla.
Invece di volare via, la farfalla si tramutò in una bellissima fata. La ragazzina si sfregò gli occhi perchè pensava di aver avuto una allucinazione. ”
Per ricompensarti della tua straordinaria bontà”, disse la fatina buona, “esaudirò qualunque tuo desiderio”. La ragazzina si fermò un attimo a riflettere, poi disse: “Voglio essere felice!”.
La fata rispose: “Molto bene”. Si chinò su di lei e le sussurrò qualcosa in un orecchio. Poi svanì.
La ragazzina, divenuta ormai grande, appariva felice come nessun altro sulla terra. Tutti le chiedevano il segreto della sua felicità. Ma lei si limitava a sorridere e rispondeva: “il segreto della mia felicità consiste nell’aver dato ascolto ad una fatina buona quando ero piccola”.
Poi divenne vecchia e quando fu in punto di morte i vicini le si fecero attorno, temendo che il segreto della felicità svanisse con lei. “Per piacere”, la pregarono, “rivelaci ciò che ti ha detto la fatina buona”.
La cortese vecchietta sorrise ed esclamò: “Mi disse che tutti, per quanto sicuri di sé, e non importa se giovani o vecchi, ricchi o poveri, hanno bisogno di me”.