Una Fragola al mese – Ottobre 2012

Da Strawberry @SabyFrag

Hola! Anche ottobre è terminato e siamo giunti al consueto riepilogo mensile. Che ha combinato la vostra Fragola? Andiamo a vedere….

Il Libri di Ottobre

Ottobre ormai è influenzato dalla festa del Great Pumpkin, citando un po’ i Peanuts, ovvero Halloween. Così, per immergermi ben bene in questa atmosfera da “paura” le letture di questo mese sono state alquanto singolari e diverse da ciò che leggo di solito:

- Paddy Clarke ah ah ah! di Roddy Doyle. Si tratta di un libro iniziato a fine settembre ma che ho ripreso solo dopo la vacanza a Parigi. Mi aspettavo meglio da come mi hanno sempre parlato di questo scrittore. All’inizio era, mi spiace dirlo, noioso e piuttosto lento, anche perché non c’è una vera storia da seguire quanto piuttosto si tratta di una sorta di diario mentale dei ricordi di infanzia del protagonista, sconnessi e spesso intrecciati tra loro, in un continuum temporale quanto mai ingarbugliato. Poi però subentra l’affetto per Paddy, il fratello Simbad e i loro amici e le ultime pagine scorrono fino alla fine. Ma vorrei leggere qualcos’altro di questo autore perché qui, lo ammetto, non mi ha convinto del tutto…

- Nessun Dove, di N. Gaiman. Bello, una sorpresa. Ve ne ho parlato nella Recensione del mese.

- Dracula di B. Stoker. Qui parliamo di un capolavoro, non a caso l’ultimo grande romanzo gotico. Stoker riesce a ricreare delle atmosfere davvero spaventose e terrorizzanti attraverso allusioni, giochi di luci e ombre, bisbigli trasportati nel vento, visioni al chiaro di luna che portano la mente umana a ricreare i propri stessi mostri. in un fiume di parole allusive e suggestionanti, è facile poi per il lettore sobbalzare al minimo colpo di scena. I personaggi sono molto canonici ma proprio per questo perfetti per l’occasione: le donne giuste, buone e intelligenti, gli uomini eroici e coraggiosi e il vecchio Professore Van Helsing è un mirabile savio che ci guida attraverso l’oscurità che permea questa orrenda avventura, ricordandoci sempre l’importanza di avere una mente aperta. E poi c’è lui, il Conte Dracula, un personaggio straordinario che non ci appare mai direttamente ma solo attraverso le parole degli altri protagonisti ed eppure riesce a far sentire la sua presenza in ogni riga o parola del romanzo. A volte la narrazione appare prolissa, ma è solo per creare quell’effetto di suspense che serve a prepararci a cosa verrà dopo. Leggendo questo romanzo si avverte sempre un pizzicorino lungo il collo e leggerlo di sera significa spesso portarsi a letto pensieri inquieti, ma a fine lettura tutte le sensazioni provate si sommano per regalare al lettore la consapevolezza di aver letto un romanzo degno della sua fama, che dura da oltre un secolo, e di aver goduto di ore di lettura sempre con il fiato sospeso e un brivido lungo la schiena che però si ricorderanno come tra le più piacevoli. Dracula è il vampiro come da sempre lo conosciamo e niente  nessuno potrà spodestarlo. Consigliato!

- Fuga nelle tenebre di A. Schnitzler. Un gioiellino. Conoscevo lo scrittore per aver già letto Doppio Sogno (ne fu tratto Eyes Wide Shut di Kubrik) e La signorina Else ed è stato un piacere ritrovarsi. In poche parole è la storia di un uomo normale che, ossessionato dal pericolo di divenire pazzo, impazzisce davvero. Detta così, sembra poca cosa, ma Schnitzler si dimostra un maestro nel sondare la mente umana e le sue contorte elucubrazioni. Sicuramente influenzato da periodo in cui vive, un periodo di mancate certezze e scontro con una nuova realtà (siamo nei primi decenni del XX secolo) e dagli studi sulla psiche condotti in quegli anni da Freud e altri scienziati e filosofi dell’epoca, Schnitzler trasmette le inquietudini e le ricerche di quegli anni in racconti che appaiono spesso cupi, soffocanti ma che riescono a portare alla luce paure, timori, i pensieri più reconditi della mente umana, i momenti in cui la nostra mente viaggia libera per creare quei mostri di cui poi essa stessa proverà orrore. Leggere Schnitzler è come calarsi in un lungo sogno, in cui contorni non sono mai ben definiti, in cui realtà e immaginazione si interscambiano con facilità, creando quel disorientamento tipico dell’uomo moderno, che a volte sfocia in tragici epiloghi. Lo scrittore austriaco di certo estremizza, ma a fine lettura resta la sensazione che abbia voluto dirci qualcosa su di noi e sulla realtà che percepiamo…Straordinario.

