Una identità chiusa a chiave

Creato il 08 settembre 2010 da Patuasia

Ci fosse un’identità ci sarebbe rispetto. Ma un’identità svenduta, sostituita dall’affare, com’è quella valdostana del rispetto non sa che farsene. Gli esempi si sprecano e si condensano nell’assoluta incapacità di promuovere un’immagine della Regione che sappia promuovere uno sviluppo sano e sostenibile. Non c’è posto che non sia contaminato: dall’amministrazione pubblica all’agricoltura, dalla cultura all’impresa. Possibile che un posto straordinario come questo sia ostaggio dell’ignoranza più cafona? Anche il modo di fare affari si evolve, ma non qui. Siamo ancora fermi allo sfruttamento selvaggio e senza scrupoli. Seconde case e ancora e ancora. E ancora strade. E ancora centrali. E ancora funivie. Una fame gigante! E’ di questi giorni il riavvio dei lavori della trattonabile per Comboè, una strada contestata, perché sappiamo tutti come andrà a finire. Non c’è limite al disprezzo. Il sindaco, Ennio Subet, si dice sicuro della scelta e cerca di rincuorare le anime ferite dall’imminente ennesima devastazione ambientale, con una cintura di castità. La strada sarà chiusa e solo i conducenti di api avranno la chiave per aprire il lucchetto della verginità! Possiamo stare tranquilli!