È davvero molto difficile essere dei cittadini italiani. Se un cittadino è colui che riempie di significato la propria cittadinanza burocratica partecipando (praticamente, con il pensiero, o entrambi) alla cosa pubblica del proprio paese, beh, lo ripeto: è davvero difficile rimanere dei cittadini italiani.
Erano cinque anni che aspettavamo il cambio della guardia. Ora la guardia è cambiata, ma la sostanza è la stessa. Sembra che la politica italiana abbia come unico scopo quello di garantire lo stipendio a Maurizio Crozza: un comico che da anni ci fa ridere con il solo ausilio del buon senso. La res publica italiana, per lo meno quella nazionale (quella visibile), è talmente assurda che per parodizzarla basta metterle di fianco la logica consequenziale della massaia: il grottesco emerge per contrasto, e la gag è servita. Crozza (e Grillo) fanno così da anni, continuando a conVINCERE.
Bersani non vince le elezioni e diventa l'unico problema, Renzi perde le primarie e diventa l'unica soluzione. Il Partito Democratico (l'unico partito italiano) è un partito di vincitori praticamente perdenti e di sconfitti potenzialmente vincenti.
Su Berlusconi e il Movimento del predellino non saprei davvero cosa scrivere, se non che è un incubo senza fine.
Sulla mossa dei 10 Saggi di Napolitano boh, è incomprensibile persino a me, che ho sempre pensato (e penso ancora) che Napolitano sia un gigante - partendo dall'unico punto di vista da cui, in Italia, si può giudicare un presidente della Repubblica: quello della Costituzione.
Il giornalismo italiano versa in uno stato pietoso: i giornali di destra sono disgustosi, specchio della parte per cui militano (e non è certo colpa della parola "destra"), quelli "di sinistra" (per intenderci: Repubblica) rimangono giornali liberi, ma sono sempre più faziosi - per altro di una FAZIOsità autoreferenziale e controproducente, che ha come unico mitico effetto quello di rinvigorire/giustificare gli avversari - e poi ci sono i giornali cosiddetti "liberi" (per intenderci: il Fatto) che scambiano la libertà con l'essere comunque contro - e, così facendo, diventano megafoni di un grillismo sempre più malcelato: la verità è che il Fatto ha sposato una linea editoriale altrettanto forte (e opinabile) di quella di Repubblica. Insomma, per leggere un buon giornale in Italia devi leggerli tutti.
A proposito di stampa italiana: che pena quel rally dietro alla gita scolastica degli eletti "pentastellati" (aggettivo sempre più amato, l'avete notato?). Ma che pena. Che pena Grillo, quell'agriturismo, quei due o tre giri di raccordo anulare per depistare i giornalisti. Ma che pena. Cosa avremmo detto di D'Alema che convoca i parlamentari DS in un agriturismo alle porte di Roma? O di un Berlusconi che zigzaga nel traffico per sfuggire alla stampa? Ci saremmo giustamente schifati. Mi sembra di vederlo l'editoriale di Ezio Mauro il giorno dopo: «L'ennesima fuga di un Berlusconi disperato». Mi sembra di vederlo il tweet di Scanzi due minuti dopo: «Si incontra fuori porta la solita sinistra al caviale». E invece, a schifare, questa volta, sono i nuovi, i soliti ignoti (sempre meno ignoti, ma sempre più i soliti).
Che fatica essere italiani.
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