- Il caso di Charles Dexer Ward di H.P. Lovecraft. Primo incontro con questo autore. Non conosco la sua produzione e quindi non so se questo romanzo sia tra le sue opere migliori. So solo che l’ho terminato in due giorni, che ho provato davvero il terrore che lo scrittore voleva provocare e che di sicuro considero questo romanzo breve una gran bella lettura. All’inizio si tende a perdersi, la trama e macchinosa ed estremamente intrecciata, con dei balzi nel passato ricostruiti tramite racconti, dicerie e diari deliranti di personaggi secondari, ma poi pian piano la tensione sale, i misteri si fanno più cupi e inquietanti e la storia procede veloce, lineare, in un turbinio di orrori e colpi di scena. Il caos di Charles Ward è quello di un giovane divenuto folle in seguito alle sue ricerche su un suo oscuro antenato, certo Joseph Curwen sospettato di negromanzia, e rinchiuso in un manicomio prima che commetta tragiche azioni. Ma Ward scappa e l’unico a sapere la verità su quello che realmente è accaduto è il suo dottore che lo segue dall’infanzia, Mr Willett, il quale è il vero protagonista del romanzo. Nel corso del racconto, Willett, infatti, sarà colui a cui fin da subito viene affidato il giovane Charles per riportarlo alla sanità e allontanarlo dalle sue ossessioni verso l’antico e l’occulto. Willett è l’unico dotato di una mente aperta (alla stregua di Van Helsing in Dracula e in effetti nel romanzo non mancano riferimenti alla tradizione gotica, Stoker incluso) e, come lui stesso afferma, un pizzico di fantasia, che gli permettono di sondare le profondità dell’incubo in cui Ward è caduto, affrontare gli orrori che nasconde e arrivare alla soluzione del terrificante mistero che avvolge Charles e il suo antenato. Una storia che davvero vi lascerà con il fiato sospeso fino all’ultimo. Ideale per una notte all’insegna del brivido…

Tot libri letti: 34/50

Tot pagine: 10845/15000

Acquisti & co. Agli inizi del mese ho fatto un giro a Portici di Carta, manifestazione appendice del Salone del libro che si tiene qui a Torino e prevede la partecipazioni di librerie locali e case editrici. Ovviamente non potevo tornare a casa a mani vuote. Mi sono fermata allo stand del Libraccio e ho trovato delle splendide occasioni a ottimi prezzi: Il petalo cremisi e il bianco di M. Faber e La regina dei castelli di carta, l’ultimo capitolo della Millenium Trilogy di S. Larsson che mi mancava. Intanto il 16 ottobre è uscita la seconda (sebbene sia il terzo libro) e ultima parte di 1Q84 di Murakami e approfittando di uno sconto del 25% su tutti gli Einaudi l’ho acquistato, anche perché lo avrei comprato comunque dato che sapete bene Murakami è uno dei miei scrittori preferiti e la prima parte l’avevo amata. insieme ho acquistato Fuga nelle tenebre di A. Schnitzler che ho già letto. I non iniziati mi seppelliranno…

La velleità femminile del mese.

Questo mese è successo un po’ di tutto. Anche se a dir la verità, da borsettara quale sono, la cosa che mi ha più fatto piacere è stato l’arrivo di una delle borse della Capsule collection Carpisa by Custo, in vendita dal 18 ottobre.

 

Custo Barcelona è un marchio che adoravo quando ero in Spagna e non passava giornata sulla Gran Via di Madrid che non passassi davanti alla vetrina del loro negozio. Quando ho saputo della linea in arrivo e consapevole che avevo bisogno di una nuova borsa, la decisione di averne una è stato un attimo. Amorcito mi ha preceduto e me ne ha regalato una, il modello a mio parere più bello (quello indossato dalla modella Laura Sanchez qui accanto).

Me felice!

