Una favolosa Oxana Corso si mette al collo un’eccezionale medaglia d’argento sui 200m, categoria T35. Non si è fatta intimorire dalla nona corsia, ha fatto la corsa praticamente da sola, concentrata solo su se stessa, conscia delle proprie possibilità, della propria tenacia e della propria forza. Le è servito correre in un fantastico 33.68, nuovo record europeo, migliorando il 33.78 che già le apparteneva dagli ultimi campionati continentali. Davanti a lei solo la cinese Liu Ping 32.72, mentre alle sue spalle finisce la canadese Virginia McLachlan (34.31).
La sua performance è stata eccellente fin dalla partenza quando ha optato per uno start accovacciato, poi ha pennellato una buona curva prima di presentarsi sul rettilineo e controllare la situazione. Gioia ovviamente indescrivibile per questa diciassettenne nata a San Pietroburgo e poi adottata da una famiglia romana. I suoi primi tre anni di vita sono totalmente avvolti nel mistero e non si conoscono le cause della sua disabilità. La categoria T35 è dedicata ad atleti con disabilità cerebrali (in precedenza Oxana era nel T37 poi si è aggravata).
La corsa, con il tempo, da hobby si trasforma in impegno agonistico. Un grande lavoro che la ragazza ha compiuto durante questi anni e l’ha portata a indossare la maglia azzurra. Competitiva, al golden Gala di Londra ha voluto conoscere Bolt, incontrato durante una sessione di allenamento. «Ero in trance… mi allenavo spalla a spalla con Bolt e per l’emozione nemmeno mi rendevo conto che fosse lui».
Il talento di Oxana esplode a scuola: «Avevo 11 anni quando il professore di ginnastica mi ha notata. Poi sono venuti i raduni promozionali, e l’incontro con il commissario tecnico della Nazionale Mario Poletti, avvenuto a Oristano a 13 anni». Oxana, che frequenta il Liceo psico-socio-pedagogico e da grande desidera diventare criminologa, a Londra vuole anzitutto divertirsi. Anzi, «vinco solo se mi diverto», confida. Ci è riuscita.