Partiamo da sud. In Timor Est è abbastanza semplice: 30 dollari per 30 giorni. Il visto turistico viene rilasciato al momento dell’arrivo soltanto all’aeroporto internazionale di Dili, la capitale, è valido per un mese, e non sono richieste particolari condizioni. Non è richiesto un biglietto di uscita, ad esempio, anche se potrebbe essere richiesta la dimostrazione di abbastanza fondi a disposizione per poter ripartire. Entrare via terra invece non è così semplice, dato che il visto al confine è concesso soltanto a cittadini indonesiani e portoghesi. In questo caso infatti bisognerà ottenere in anticipo un “Visa Application Authorization”, richiedibile on-line o all’ambasciata, da presentare alla dogana.
L’Indonesia invece ha regole un po’ più rigide. Un visto di 30 giorni è rilasciato al momento dell’arrivo negli aeroporti maggiori soltanto se si presenta un biglietto di uscita, e costa 25 dollari americani. Non avendo piani già prefissati, oppure viaggiando via terra, il visto va ottenuto in anticipo. Il visto organizzato in anticipo permette un soggiorno di 60 giorni, costa tra i 50 e 100$, ma per ottenerlo è comunque necessario mostrare un itinerario del proprio viaggio. Questo è dimostrabile in diversi modi, uno dei più comuni è l’acquisto di un biglietto di uscita con AirAsia, per Singapore ad esempio, che costa poche decine di Euro, e che poi non è necessario utilizzare, oppure mostrando la prenotazione di un viaggio (anche finta) tramite un agente di viaggi. Leggenda vuole però che l’ambasciata indonesiana a Dili sia più elastica di molte altre, quindi è possibile ottenere un visto per l’Indonesia in Timor Est senza dover mostrare un biglietto di uscita, nel caso in cui si voglia procedere dal Timor Est al Timor Ovest (che è parte dell’Indonesia), via terra.
Quelli che seguono sono i paesi dove entrare è più facile: Singapore, Malesia e Thailandia. Per gli italiani non è richiesto un visto per entrare a Singapore ed è possibile stare fino ad un mese. Lo stesso vale per la Malesia, nella quale si arriva, ci si fa stampare il passaporto, e il gioco è fatto. In Malesia il soggiorno può avere una durata massima di 90 giorni senza visto, ma quasi sempre ne vengono concessi soltanto 30. In Thailandia è lo stesso discorso, con la sola differenza che entrando via terra vengono concessi soltanto 14 giorni, mentre volando si ottiene un mese intero. In questi tre paesi non è richiesto un biglietto di uscita, e i permessi vengono rilasciati gratuitamente.
Il Vietnam invece richiede un visto, che si ottiene in diversi modi, a seconda di come si arriva. Volando è possibile ottenere un visto al momento dell’arrivo in uno degli aeroporti internazionali, ma soltanto se si è in possesso di una “Visa Approval Letter”. Come si ottiene questa lettera? Quasi sempre tramite un’agenzia che la otterrà a vostro nome in anticipo. La più utilizzata è MyVietnamVisa.com, tramite la quale si può ottenere la lettera on-line per un prezzo tra i 19 e i 29 dollari. La lettera approvata vi verrà inviata via e-mail, e sarà poi necessario mostrarla all’aeroporto per ottenere il visto, del costo di 25$. Entrando via terra questo non è possibile, ed è quindi necessario organizzare un visto in anticipo. I costi variano molto a seconda di dove si fa la richiesta, e possono passare da 35$ in alcuni consolati della Cambogia, a 90$ se richiesto dall’Europa. Di media bisogna aspettarsi di spendere una cifra tra i 50 e i 70$, e potrebbe essere necessario qualche giorno per ricevere il visto.
In Cambogia un visto di 30 giorni viene rilasciato all’arrivo, sia all’aeroporto che via terra, e costa 20$. In realtà però è pratica comune, sopratutto dagli ufficiali sulle frontiere, provare a guadagnarci qualcosa. A volte vengono richiesti 30$ a volte 25$. Informandosi in anticipo quindi si eviteranno fregature, ma allo stesso tempo, se è questione di pochi dollari può non valere la pena mettersi a discutere.
In Laos il visto all’arrivo è concesso, ma solo in alcuni punti ben precisi. Per il costo di 35$ infatti si otterrà un mese di visto se si arriva negli aeroporti di Luang Prabang, Vientiane e Pakse, e, grazie agli accordi con gli stati vicini, è possibile ottenerlo anche oltrepassando il confine via terra, nei passaggi più comuni da Thailandia, Cambogia o Vietnam.
In Myanmar (Birmania) non è possibile accedere via terra. Il visto va richiesto in anticipo presso una qualsiasi delle ambasciate o consolati birmani, richiede un paio di giorni per essere emesso ed ha validità per 28 giorni, per il costo di 30$.
Nella Filippine invece non è richiesto un visto per visite inferiori a 21 giorni, è richiesto un biglietto di uscita ma non sempre viene controllato. Ventuno giorni però non sono molti, ed è quindi possibile estendere il visto a due mesi, tramite una delle numerose agenzie di viaggi nelle maggiori città, oppure tramite gli uffici dell’immigrazione. In alternativa, quando si sa di voler rimanere più a lungo, organizzare un visto più lungo in anticipo può evitare noiose perdite di tempo.
Alcune cose da sapere:
- Quasi sempre sono richieste un paio di fototessere per il rilascio del visto. Farsi circa un miliardo di foto prima di partire, di modo da averle sempre a disposizione, può essere una buona idea.
- Tutti i paesi richiedono almeno sei mesi di validità del passaporto per rilasciare il visto.
- I prezzi sono, e saranno sempre indicativi. Cambiano spesso, qualcuno proverà a fregarvi, ogni ambasciata offre i suoi servizi a un costo diverso, informarsi è bene, ma è spesso impossibile sapere con esattezza quanto si spenderà per il prossimo visto.
- Viaggiando in quest’area il tempo sembra non essere mai abbastanza. Se il visto sta per scadere ma volete continuare ad esplorare lo stesso paese esiste la possibilità del “visa run”, ossia del correre al confine, oltrepassare la frontiera, e tornare indietro immediatamente con un nuovo visto. Questa è una pratica comune tra molti viaggiatori, ma è vantaggiosa soltanto se almeno uno dei due paesi non richiede il visto, e non si è quindi costretti a pagare per entrambi.
- Informandovi sui visti vi troverete di fronte al termine VOA. Questo significa Visa On Arrival, ossia il visto concesso direttamente al momento dell’arrivo.
- In sud-est asiatico, oltrepassare la durata del visto senza uscire dal paese, generalmente comporta soltanto una multa (calcolata per il numero di giorni “clandestini”), ma è bene non rischiare, sopratutto per periodi più lunghi a pochi giorni.
- I prezzi sono sempre in dollari americani. Questa valuta è la più accettata per il pagamento dei visti alla frontiera, quindi avere sempre un centinaio di dollari in contanti con sé eviterà perdite di tempo, ma sopratutto di farvi fregare. Avere banconote piccole è anche una buona idea, in quanto può capitare che gli ufficiali “non abbiano da fare il resto”.