Faccio cose, vedo gente…

Lo scorso fine settimana sono venuti in visita a Torino una coppia di cari amici. Complice la compagnia, io e amorcito siamo finalmente, e con vergognoso ritardo, andati a vedere la mostra “Fare gli Italiani 1861 – 2011” esposta alle Officine Grandi Riparazioni. La mostra si presenta come un grande percorso multimediale che dal Risorgimento sale lungo la linea del tempo fino ai giorni nostri. Vi sono filmati, ricostruzioni storiche, reperti, rappresentazioni musicali e recitate, foto, contributi artisti e creativi, schermi interattivi e raccolte cinematografiche e televisive. Durante la visione della mostra si può toccare, vedere, ascoltare e, naturalmente, pensare.

Una mostra che ti coinvolge e non annoia proprio per questa sua dinamica ampiamente partecipativa che aiuta il visitatore a calarsi nelle varie epoche e fasi di quel percorso che ha fatto l’Italia e noi italiani e a divenire egli stesso il protagonista.

Mi sono piaciuti tanto lo spazio dedicato alla scuola, il teatro delle città ai tempi del risorgimento, lo spazio dedicato alle mafie, quello dedicato alla partecipazione politica con uno straordinario video dalle mille sfumature e fonte di molte riflessioni, il divertente spazio sull’età dei consumi e della Tv e mi ha molto colpito il significativo monumento alle migrazioni (perché tale mi è sembrato), di ieri come di oggi, perché non bisogna dimenticare mai chi eravamo per capire chi siamo…

Nonostante il freddo glaciale che ho provato all’interno degli enormi locali delle officine (dai due o tre buchi chiudeteli) sono uscita dalla mostra soddisfatta. Certo, per quanto riguarda il Risorgimento e la nascita dello Stato Italiano, forse si sarebbe potuto parlare di più degli aspetti più cupi e problematici, come il brigantaggio o le reclusioni di carbonari e rivoluzionari e il dover piegare la testa e accettare in un silenzio amaro il nuovo Stato nato per una convergenza di favorevoli azioni politiche internazionali e lontano ormai dalle idee rivoluzionarie di Mazzini Garibaldi e molti altri patrioti (a tal proposito vi consiglio la visione del film Noi credevamo di cui vi ho parlato in un post tempo fa). Ma il viaggio proposto dalla mostra Fare gli Italiani è sicuramente attendibile e dettagliato, preciso e attento a cogliere le sfumature.

Un’esperienza che consiglio a chiunque si trovi a Torino di passaggio o non, da non perdere, soprattutto in epoche come questa, quando essere italiani a volte fa sorgere pensieri tristi e amari…

La turista per caso.

Di Parigi vi avevo già parlato appena tornata. Qui alcuni appunti di viaggio:

  • Cose da non perdere a Parigi: sicuramente la Saint Chapelle, che si trova sulla Ile de la Cité, a pochi passi da Notre Dame. Spesso viene snobbata per vedere ben altre opere e costruzioni, in primis la cattedrale gotica, ma dopo Notre Dame se ne si ha la possibilità, consiglio vivamente di visitare questa straordinaria cappella del XII sec, che ha delle vetrate straordinarie, testimonianze splendide della grande arte vetraria di quell’epoca. Ne rimarrete ammaliati.
  • Cose da non perdere a Parigi 2: bere un tè alla menta alla Moschea. La Moschea si trova un po’ fuorimano e di sicuro fuori dalle rotte canoniche dei turisti, ma se si vuole uscire un po’ dagli schemi è il luogo ideale dove rilassarsi. Il bar della Moschea, antistante il ristorante arabo che si trova sempre al suo interno, è un posto delizioso. Il suo piccolo cortile, le sale interne e la terrazza sono permeate da una atmosfera sospesa nel tempo, fuori dal caos della grande città, dove si può conversare nella pace e nell’armonia regalata dal cinguettio degli uccellini che vi abitano, veri e propri padroni di casa. E credetemi quando lo dico, dato che questi simpatici pennuti non hanno alcuna paura degli uomini e svolazzano dentro e fuori dal locale, appoggiandosi su tavoli e sedie, facendo compagnia ai clienti intenti a bere il loro tè. Un posto del genere ti riconcilia con l’universo…
  • Se volete comunicare con il mondo esterno, vi consiglio di lasciar perdere l’inglese solito veicolare da viaggio e imparare lo spagnolo. A quanto pare i parigini se devono imparare una lingua straniera preferiscono di gran lunga quella dei loro vicini oltre i Pirenei. Sono riuscita a da avere più indicazioni io alla frase “Hablo español” che non amorcito con il suo “I speak english”!
  • Cosa da non perdere a Parigi 3: L’Orangerie dove si trovano le famose Ninfee di Monet. Meraviglia…
  • Arrivate alla Basilica del Sacro Cuore di pomeriggio inoltrato: avrete al possibilità di assistere a uno straordinario tramonto che abbraccia tutta la città. E fermatevi a guardare gli artisti di strada: sono bravissimi!
  • Montmartre è un quartiere che va visitato piedi. Arrivate con la metro al Moulin Rouge e poi percorrete le sue pittoresche strade fino alla Basilica, su in alto, a sovrastare la città. Ci vuole qualche sforzo in più anziché prendere la funicolare fino a su, ma la soddisfazione è delle più grandi e la passeggiata vi scalderà il cuore
  • Non dimenticate di visitare i cimiteri monumentali: quello di Montmartre e Pere Lachaise sono ottime passeggiate, davvero poco lugubri nonostante quello che si immagina sui cimiteri, in compagnia di Degas, Zola, Proust, Wilde e molti altri…
  • Cercate un bistro buono e non affollato di turisti? La Marine sul Canale Saint Martin. Cibo ottimo, atmosfera accogliente e intima e personale gentilissimo e disponibile…e chi se lo dimentica…
  • Se avete poco tempo e volete visitare più musei possibili, andate al mattino presto al Louvre, così troverete poca fila e sarete in breve tra le grandi opere dell’epoca moderna. E nel pomeriggio avrete molto tempo a disposizione per andare al Centre Pompidou, dato che questo chiude alle 22!
  • Se riuscite, andate alla Tour Eiffel di sera. E arrivate fino in cima!

