Oggi a quanto ci notizia l'Agenzia per la Mobilità si cambia e finalmente la sperimentazione, ampiamente di successo per lo meno quando era presidiata e curata, diventa stabile e fissa. E un brivido di paura ci percorre la schiena perché se nella sperimentazione tutto è modificabile, ora che si costruiscono cordoli in muratura diventa fondamentale non sbagliare. 10 centimetri in più di spazio o 10 metri in meno di lunghezza cambierebbero completamente l'efficacia di un progetto che (guardate cosa ci tocca dire) ha portata storica per la città. Altre città fanno cose storiche cambiando la prospettiva su come si guarda il mondo, noialtri facciamo cose storiche quando riusciamo a togliere l'incrostazione della sosta selvaggia che cinge d'assedio la stazione centrale. Ad ognuno la propria dimensione e prospettiva. Ma entriamo nel merito.
Su via Marsala è importantissima, ma su Via Giolitti ancora di più e ce ne siamo accorti durante la sperimentazione. La disciplina a corsie separate deve essere attiva lungo tutto (tutto!) l'intervallo tra Via Gioberti (per la quale si parla di una corsia preferenziale, benissimo, ma sarà protetta? Altrimenti è totalmente inutile!) e Via Cavour. In mancanza di questo grappoli e metastasi di auto in sosta selvaggia si affastelleranno agli estremi della disciplina vanificandone l'intero effetto positivo. Il progetto tiene conto di questo? Non lo sappiamo.2. larghezza
Attenzione alla larghezza, specie della corsia preferenziale adiacente alla stazione. Bastano pochi centimetri in più per lasciare spazio alla sosta. Ogni vettura in sosta dentro le corsie deve bloccare le vetture dietro, solo così si eviterà che quella vettura sosti. L'esempio negativo ce l'abbiamo avuto a Via Labicana: quando c'era la disciplina provvisoria (ex lavori di pedonalizzazione Fori, per intenderci) con i jersey in plastica le dimensioni della carreggiata erano corrette, quando sono arrivati a fare i muretti in muratura hanno allargato la carreggiata di quel pelo che è bastato per far tornare le auto a parcheggiare. Così oggi quella corsia è scomoda, pericolosa, una trappola per bici e motorini. Tutto a causa di 10 centimetri in più che ne hanno cambiato ruolo e connotati.
3. illuminazione
Un problema gigantesco che sembra non interessare nessuno. Se si vuole incrementare il livello di sicurezza di un'area bisogna senza dubbio agire in primis sulla lotta senza quartiere alla sosta selvaggia, prima causa di caos e conseguenze, ma subito dopo bisogna illuminare l'area. Qui siamo in un contesto invece lugubre. Appena si esce dalla stazione Termini prende il groppo alla gola, una sensazione cui i romani purtroppo si sono abituati. Turisti, pellegrini e ospiti no...
4. videosorveglianza
Se non c'è più caos e confusione è più facile, ma molto più facile, controllare. E allora perché non dotare questa disciplina di videosorveglianza in modo da controllare ad esempio gli accessi in preferenziale via telecamera e non lasciando sul posto dei vigili urbani come è accaduto nei mesi passati? Vedere dei vigili che controllano una corsia preferenziale non è solo umiliante per loro e per noi che li paghiamo, è dannoso: è dannoso perché quando vedi che non ci sono sai che puoi fare come ti pare. Una telecamera è sempre lì.5. il resto dell'area
Come verrà controllata? Un esempio? La parte "bassa" di Via Giolitti, quella da Via Gioberti in giù, verso "la buca", verso Via Rattazzi ecc. Come si fa ad evitare che si crei il caos lì considerando che i lavori del Giubileo non hanno migliorato di un centimetro la situazione? Qui, da quando è partita la sperimentazione, è aumentato il caos e sono arrivati i parcheggiatori abusivi. Come gestire la cosa? I lavori riguarderanno anche quest'area? Si rischia, insomma, che il problema si sposti un po' invece di risolverlo e occorre prestare massima attenzione a questo.
5. replicabilità e scalabilità
La faccenda più figa qui è che la soluzione è replicabile e scalabile su enne situazioni. Passa il concetto dopo secoli di insistenza (da parte nostra e solo nostra, diciamolo) che la sosta selvaggia non si combatte con altri mezzi che non siano un corretto arredo urbano che impedisce fisicamente alle auto di fermarsi. Questo significa che non ci dovranno essere dubbi, ad esempio, sulla soluzione da adottare a Via Albalonga (leggete con attenzione qui e partecipate alla manifestazione della prossima settimana) e che questa soluzione è replicabile a scalare in maniera diffusa e massiva su un numero imprecisato di strade della città. Vengono meno tutte le sciocche obiezioni, insomma. Abbiamo analizzato, abbiamo capito, abbiamo sperimentato, ha funzionato, abbiamo implementato. Ora scaliamo su tutta Roma. Così si fa quando si fanno le cose serie.