C’era una signora che veniva spesso ai colloqui di sua figlia; una signora gentile ma molto determinata, capelli rossi e corti, una stretta di mano energica; io e i colleghi un po’ la temevamo perchè non riuscivamo mai a capire perchè volesse sempre dalla figlia ‘di più’ di quel sette…
Io ho insegnato storia alla figlia, fino all’anno scorso, e la ragazza era una di quelle ragazze docili, educate ma nel contempo determinate, forse un po’ triste.
Il mese scorso, con i colleghi ho saputo dal direttore della scuola che la mamma, quella signora energica che compariva ai colloqui del mattino e anche ai generali, era in fin di vita a causa di una malattia con cui combatteva da anni.
Oggi, rientrando a scuola, l’annuncio tanto temuto, ma la presenza della ragazza in classe: il funerale è stato ieri e la vita deve -in qualche modo- andare avanti.
La notizia della sua malattia mia aveva colpito e mi aveva fatto riflettere tantissimo. Forse era per questo che ultimamente dai colleghi passava la sorella maggiore ai colloqui. Forse era per questo che quella madre pretendeva più del sette: perchè sapeva che il futuro di sua figlia sarebbe stato più duro di quanto lei stessa si aspettasse. La stava preparando alla vita, a modo suo, formandole un carattere tenace e capace di reagire.
Questa, in fondo, era una vera grande madre. E la figlia, in qualche modo, ha raccolto il suo insegnamento: in classe, già da stamattina, stava cercando il modo di guardare avanti.