 

 

 

 

 

  • Lasciatevi trasportare dal fascino dei suoi viali, dalla bellezza dei suoi edifici e monumenti, dalla magia delle sue luci…

Tv, tv e ancora tv.

Mesi fa mi giungeva una notizia che mi rendeva triste, almeno un po’: Alessandro Borghese lascia Real Time e passa a Sky. Terrore e Tragedia. Poi ho visto che davano la nuova serie di Cortesie per gli ospiti e In cucina con Ale e mi sono tranquillizzata. Ma si tratta del canto del cigno. Infatti a quanto pare il passaggio è già avvenuto e su Sky è partito il programma Ale contro tutti, in onda ora anche su cielo.

Il programma è in fondo simpatico. Una qualsiasi famiglia italiana sfida Ale nella ricetta che sa fare meglio. Alla fine il piatto preparato dai concorrenti e quello di Ale sono giudicati da un trio di abbonati sky e infine viene proclamato il vincitore. Ale è sempre una forza della natura e la sfida è piacevole da guardare. Tuttavia lo preferivo nelle vesti di criticone culinario in Cortesie.

Spero che a Sky gli diano lo spazio che merita, ma che tristezza pensare a una nuova edizione di Cortesie orfana di Ale, del già fu Ruspoli e con solo ChiaraIldesignL’hoinventatoIo a tenere alta la bandiera del mitico trio…

Intanto è ricominciato su Rai3 Volo in diretta con il caro Fabione Volo. Che vi devo dire, io seguo Fabio da quando faceva le Iene anni or sono, non riesco a stargli troppo lontana. Il programma come idea è il classico programma di Fabio: cazzeggio, qualche personaggio intervistato che viene per simpatia, e altro cazzeggio. Sono lontani i fasti di Italo-Spagnolo che vedevo qualche anno fa e sognavo di essere con lui in quel di Barcelona, ma nonostante gli alti e bassi del programma, Volo in diretta è una piacevole chiusura di serata prima di andare a dormire. La sigla, in compagnia di Across the universe e dei post-it attaccati un po’ ovunque nel mondo, è poi la migliore ninna nanna che si possa desiderare

La musica che mi frulla in testa

Da qualche settimana mi segue questa canzone. L’avevo sentita di sfuggita su Mtv in compagnia di sorella – teenager e mi aveva colpito. Scopro essere il brano di un cantante nuovo, bolognese, di nome Andrea Nardinocchi. Si intitola Un posto per me e sia il testo che le sonorità insolite e decisamente contemporanee (anche se a tratti ricorda Mengoni) mi hanno conquistatobravo

E per questo mese è tutto gente. Non resta che augurarvi di trascorrere un buon novembre!


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