La fotografia è scrivere con la luce, saperla imbrigliare è arte. Ho iniziato a fotografare giovanissimo, provando immediatamente una grande emozione, con una Comet di un mio amico, si usavano rotolini della Ferrania vicini al formato 6×6. Appena cominciai a lavorare acquistai la prima fotocamera di un certo valore, una Yaschica 35 mm a telemetro con obbiettivo molto luminoso, un gioiellino, erano i primissimi anni 70. Il passo successivo la camera oscura per stampare il B/N. Ho conservato tutta l’attrezzatura, dall’ ingranditore Durst M 301 con ottica Componon della Schneider alle vaschette per lo sviluppo e fissaggio delle foto, il termometro per misurare la temperatura delle soluzioni acide. Lo sviluppo del negativo era la parte più difficile e complicata. Vedere per la prima volta formarsi come per incanto l’immagine scattata, dopo aver immerso in una vaschetta in PVC un foglio di carta fotografica Ilford della giusta gradazione di scala dei grigi, fu una emozione fortissima, indimenticabile, il fascino della camera oscura riportava alle origini della fotografia.
Scritto da Mario Arpaia, tratto da www.antimafiaduemila.com